
L’Impero di negri e Hardt: una ben strana persecuzione
Li hanno presentati come martiri perché il loro libro è stato pubblicato in italiano un anno e mezzo dopo l’edizione in inglese: L’Impero di Toni Negri e Michael Hardt, prima summa filosofica compiutamente marxista sulla globalizzazione, ha sofferto un po’ la fama sulfurea del professore padovano; Harvard University Press l’ha stampato verso la fine del 2000, Rizzoli l’ha editato nel gennaio 2002, dopo che tre editrici italiane lo avevano respinto.
Come persecuzione culturale però fa un po’ ridere, quando si pensa che La presunzione fatale – Gli errori del socialismo di Frederich A. von Hayek, maestro della scuola marginalista austriaca, scritto nel 1988, è stato tradotto da Rusconi solo nel 1997; e che La società aperta e i suoi nemici di Karl Popper, il libro politico più importante del grande epistemologo e pensatore liberale, scritto nel 1945, è stato tradotto in italiano solamente nel 1981! Mentre gli scritti di un Althusser o di un Marcuse venivano tradotti quasi in tempo reale. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
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