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L’Europa non reagisca in modo isterico a Trump e Vance

Di Emanuele Boffi
18 Febbraio 2025
«Nel suo discorso a Monaco il vicepresidente Usa è stato sia eccessivo sia troppo timido. Noi abbiamo un problema non di libertà, ma di identità». Intervista al politologo Orsina
Il vice presidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, e il presidente, Donald Trump, Washington, 20 gennaio 2025 (foto Ansa)
J.D. Vance, vice presidente degli Stati Uniti, con il presidente Donald Trump, Washington, 20 gennaio 2025 (foto Ansa)

Il presidente statunitense Donald Trump e il suo vice J.D. Vance hanno un potere enorme e lo esercitano. In maniera spesso ambigua e provocatoria, brutale a tratti, «ma quel che noi europei non dobbiamo fare - dice il politologo Giovanni Orsina a Tempi - è di farci prendere dall'isteria. Calma e sangue freddo».
Le reazioni al discorso di Vance a Monaco hanno invece rivelato quel che teme il direttore della Luiss School of Government. Chi ha ascoltato le parole del vicepresidente americano alla Conferenza sulla sicurezza è rimasto sconcertato. Per i toni duri, certo, ma anche per il contenuto del suo attacco. «La minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è nessun altro attore esterno - ha detto Vance -. È la ritirata dell’Europa da alcuni dei suoi valori fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti». Fatta la tara ai toni, in realtà, quel che dice Vance è una novità solo per chi vuole fare finta di non capire. Forse che l'artico...

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