
L’epico errore di Oxford: basta leggere Omero e Virgilio

È tutta una corsa, ma al ribasso. Secondo quanto riferito dal giornale dell’università, Oxford vuole eliminare dai suoi programmi di studi classici la lettura delle opere di Omero e Virgilio.
Cambiano i tempi, perché non adattarsi? Banalizzato, ma non troppo, è il ragionamento che si è fatto nell’ateneo, nel corso Literae humaniores, il più antico dell’università, insegnato da 900 anni.
Laurearsi in greco senza sapere il greco
Come spiegato dalla Stampa:
«Attualmente il corso di Literae Humaniores di Oxford, il più antico dell’università, è diviso in due bienni: il primo è chiamato “Mods”, il secondo “Greats”. Nei “Mods” (da Moderatori) gli studenti dovevano dimostrare di saper leggere fluentemente in latino l’Eneide e in greco l’Iliade e l’Odissea. Nei “Greats” (Grandi) si studiavano storia e filosofia del mondo greco e romano, confrontando gli antichi con i moderni. In base alla nuova proposta, la lettura delle opere di Omero e Virgilio diverrebbe facoltativa e limitata al secondo biennio. In teoria, per la prima volta dopo 900 anni, ci si potrebbe laureare in Lettere classiche a Oxford senza aver letto una riga dei due principali autori del classicismo».
Per non essere un’università d’élite
Il motivo che spinge Oxford a non rendere più obbligatoria la lettura di Omero e Virgilio è che sempre più studenti provenienti dalle scuole pubbliche non conoscono il greco e il latino. Dunque, per evitare di essere considerata un’università “classista” e riservata alle élite, ecco l'”errore epico”, come ha titolato efficacemente lo Spectator.
L’idea ha sollevato numerose polemiche e, oltre a diversi professori, si sono mobilitati gruppi di studenti che hanno promosso raccolte firme e petizioni per sventare la sciagurata innovazione.
Indottrinamento senza dottrina
Quest’ansia di “stare al passo coi tempi” non è nuova a Oxford. L’altro giorno Il Foglio ricordava che questa sarebbe solo l’ultima «di una serie di aperture che la facoltà ha fatto per colmare il divario nei risultati tra i diversi gruppi di studenti. Rimuovere Omero e Virgilio aiuterebbe così ad “affrontare la disparità di genere”».
«Il compianto filosofo conservatore Roger Scruton in un articolo per il Times un anno fa aveva definito quanto sta accadendo a Oxford come un “indottrinamento senza dottrina”. Oxford aveva già ceduto alle pressioni della campagna “Perché il mio curriculum è bianco?” contro il presunto “eurocentrismo” dell’insegnamento della storia. (…) Così Oxford ha imposto un esame obbligatorio incentrato sulla storia africana, mediorientale, indiana e asiatica».
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