
Liceo okkupato, sognando Beckham
Dicembre, andiamo. È tempo di occupare. Carducci, Berchet, Parini, Tenca: nomi di licei milanesi che compaiono sulle pagine delle cronache locali per il rito delle occupazioni e autogestioni invernali. In particolare, quelle del Corriere della Sera che martedì 10 dicembre ha preannunciato, per il giovedì, l’occupazione del liceo Carducci. Il tutto all’insaputa dei ragazzi. Appresa la notizia la mattina del giovedì un gruppuscolo, dichiaratosi occupante in nome della lotta contro Fiat, Moratti, guerra di Bush, ha proposto la mobilitazione e poi l’occupazione. Daniele, ragazzo di sinistra dei collettivi, ha protestato in assemblea: «così non si fa, è una pagliacciata decisa altrove». Ma tant’è, a occupare erano in cinque, la notte in venti e hanno avuto così freddo che, come racconta una bidella della scuola, «se non ci pensavo io a fornir loro le coperte, qualcuno sarebbe tornato a casa». Per la preside, Mirella De Carolis, che è stata con loro fino alle 23,00: «sono ragazzi, che ci volete fare? Però lunedì devono portare la giustificazione firmata dai genitori». Al Tenca, liceo linguistico e pedagogico, a prevalenza femminile, il “pacchetto occupazione” ha previsto un’aula adibita a “sex area” (senza separé, solo sacchi a pelo). Al Parini forse nemmeno la rappresentante dei genitori democratici, la signora Milly Moratti, era al corrente che la pittoresca occupazione di quattro gatti si è spinta fino a prevedere il corso di “striptease maschile”. Qui hanno sfilato Jovanotti, Francesco Caruso, don Gino Rigoldi, Sergio Cofferati, rappresentanti di Emergency per incontri vari (con corredo di foto fra i giovani che chiedono l’autografo uscite l’indomani sui giornali). Che hanno detto? «Boh, io non c’ero… eh, io non mi ricordo… Giò, che ha detto Caruso? Che aveva il cellulare controllato, mi pare…». Alla fine un tizio con la cresta: «Sa, qui abbiamo votato tutti per l’autogestione ma poi a scuola veniamo in una cinquantina, gli altri stanno a casa» (l’autogestione è passata con 650 “sì” contro 50 “no”, ndr). Al Berchet sabato 14 c’era un incontro con un sindacalista della Cgil-Fiom che, megafono alla mano, raccontava dei soprusi subìti dagli operai. Ad ascoltarlo una settantina di ragazzi sdraiati in palestra che fumavano, scrivevano sui loro diari con penne colorate, studiavano, giocavano coi telefonini, amoreggiavano. E nel rimbombare del «padronato…, i padroni…, i diritti dei lavoratori…» lei ha chiesto a lui: «stasera mi porti al cinema a vedere Sognando Beckham?»
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