
Lettera di fra Ibrahim dalla macerie e dalle catacombe di Aleppo: «I ribelli ci bombardano»

Questa lettera (datata 29 settembre) è stata spedita da padre Ibrahim al-Sabbagh, parroco della Comunità latina d’Aleppo (Siria), ad un gruppo italiano che sostiene con preghiere e aiuti economici la sua parrocchia. I lettori di Tempi conoscono bene padre Ibrahim grazie ai reportage dalla Siria di Rodolfo Casadei. Le fotografie che vedete in pagina sono state inviate dallo stesso padre Ibrahim per documentare quanto scrive.
Carissimi amici, vi ringrazio per quello che state cercando di fare per noi tutti: essere oggi il “buon Samaritano” per i fratelli sofferenti d’Aleppo.
Per cercare di farvi immedesimare nella nostra situazione di oggi, provo a raccontarvi quello che qui sta accadendo, proprio a partire dei bisogni primari della gente, delle famiglie, bisogni la cui soddisfazione non trova da troppo tempo una risposta adeguata.
Parto dai fatti concreti successi in questi ultimi tre giorni. Un missile (lanciato dai ribelli, ndr) è caduto proprio dietro la nostra Chiesa di san Francesco, nel quartiere di Azizieh, in una zona densamente abitata e affollata di gente che di pomeriggio si stava riposando o camminando tranquillamente per le strade.
Il giorno seguente sono uscito a visitare le case danneggiate dall’esplosione e ho visto un’immensità di ruderi e macerie. Dobbiamo ringraziare il Signore poiché questa volta i danni sono stati circoscritti principalmente alle abitazioni, con solo alcune persone ferite leggermente. Ho percepito tanto dolore e tristezza nei cuori della gente, tanto spavento e tanta disperazione. Ho pregato con loro nelle case danneggiate, aspergendo tutti e tutto con l’acqua santa. Appena sono rientrato al convento, ho provveduto a distribuire aiuti per la riparazione delle case, aiuti che sono stati consegnati all’istante alle famiglie che ne avevano bisogno.
Senza un attimo di tregua, vengo a sapere di altri bombardamenti atroci in diverse zone d’Aleppo da famiglie che arrivando al convento, con disperazione, mendicano il nostro aiuto. Un padre mi confessa di aver già provveduto a riparare la sua casa, danneggiata dalle bombe, per ben due volte. Ma questa terza volta lui non ce la fa più nemmeno a pensare di ricominciare con una nuova riparazione. Così lui è scappato con tutta la sua famiglia, moglie e bambini, trovando rifugio dai suoceri, nonostante che la loro casa sia molto molto piccola.
Diverse famiglie hanno avuto le case distrutte e non c’è modo di rimediare, poiché i loro quartieri sono diventati un bersaglio continuo ed è quindi sconsigliato ritornarci a vivere.
I bombardamenti purtroppo non finiscono, anzi, stanno aumentando notevolmente sia di giorno che di notte. La gente soffre tantissimo. Molti non riescono più a dormire nemmeno un’ora per notte e quei pochi fortunati che hanno ancora un lavoro, la mattina, nonostante tutto, vanno a lavorare.
Come se tutto questo non bastasse, ieri è venuta a mancare di nuovo l’acqua. È cominciato quindi un altro periodo d’intensa distribuzione dell’acqua, mediante camioncini che la portano alle case oppure attraverso contenitori di plastica fatti avere, con sollecitudine e precedenza, agli anziani i quali non possono aspettare.
La vita qui è assurda e non domando più perché la gente cerca di emigrare, perché si “butta nel mare” rischiando il tutto per tutto: la vita stessa. Per i fatti che vediamo accadere, secondo la ragione umana, rimanere qui ad Aleppo parrebbe un’assurdità.
Noi frati, comunque, rimaniamo per aiutare la gente. È questo il tempo di essere presenti, in modo più deciso, facendoci prossimi e prendendoci cura dei poveri e di tutti quelli che soffrono: noi che con loro siamo poveri, con loro soffriamo e preghiamo il Padre provvidente e “ricco di misericordia”.
