
Liberiamo la libertà dalla gabbia del pensiero unico

Caro direttore, desidero esprimere pieno consenso a quanto scritto su tempi.it da Pierluigi Pollini a proposito del rapporto tra libertà e verità e del disastro che sta combinando sia socialmente che politicamente la “dittatura del relativismo”. Mi è piaciuta molto l’espressione «obbedienza alla verità», che dovrebbe caratterizzare ogni vero uomo e ogni vera donna. E mi ha colpito che quanto scritto da Pollini sia stato posto sotto il titolo di “Lettera aperta ai cattolici non conformisti”, perché mi pare che tale titolo si riferisca realmente alla situazione in cui si trovano tanti cattolici, divenuti timidi, troppo timidi, nel proclamare la stessa verità di Cristo, venendo quindi meno all’essenza della loro libertà e del loro compito (andate e predicate). Condivido questa lettera aperta come uomo, come cattolico (che è poi la stessa cosa) e come nonno.
A proposito di nonni, vorrei anticipare la notizia di una iniziativa dell’associazione NONNI2.0 prevista per il prossimo 18 gennaio, nata proprio dalle stesse preoccupazioni espresse da Pollini circa lo strapotere del “politicamente corretto”, che sta limitando sempre di più la libera espressione del pensiero, il che dovrebbe preoccupare soprattutto i cristiani, che hanno avuto il compito supremo (quasi unico) di annunciare il Vangelo di Gesù. L’associazione, grazie al lavoro prezioso e profondo del prof. Francesco Botturi, in collaborazione con Robi Ronza, ha redatto una sorta di “manifesto” nel quale si danno le ragioni per le quali si è giunti a questa incresciosa e pericolosa situazione. L’individualismo esasperato, invece di portare una maggiore libertà, ha finito con l’intrappolare, insieme alla verità (che non esisterebbe più, di fatto) anche la libertà di esprimere opinioni diverse da quelle che la non-verità proclama con le buone, ma oggi anche con le cattive, attraverso leggi sempre più liberticide. L’invasione della nuova tecnologia, poi, ha accelerato questo percorso.
Sulla base di questo “manifesto”, che può essere visto sul sito dell’associazione, i nonni intendono scrivere una “lettera aperta” ai nipoti, innanzi tutto per ricordare loro, brevemente, che cosa si intende per verità e per libertà (di cui si parla sempre meno) e poi per metterli in guardia circa il fatto che, se le cose continuano come oggi, essi nipoti vivranno in una situazione socio-politica in cui sarà sempre più difficile esprimere pubblicamente ciò che la coscienza detta. Noi nonni, tra mille traversie, tutto sommato siamo riusciti a mettere in atto, volendolo, un libero impegno verso la società, anche perché i nostri padri avevano sofferto per garantirci una libera convivenza. In futuro, il “politicamente corretto” rischia di sopprimere il pensiero di quello che il grande Chesterton indicava come “l’uomo comune”, cioè l’uomo veramente libero perché non ideologico.
NONNI2.0 ha organizzato l’incontro del 18 gennaio (a cui stanno aderendo anche altre realtà), anche perché, al termine intende rendere pubblica questa lettera e, sulla base di essa, proporre una serie di incontri con nonni, figli e nipoti per approfondire la tematica. Il 18 gennaio, l’aspetto culturale sarà affrontato dal prof. Francesco Botturi, quello giuridico dall’avvocato Roberto Respinti del Centro Studi Livatino, mentre la scrittrice e giornalista Costanza Miriano illustrerà alcuni casi nei quali la libertà è stata messa in gabbia. Infatti, l’incontro sarà intitolato “Libertà in gabbia”.
Caro direttore, sono rimasto molto contento che Tempi abbia pubblicato lo scritto di Poliini, perché è il segno che qualcosa si sta muovendo. Molti pensatori onesti e disinteressati si stanno accorgendo che “il politicamente corretto” sta diventando una vera e propria tirannia (fornita delle sue censure e dei suoi tribunali) e anche molta gente-gente comincia ad essere stufa di essere turlupinata da affermazioni false e fuori della realtà. Ecco, forse, la parola giusta: la realtà, questa testarda, a poco a poco sta riprendendo il sopravvento. Così speriamo e per questo preghiamo
Peppino Zola
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