Liste Pdl, Scilipoti e il giallo del paracadutato che nessuno vuole

Di Chiara Rizzo
21 Gennaio 2013
In Calabria forti maldipancia nel Pdl perché l'ex Idv risulterebbe candidato nelle liste al Senato della regione. Ma secondo altre voci sarebbe candidato in Abruzzo

Dopo i paracadutati delle liste Pd, adesso anche quelli del Pdl: la Calabria si attesta come la regione del “paracadutismo” politico italiano. Stamattina sono state ultimate le liste del Pdl per Camera e Senato nella regione, e come già avvenuto per quelle del centrosinistra, i maldipancia si sentono. Uno in particolare lo avrebbe provocato (sulle liste c’è ancora un lavoro di limatura, sino a stasera) Domenico Scilipoti, il messinese medico ex Idv poi approdato al centrodestra, che in Calabria è candidato al sesto posto nelle liste per il Senato, malgrado il braccio di ferro avviato dal Governatore Giuseppe Scopelliti (Pdl), che Scilipoti proprio non lo vorrebbe. Per il momento, sembrerebbe che Scopelliti però abbia “perso”. Salvo colpi di scena: perché gli ultimi lanci di agenzia raccontano che nelle fila del Pdl in Abruzzo in queste ore ci sia parecchio malcontento, perché Scilipoti risulterebbe invece candidato lì (sempre al Senato), insieme all’altro trasnfuga indigeno dell’Idv Antonio Razzi: e il governatore Gianni Chiodi (Pdl) non ne vorrebbe sapere né dell’uno né dell’altro.
È già scoppiata la rivolta, a Pescara: stamane è stata resa pubblica dalla stampa locale la lettera aperta a Berlusconi, firmata dalla giunta regionale e dai sindaci di Pescara, Chieti e Teramo, che esprime amarezza per il fallimento delle liste pulite nella regione: «Non le nascondiamo, però, il nostro totale dissenso rispetto alle indiscrezioni che vedrebbero candidati nella nostra Regione, l’Abruzzo, coloro che hanno già avuto la possibilità di sedere in Parlamento in questi anni, che hanno problemi con la giustizia o che addirittura non sarebbero neanche abruzzesi». Minacciano tutti di andarsene, se Scilipoti resta in lista lì.

ALTRI PARACADUTATI. In Calabria, il Pdl presenta in settima posizione al Senato, subito dopo l’ipotesi Scilipoti, Domenico Arena, ex sindaco di Reggio Calabria, che ha dovuto abbandonare la fascia da primo cittadino perché il comune è stato commissariato per infiltrazione mafiosa, e ora vuol sognare un futuro tra gli scranni di Palazzo Madama. Alla Camera, invece, l’altra paracadutata è la pisana ed ex Pd Dorina Bianchi, al quarto posto, dietro il capolista Alfano, la cosentina Jole Santelli e Rosanna Scopelliti, figlia del giudice Antonio ucciso dalle ‘ndrine nel 91, oggi punta del movimento Ammazzateci tutti.

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