Voglio ringraziarvi tutti poiché, sebbene lontani, pregate per noi; voi che avete a cuore di pensare a noi facendovi disponibili al soffio dello Spirito santo, così da diventare quella presenza attenta, tenera e attiva del “buon Samaritano”, che si prende cura della povera gente sofferente ad Aleppo.
Dalle macerie e dalle catacombe di Aleppo, una preghiera s’innalza sempre dal nostro cuore sulle nostre labbra per ciascuno di voi.
Che il Signore vi benedica!
fra Ibrahim, parroco della Comunità latina d’Aleppo (Siria)
Aleppo, 29 settembre 2015
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11 commenti
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Sorvolando sulle paturnie dei soliti complottardi secondo i quali l’Isis è stata creata dall’America (mica dall’odio atavico e originario degli imam musulmani verso chi non è dei loro), è curioso come sia loro sfuggito che nell’articolo (che evidentemente non hanno neppure letto) si dica chiaramente che a bombardare quei martiri cristiani sono stati quei “ribelli moderati”, ovvero quelli che loro stessi sostengono giacché sono contro Assad, per giunta aiutato da Putin.
Inutile chiedergli di far pace con la ragione.
E, per inciso, con uno zelo da perpetue della parrocchia, citano monsignori attribuendo automaticamente alle loro dichiarazioni la patente di verità assoluta e incontrovertibile. Ovviamente si dimenticano abilmente di citarne altrettanti che affermano l’esatto opposto.
Vecchia tattica che non regge più.
Non rispondo nel merito perché sarebbe tempo perso.
Piuttosto, mi spiace che la sintesi che avevo inserito parlando di Raider-Nierenstein sia scomparsa.
Nierenstein non è un’offesa: è un modo sintetico per scolpire, in un nome, una linea di pensiero che non condivido: tutto qui.
Sempre evitando il merito, quanto alla fobia che Raider ha oggi ed aveva in passato del nome di Saverio, che a suo giudizio sarebbe frutto dell spezzettamento di un multinik, una macchinazione, un piccolo complotto, insomma, gli posso assicurare che io sono io ed ero io anche in passato e, pur forse attuando in prima persona – di tanto in tanto – qualche piccolo complotto, come tutti gli uomini, d’altronde, non mi sono macchiato del complotto in discussione.
Raider è libero di credere che io stia attuando un piccolo multicomplotto onomastico – d’altronde chi non crede che esistano delle (qui piccole) macchinazioni o vive su Marte o è un gonzo – ma gli assicuro che sono sincero.
Qui mi sono sempre firmato col mio nome.
E a me di questo tuo pistolotto, che deliberatamente non vuole entrare nel merito, che me ne cale?
Se ti rode che Raider ti abbia sgamato “in qualche piccolo complotto”, che c’entra con il testo dell’articolo? Al più diglielo a lui.
Per inciso rispondevo a Yusuf, che da buon filoislamico cita a sproposito quello che a lui conviene e fa finta di non conoscere quello che gli sta scomodo.
Dato che ricorre a nickname a profusione, al multinick riesce facile affibbiare agli altri le linee di pensiero non compatibili con le sue fobie. E questa di attribuire agli altri nomi o storpiare i nickname altrui, è una delle manie che condividono tanti che delirano come il multinick islamo-nazista di stanza qui.
Non c’è nulla di offensivo, pertanto, nell’accomunare nello stesso stile o mancanza di stile quanti condividono tante cose: e nemmeno occorre postulare fisime complottiste in piccolo o alla grande solo perché alle paranoie complottiste, evocate a nickname proprio o multinick a rotazione, si è molto affezionati.
C’è da dubitare, poi, dati i precedenti, che la Redazione rimuova un post per qualche offesa di poco conto: se chi si sente o fa la vittima della Redazione avesse letto cosa scrive il multinick islamo-nazista nelle sue performance onomastiche, avrebbe più motivi di risentirsi di quelli di cui si lamenta a torto adesso.
E visto che sta su Marte, al povero rimosso è più facile sorvolare evitando di rispondere, esattamente come fa il suo sosia virtuale: così è sicuro di essere equivocato, visto che proprio non può ingannare chi non ha bisogno di credere che stiano complottando quanti trovano così naturale e spontanea falsificare e mistificare.
umnh
Raider, lei mi delude: si abbassa al rango dei complottardi.
