
L’istinto della vita
Succede tutto in una notte. Fino all’altroieri nevicava. D’improvviso la temperatura si alza di dieci gradi, al mattino il cielo è di un azzurro del tutto diverso. E al mercato rionale, questa primavera a lungo attesa sembra scoppiare fra i banchi. Sotto il sole una folla inconsueta di casalinghe, mamme coi passeggini, ragazzine affolla il marciapiede. Sfolgorano di colori i banchi della frutta. Le prime fragole, incredibilmente rosse e grandi, quasi un peccato mangiarle. E l’arancio degli ultimi agrumi, il viola delle melanzane, e anche i peperoni, tutto splende in questa luce nuova, tutto pare di una bellezza commovente, un’abbondanza generosa da Eden.
Ma, riempite le sporte, le donne non vanno a casa. Dall’altro lato del marciapiede pendono dalle grucce i primi abiti primaverili. è quasi tutto rosa o verde pallido, tutti colori pastello. Le donne, ancora impastranate nei giacconi scuri dell’inverno, si fermano a guardare le magliette scollate, le gonne corte, i sandali bianchi. Al mercato, la roba costa ancora cifre raggiungibili. Dieci euro una maglietta, quaranta un paio di scarpe. Si può fare. Le donne posano le borse gonfie di verdura e provano, dietro le tende sbilenche dei furgoni. Si consigliano, si aiutano l’un l’altra. «Come mi va?». «Magari una taglia in più», fa l’altra. «Mannò, che ora dimagrisco, poi certe cose vanno bene attillate» replica una bionda, e prende una maglietta color confetto che in effetti le sta parecchio stretta. Si allontana contenta. Solo dieci euro per un pezzo di primavera. Ai banchi delle scarpe, sguardi, soltanto sguardi, a certi sandali dai tacchi altissimi, roba da piena estate. Troppo presto, si dicono le donne, e ripiegano sulle ballerine bianche e rosa come confetti, come le scarpe delle bambine, il giorno della prima Comunione. E gli orecchini? Tavoli interi di orecchini di finto oro, finto corallo, finte perle, splendori da poche lire per le tasche di tutte. Le donne provano gli orecchini e nello specchio allungato dal negoziante si sorridono: non male, in fondo, massì, via, li prendo, ormai è primavera, ci sarà una festa, l’occasione di metterli. E questo fermento, in una mattina di quasi primavera, è tutto fuorché frivolo. è lo stesso movimento per cui, sotto al nuovo sole, ai rami irrigiditi cominciano a spuntare le gemme. Quei vestiti, quegli orecchini, sono la stessa voglia di vita, che ricomincia, tenace. è la stessa voglia di vita cui dobbiamo il fatto d’essere nati. Altri nasceranno, fra nove mesi, portati dallo stesso benedetto istinto. Se quelli delle bombe di Madrid sono per la morte, noi siamo ancora per la vita. E grazie a Dio le donne, in una mattina di marzo, hanno ancora voglia di essere belle.
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