L’emergenza neve non blocca la raccolta del farmaco, Malinverni: «Positività straordinaria»

Di Carlo Candiani
09 Febbraio 2012
Intervista a Marco Malinverni, direttore del Banco farmaceutico, in occasione dell'annuale giornata della raccolta del faramaco: «Eravamo preoccupati che l'emergenza neve giocasse a sfavore della buona riuscita di questa iniziativa: in realtà le farmacie come quella di Macerata resteranno aperte tutto il giorno per noi. Questa è una positività straordinaria».

Sabato 11 Febbraio si terrà in tutta Italia la XII Giornata nazionale di Raccolta del farmaco organizzata dalla Fondazione Banco farmaceutico. Saranno circa diecimila i volontari che inviteranno chi si recherà in una delle oltre 3.500 farmacie, distribuite in 85 province e più di 1.200 comuni, a comprare uno o più farmaci “da banco” che verranno poi distribuiti insieme a migliaia d’altre confezioni a circa 4.500 persone, che quotidianamente vengono assistite da 1.390 enti caritatevoli. In 11 anni sono stati raccolti quasi due milioni e mezzo di medicinali per un valore di più di 15 milioni di euro. «Vorrei subito raccontare cosa sta accadendo in queste ore, per quanto riguarda l’emergenza freddo» narra a tempi.it la voce carica di sorpresa ed emozione di Marco Malinverni, direttore del Banco farmaceutico. «Eravamo preoccupati che questa emergenza, distribuita un po’ in tutta Italia, giocasse a sfavore della buona riuscita di questa iniziativa: in realtà le farmacie come quella di Macerata, che avevano deciso di fare metà giornata a causa della neve, resteranno aperte tutto il giorno per il Banco. Questa è una positività straordinaria».

Cambiano gli scenari economici e ambientali, ma il gesto di disponibilità caritatevole non si blocca.
Il gesto caritativo di questa raccolta si è implementato negli anni. Quando parliamo dell’ambito farmaceutico e del bisogno sanitario, in momenti di crisi economica e di aumento della povertà, la risposta al bisogno farmaceutico rischia di venir meno. Per esempio: il genitore che ha problemi ad acquistare le scarpe al piccolo, tra il farmaco e le calzature, sceglie di comprare queste ultime. Insomma, oggi di fronte all’aumento delle fasce esposte alla crisi, la risposta al bisogno diventa decisivo, e qui entriamo in gioco noi, con l’apporto degli enti assistenziali che continua anche attraverso le donazioni aziendali.

È un lavoro che continua, oltre la giornata della raccolta?
Come Banco farmaceutico abbiamo intensificato lo sforzo e abbiamo intrapreso una strada molto più impegnativa e impegnata. Con la giornata di raccolta, lavoriamo sui farmaci di automedicazione, nel contempo siamo coinvolti nel recupero di farmaci da prescrizione medica, attraverso le donazioni aziendali, per aiutare gli enti assistenziali che hanno bisogno di quantità di antibiotici ecc.

La Raccolta, sabato 11 febbraio, si svolgerà anche in Spagna e Portogallo. Esiste quindi una rete europea di banchi farmaceutici, così come accade per quelli alimentari?
Quelle straniere sono realtà autonome; a queste appena citate si sta aggiungendo l’esperienza in Argentina. Sono però realtà che partono da quello che accade in Italia.

Con ordinamenti e sistemi sanitari di natura diversa.
La Spagna è piuttosto diversa da noi, più simile è il Portogallo: si toccano meccanismi di rimborsabilità del farmaco. Resta la tensione del gesto caritativo che è uguale e che ci sorprende ogni anno di più.

Ci può dire quali altre iniziative sta preparando il Banco?
Abbiamo intenzione di sviluppare un sistema di donazione continuativa, mantenendo questo raccordo tra la farmacia e l’ente assistenziale che consenta di affrontare altre emergenze. Tenga presente che di cento farmaci di cui hanno bisogno gli enti, ottanta sono da prescrizione medica. Ciò che si raccoglie nella giornata della raccolta copre il venti/venticinque per cento del fabbisogno. Quindi concentreremo gli sforzi sulla donazione aziendale e molte aziende hanno cominciato a coinvolgersi, ci stanno aiutando, per esempio per il piano antifreddo a Milano e in altre realtà urbane. Ci sono novità anche per quanto riguarda la normativa delle amministrazioni: Sicilia, Liguria e Veneto recentemente hanno approvato delle leggi regionali per il recupero dei farmaci che i privati gettano via. Confezioni intatte che hanno scadenze lunghe. Per esempio: le aziende farmaceutiche buttano al macero notevoli quantità di farmaci solo perché, per ragioni di aggiornamento, sono inservibili i cosiddetti “bugiardini”, i foglietti all’interno delle confezioni che spiegano le proprietà e le controindicazioni del farmaco. Siccome costerebbe tempo ritirare il farmaco, aprire le confezioni e cambiare il bugiardino, le aziende decidono di buttarlo direttamente. Ecco, noi siamo impegnati anche in questi recuperi. E stiamo aspettando che il Parlamento italiano approvi una legge sulla donazione aziendale. E altre iniziative si stanno sviluppando per rispondere sempre meglio e in tempo reale ai bisogni degli enti che riforniamo.

Non solo volontariato.
Stiamo lavorando per la carità, ma dentro un sistema di forte professionalità e competenza, che dà garanzie di responsabilità e di autotutela anche legale.

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