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Il presidente statunitense Donald Trump e il suo vice J.D. Vance hanno un potere enorme e lo esercitano. In maniera spesso ambigua e provocatoria, brutale a tratti, «ma quel che noi europei non dobbiamo fare - dice il politologo Giovanni Orsina a Tempi - è di farci prendere dall'isteria. Calma e sangue freddo».
Le reazioni al discorso di Vance a Monaco hanno invece rivelato quel che teme il direttore della Luiss School of Government. Chi ha ascoltato le parole del vicepresidente americano alla Conferenza sulla sicurezza è rimasto sconcertato. Per i toni duri, certo, ma anche per il contenuto del suo attacco. «La minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno - ha detto Vance -. È la ritirata dell’Europa da alcuni dei suoi valori fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti». Fatta la tara ai toni, in realtà, quel che dice Vance è una novità solo per chi vuole fare finta di non capire. Forse che l'artico...
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