Questo lo dice chi, per non restare deluso dai complotti che ama alla follia, inventa anche i complotti cui gli piace immaginare che gli altri credano.
Chi ha letto a lungo un quotidiano come Avvenire, che pure è molto contraddittorio, sa chiaramente, dalla sovrabbondanza di testimonianze di prelati, religiosi e religiose cristiani (non tutti cattolici) gente comune, che l’ISIS non esisterebbe senza l’appoggio dell’Occidente ed in particolare degli USA, le cui mire geopolitiche su quell’area sono di estremo rilievo, a partire dal porto di Tartus.
Senza dimenticare i vitali interessi di Israele, ovviamente.
L’anomalia del caso siriano emerge poi da altri quotidiani/periodici non allineati: cattolici, come ad es. Tempi; e non cattolici: ad es. Il Giornale, o sul fronte opposto il Manifesto, ecc..
Oggi che la lotta all’ISIS viene fatta con criterio, determinazione e senza ammuine – teatrali ma per definizione inefficaci – gli USA alzano la voce contro Putin mentre al contempo rifiutano recisamente una gestione coordinata della guerra al terrorismo.
Questo rifiuto è già di per sè straordinariamente suggestivo.
E’ poi comunque singolare che quando uno Stato inizia finalmente a muoversi con efficacia contro l’ISIS, gli statunitensi diano in escandescenze e minaccino sfracelli: il Pentagono ha dato in pasto ai media la notizia che gli USA stanno studiando se reagire militarmente contro la Russia, qualora questa continui a combattere contro l’esercito siriano “libero”
Le prove di questa guerra?
Nessuna, ma anche se ci fossero?
Chi ha detto che Assad non può combattere, con un aiuto esterno, ribelli che gli fanno la guerra in casa?
Insomma, si minaccia la terza guerra mondiale per difendere un’entità eversiva che è di minime proporzioni ed in parte è succube dell’ISIS, come ha ammesso persino l’americanissimo Corsera vari mesi fa, quando questa notizia la si poteva dare più a cuor leggero, dato che non si prevedeva la mossa di Putin.
O forse, meglio, si minaccia la terza guerra mondiale per difendere l’ISIS…
Terza guerra mondiale per difendere l’Isis?
Hanno scoperto acqua su Marte, però è salata…
Conclusione, la sua, sig.a Rolli, che valuta solo la mia chiusura, volutamente paradossale e parziale.
C’era ben altro, a monte…
Ma tant’è: lo stile profondo ed acuto di Renzi ha fatto adepti.
Invece, lo stile né profondo e tutt’altro che acuto del multinick islamo-nazista è sempre riconoscibile, anche rispolverando per l’occasione una vecchia maschera carnevalesca, favoleggiando di guerre mondiali pro-Isis, quando gli islamo-nazisti la guerra! guerra! guerra! contro Occidente e triadi diaboliche la invocano in continuazione: e sperano ansiosamente che questa guerra! guerra! guerra! gliela combatta Putin alleato, magari e perché no, a un’Iran nuclearizzato – dalla Russia: che è disposta per par condicio, strategie diplomatiche e d’affari, a dotare di armamenti atomici anche l’Arabia Saudita.
Che sa come gli U.S.A. non vogliano un mondo più nuclearizzato di com’è: ma gli U.S.A. non sono in grado né di impedire a Russi o nord-coreani o altri di fornire supporto tecnologico, militare e diplomatico agli aspiranti “multipolaristi atomici”, né di garantire protezione militare, per es., da un fronte sciita che andasse dall’Iran al Libano e fosse in condizione di disporre, come da qui a breve gl’Iran grazie alla follia e alla complicità dei 5+1, di testate nucleari. E sanno che i Russi si fanno pochi scrupoli: ma gli islamo-nazisti, sotto qualunque multinick e Avvenire, se ne fanno ancora meno.
“Tutti quanti lo sanno e tutti quanti ne sono consapevoli, ma fanno finta di non sapere. La nostra lettura è questa: dalle potenze occidentali è stato creato l’Isis, che oggi è sostenuto anche da altri Stati come quelli del Golfo.” Monsignor George Abou-Khazen