L’esemplare trasparency (international) di un socio nigeriano di Mani Pulite

Di Rodolfo Casadei
01 Marzo 2001
DA LAGOS

Andatelo a dire a Gherardo Colombo, a Pierluigi Davigo, a Edmondo Bruti Liberati, consulenti o aderenti entusiasti di Transparency International (TI): il “loro” presidente, diventato 21 mesi fa capo di Stato della Nigeria reduce da 40 anni di saccheggio istituzionalizzato, è una vera delusione. La Nigeria democratica di Olusegun Obasanjo, già presidente del Consiglio consultivo di TI, cioè della grande turiferaria di Mani Pulite in Italia, non è diversa da quella vecchia neanche di una virgola. All’aeroporto internazionale Murtala di Lagos i viaggiatori stranieri in uscita continuano ad essere spennati con una scusa qualsiasi dai doganieri o dagli agenti di una delle tante polizie; la Nepa, cioè l’Enel nigeriana, ha lasciato al buio metà del paese per la quinta volta da quando Obasanjo è presidente nonostante sovvenzioni per 18 miliardi di naire l’anno scorso e contratti di appalto per le linee di trasmissione per altri 50 miliardi quest’anno (la più alta spesa nella storia della Nepa). Alla fine di gennaio Obasanjo ha licenziato 10 dei suoi 49 ministri per un rimpasto di governo, ma soltanto un alto dirigente pubblico in quasi due anni ha patito analogo destino (e nemmeno uno è mai stato arrestato), nonostante la Nigeria sia da sempre classificata da TI come il paese più corrotto del mondo alla pari col Camerun! Mentre otteneva dai creditori il rinvio dei pagamenti per il debito estero del paese (35 miliardi di dollari), il governo ha stanziato una cifra pari a 350 milioni di dollari per il progetto del nuovo stadio di atletica nella capitale federale Abuja, messo a punto da dirigenti ministeriali senza la partecipazione di nessun consulente indipendente, nonostante le proteste di varie associazioni professionali. Sarà per questo che la Gran Bretagna, ex potenza coloniale che dovrebbe avere a cuore i destini del gigante petrolifero nigeriano, continua a tenere stretti i cordoni della borsa? Coi suoi 120 milioni di abitanti, la Nigeria riceve da Londra 15 milioni di sterline di aiuti come il Ruanda, che di abitanti ne ha 7 milioni.

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