L’interesse umano per lo Sbagliato

Di Francesca Parodi
11 Ottobre 2017
La rassegna di interviste e gli spettacoli sui personaggi “scomodi”. A colloquio con Edoardo Sylos Labini, ideatore di Manzoni cultura

labini d'annunzio

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – «Dietro le maschere degli artisti si celano una personalità e una storia molto più interessanti dei loro personaggi. Quello che voglio raccontare è l’umanità dei protagonisti della cultura italiana». È con questo obiettivo che nasce “Manzoni Cultura”, una rassegna che spazia tra spettacolo, musica e letteratura e che quest’anno arriva alla quarta edizione, sull’onda dei successi precedenti. In un format innovativo, l’attore e regista Edoardo Sylos Labini, ideatore della rassegna, intervista alcune celebrità sugli aspetti meno noti del loro lavoro e il pubblico è invitato a interfacciarsi direttamente con gli ospiti. «Nelle passate edizioni abbiamo ballato il tango con Carla Fracci e Luca Ward ha doppiato insieme a una spettatrice una scena di Via col vento. Ogni celebrità si mette in gioco e si racconta» spiega Labini a Tempi.

La rassegna si articola in otto appuntamenti, divisi tra il Teatro Manzoni di Milano e il Mondadori Megastore di Piazza Duomo, main partner dell’evento. “Manzoni Cultura” si è aperto il 2 ottobre con il cantastorie Davide Van De Sfroos, celebre per i testi in dialetto comasco. Gli altri ospiti del teatro saranno: l’attore e registra teatrale Vincenzo Salemme che racconterà la propria carriera il 18 dicembre; Alex Zanardi, ex pilota di Formula 1, che l’8 gennaio parlerà di sé e del suo amore per lo sport; Selvaggia Lucarelli, blogger e scrittrice, che racconterà la sua carriera letteraria con Rizzoli il 12 marzo. Al Mondadori Megastore saranno intervistati gli attori Ambra Angiolini e Matteo Cremon (22 novembre), lo scrittore Giordano Bruno Guerri (1 febbraio), gli attori Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia (11 aprile) e Corrado Tedeschi.

Labini si definisce un artista eclettico, che cura i suoi spettacoli dall’ideazione alla direzione e all’interpretazione. La rassegna è nata proprio da una commistione di esperienze: «Come attore ho sostenuto diverse interviste, poi nel 2013 ho fondato la rivista IlGiornaleOFF.it e sono passato dall’altra parte della barricata» racconta. «Chiedevo ai miei colleghi aneddoti sulla loro vita privata per svelarne il lato umano. Visto il successo, ho deciso di riproporre questo format dal vivo». “Manzoni Cultura” non è solo una vetrina per celebrità, ma «punta a dare spazio anche a un mondo culturale che oggi non ha voce», ospitando nel foyer del Teatro Manzoni, sotto il marchio #CulturaIdentità, i desk di associazioni e riviste culturali.

Se il mondo della cultura si trova in grandi difficoltà, sostiene Labini, è perché «lo Stato ha smesso di essere mecenate. Allora spetta ai privati e alle imprese il compito di sostenere l’arte, in modo che business e cultura ne traggano mutui vantaggi. Non si parla di contenuti, ma della gestione di opere culturali». Il tema della cultura, sostiene Labini, deve tornare al centro del dibattito politico: «Bisogna assolutamente cambiare la scellerata legge sui teatri perché aiuta solo pochi teatri nazionali a discapito di quelli privati. Così come la tax credit e la defiscalizzazione, applicate al mondo del cinema, dovrebbero valere anche per gli spettacoli dal vivo, in modo da attirare nuovi produttori e creare lavoro».

Chi scrive la storia
La politica, soprattutto quella di sinistra, sostiene Labini, si è interessata alla cultura solo per occuparla e gli artisti si sono piegati all’omologazione del pensiero unico per convenienza: «I militanti di sinistra ottenevano le direzioni di teatri e festival. La destra invece non si è mai particolarmente interessata al settore, senza capire che la cultura è uno degli aspetti strategici per l’economia italiana. Ma gli artisti devono avere il coraggio di andare controcorrente e rompere gli schemi del politicamente corretto». Tutti i suoi spettacoli, dice Labini, tendono a questo fine: «Ho dipinto i personaggi scomodi della storia italiana, da Marinetti a Nerone e D’Annunzio, proponendo un punto di vista diverso su questi uomini condannati alla damnatio memoriae a causa di pregiudizi ideologici». Il Nerone di Labini, per esempio, ha a che fare con una corte prima adorante e poi golpista e con il controverso precettore Seneca, simbolo dell’intellighenzia ambigua. «Tutti i miei spettacoli hanno una venatura politica per mostrare fatti e personaggi da un’angolatura diversa. D’altro canto, la storia la scrivono i vincitori e dietro certe letture si celano delle menzogne».

Diverso invece è l’ironico e cinico uno Sbagliato, in scena al teatro Golden di Roma dal 24 ottobre al 17 novembre e sequel di Rum e Vodka, in cui Labini interpreta un alcolizzato. «Quando cominciai a inscenare Rum e Vodka spesso lo interpretavo nei pub senza avvisare i presenti. Sperimentavo, in pieno stampo futurista». Ancora una volta, quello che interessa a Labini è l’umanità dei personaggi: «Cosa c’è dietro lo sbagliato? L’umanità intera. La stessa che c’è dietro i protagonisti di “Manzoni Cultura”, dietro a Nerone, a D’Annunzio e a tutti gli altri. Mi piace raccontare le verità insospettabili, svelare al mio pubblico dei segreti».

@fra_prd

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