Lettere al direttore

Lettere per l’abbonato Formigoni (amici, c’è una tv «ciellina» e noi manco ce ne eravamo accorti)

Articolo tratto dal numero di Tempi di ottobre

Caro direttore, condivido le lettere di solidarietà a Roberto Formigoni pubblicate su tempi.it. Ho 84 anni e lo conosco e lo seguo fin da quando lui, giovanissimo, ha cominciato la sua esperienza politica. Sia io che mio marito l’abbiamo sempre sostenuto anche con gesti concreti. E quando il potere gli si è rivoltato contro, non mi sono mai lasciata influenzare da quello che veniva raccontato, ma ho sempre difeso il suo operato. È vero, ha commesso alcuni errori, ma quello che resta è il progetto che è riuscito a realizzare. Vorrei che sapesse che lo stimo, che gli sono amica e che ha tutta la mia solidarietà. Per fortuna ho la certezza della giustizia Divina.
[Nanda Dubini via email]

Ho letto l’articolo che appare sul sito di Tempi, con le lettere e la risposta di Emanuele Boffi, sono molto contento di vedere che molte persone ricordano il bene che ha fatto alla Lombardia il governo di Formigoni e anche di chi lo ha seguito non discostandosi sostanzialmente dalle linee tracciate. Volevo ringraziare Formigoni e la sua giunta anche per il ricordo ancora vivo di quanto hanno fatto per non collaborare alla morte procurata alla disabile Eluana Englaro, ben sapendo che anche questa decisione è costata un’altra condanna giudiziaria. È bello vivere in una regione che lotta per proteggere la vita umana fin dal concepimento alla morte naturale. Un grande saluto e un incoraggiamento a continuare cosi.
[Emilio Tettamanti Como]

Gentile direttore, sono assai soddisfatto di trovarmi in compagnia della testata che stimo e seguo attentamente, nel tenere un atteggiamento che rifugge dal fariseismo nell’intrattenersi sulle vicissitudini giudiziarie di Formigoni. Anche astenendoci dall’entrare nel merito degli addebiti formulatigli non possiamo che rilevare da un lato il fatto anomalo che sia stato l’unico condannato per fatti che riguardano atti posti in essere da organo collegiale e che a suo carico ci sia anche un singolare accanimento “contra legem” nell’avergli congelato l’intero ammontare della pensione. Chi ha conosciuto l’operato generoso e la tensione al perseguimento del bene comune da parte di Formigoni ha il dovere di non voltargli le spalle: non si può essere amici ad orologeria se si crede nel valore dell’amicizia.
[Daniele Bagnai via email]

Formigoni è un nostro abbonato e leggerà queste vostre email. So per certo che gli farà molto piacere.

Caro direttore, quello che rende veramente difficile mettere in pratica il comandamento di Gesù di amare il nostro prossimo come noi stessi è l’esasperante brulicare di coglionazzi intorno a noi. Anche stamattina me n’è capitato sotto gli occhi uno mentre sfogliavo l’ultimo Venerdì di Repubblica in bagno (e dove se no?). Trattasi del sedicente vaticanista locale che raccontava confusamente della messa in vendita della Domus Mariae, il grande edificio romano destinato ad ospitare i pellegrini regalato dalle ragazze dell’Azione cattolica a papa Pio XII in occasione, mi pare, dell’Anno Santo 1950. Nello stentato vagolare dell’articoletto il pennaiolo infila ovviamente anche le consuete malignità repubblichine e mentre sta buttando là un sentito dire su monsignor Nunzio Galantino scrive di lui che «da segretario generale della Cei, in quattro anni, ha destinato 250 milioni di euro al suo fantasioso sistema radiotelevisivo ciellino…». È stato proprio quel «ciellino» a farmi subito girare i cosiddetti perché so per certo, da testimoni irrefutabili, che agli inizi di Sat 2000 quando venne fatto il mio nome come di un professionista cattolico esperto di tv da coinvolgere nella nuova rete televisiva fu subito respinto con la motivazione «Ma no, quello è un ciellino!». Come dicevo i coglionazzi brulicano intorno a noi, e non solo adesso.
[Guido Clericetti via email]

Quando Guido mi ha mandato questa lettera ho pensato: ma si può scrivere «coglionazzi» su Tempi? Poi ho letto l’articolo cui si riferisce. Sì, in questo caso si può scrivere.

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