L’Egitto andrà a referendum sulla «Costituzione dittatoriale» il 15 dicembre, ma i giudici scioperano

Di Leone Grotti
03 Dicembre 2012
Morsi, il cui gradimento è sceso al 57 per cento, ha fissato la data per il referendum dell'approvazione della Costituzione: si voterà il 15 dicembre, ma i giudici in sciopero non controlleranno la regolarità del voto.

Ieri la Corte costituzionale suprema egiziana doveva esprimersi sulla legittimità della Shura (Camera alta del Parlamento) e dell’Assemblea Costituente. Ma essendo stata circondata da una folla di islamisti ha deciso di «sospendere tutte le sessioni fino a quando non sarà possibile continuare il nostro lavoro senza pressioni psicologiche e materiali». La protesta preventiva di Fratelli Musulmani e salafiti è stata inscenata perché la Corte doveva rendere nulli i lavori dell’Assemblea Costituente, che venerdì ha terminato in fretta e furia la Costituzione del paese proprio per non vedersela annullare e ricominciare da capo.

VOTO COMUNQUE INUTILE. La Corte costituzionale suprema doveva annullare l’Assemblea costituente perché è stata eletta da un Parlamento che è stato giudicato incostituzionale. Il verdetto non è arrivato ma non è chiaro se sarebbe comunque servito a qualcosa: nella dichiarazione costituzionale con cui Mohamed Morsi, presidente dell’Egitto e membro della Fratellanza musulmana, si è proclamato dittatore del paese, è scritto anche che Assemblea Costituente e Shura non possono essere sciolte da nessun organo giudiziario.

REFERENDUM POPOLARE. La nuova Costituzione del paese, che il portavoce della Chiesa cattolica egiziana Rafic Greiche ha definito a tempi.it «dittatoriale e islamica», verrà approvata o respinta con un referendum popolare il 15 dicembre, secondo quanto annunciato da Morsi. Per protestare contro la presa islamista del potere, i giudici hanno però annunciato che non svolgeranno il loro ruolo di supervisione della correttezza del voto.

BOICOTTARE IL VOTO. Nelle ultime ore, molte associazioni hanno già chiamato a raccolta i propri sostenitori perché il voto del 15 dicembre venga boicottato. La stessa versione finale della Costituzione, scritta a colpi di maggioranza islamista, non è stata firmata dai cristiani, liberali e riformisti perché, spiega padre Greiche, «non potevamo firmare una Costituzione che presenta così tanti problemi per l’Egitto e in cui la maggioranza degli egiziani non si riconosce. In ogni articolo c’è almeno un problema, è inaccettabile». Non voteranno al referendum, per altri motivi, anche il Movimento jihadista salafita che ha criticato Morsi perché la Costituzione «non prevede l’applicazione della sharia» tout court e perché consegna «la sovranità al popolo e non a Dio».

MORSI IMPOPOLARE. Il 28 e 29 novembre è stato condotto dal Egyptian Center for Public Opinion Research un sondaggio sull’apprezzamento delle decisioni del presidente Morsi. I risultati della ricerca mostrano che Morsi è appoggiato dal 57 per cento della popolazione, contro il 78 di un mese fa. L’apprezzamento del presidente è più alto nelle campagne e inferiore nelle città, dove nell’ultima settimana decine di migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere le dimissioni del “Nuovo Faraone”.

@LeoneGrotti

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