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L’Europa riscopra la vocazione per cui è nata

Di Leone Grotti
28 Marzo 2024
Il mondo cerca nuovi equilibri e il Vecchio Continente non può pensare di affrontare i cambiamenti senza dotarsi di una comune politica estera e di difesa. «Chi non crede a nulla è destinato a sparire». Intervista all'ex ministro Mario Mauro
Un treno trasporta carri armati tedeschi verso la Lituania (Ansa)
Un treno trasporta carri armati tedeschi verso la Lituania (Ansa)

«Un’Europa che non crede in nulla non potrà sopravvivere alle sfide sempre più grandi che deve affrontare». Mario Mauro, fondatore e presidente del Centro studi Meseuro, non è soltanto un europeista convinto. È un innamorato del progetto immaginato e perseguito da Adenauer, De Gasperi e Schuman. La sua lunga militanza nelle istituzioni di Bruxelles (da eurodeputato prima e da vicepresidente dell’Europarlamento poi) gli ha permesso di toccare con mano pregi e difetti di quello che in tanti considerano con scetticismo soltanto un mostro tecnocratico. L’ex ministro della Difesa sorride dell’ingenuità masochista di chi pensa che l’Italia possa fare a meno dell’Unione, ma bacchetta gli entusiasti categorici che fanno finta che tutto vada bene così com’è. Alla vigilia di un voto fondamentale per il futuro dell’Europa (6-9 giugno), Mauro spiega a Tempi perché nella prossima legislatura la parola d’ordine dell’Unione deve essere “ambizione” e perché «ha pochissimo tempo a disposizione...

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