Leggere Charlie Hebdo e scoprire che anche gli anticlericali hanno una religione: il laicismo scemo

Di Leone Grotti
14 Gennaio 2015
Il nuovo numero del settimanale satirico inneggia alla "laicità punto e basta", cioè che le Femen suonino le campane. Non ci siamo

charlie-hebdo-copertina-francia-islam-maometto«Tutto è perdonato» recita lo splendido titolo del nuovo numero di Charlie Hebdo, con Maometto che piange in copertina con il cartello «Je suis Charlie» tra le mani. Il giornale è uscito oggi nelle edicole francesi con una tiratura eccezionale di cinque milioni di copie, esattamente una settimana dopo l’attentato terroristico che ne ha decimato la redazione parigina. Ma le note liete del «giornale irresponsabile», come si autodefinisce in prima pagina, si fermano al titolo.

L’EDITORIALE. Il nocciolo di tutto il numero si riflette nell’editoriale di Gérard Biard, a pagina due e tre. Dopo aver ringraziato «di cuore» i milioni di persone che «ci sono veramente vicini» e aver mandato a «fanculo» tutti gli altri, si legge: «Però c’è una domanda che ci assilla: riusciremo finalmente a far sparire dal lessico politico e intellettuale quel brutto epiteto di “laicista integralista”?».

SERVE LA LAICITÀ. Cioè: «Speriamo che, a partire da questo 7 gennaio 2015, la difesa ferma della laicità sia un dato acquisito per tutti, che si smetterà finalmente di legittimare o anche solo di tollerare – per atteggiamento politico, per calcolo elettoralistico o per vigliaccheria – il comunitarismo e il relativismo culturale che aprono la strada a una cosa sola: il totalitarismo religioso». Perché «è un’ironia» ma solo «questa laicità punto e basta consente ai credenti e agli altri di vivere in pace», solo questa «permette la piena libertà di coscienza, negata – più o meno apertamente, secondo il loro posizionamento di marketing – da tutte le religioni dal momento in cui escono dalla sfera più stretta dell’intimità per scendere sul terreno della politica».

CHI È CHARLIE? «Io sono Charlie», insomma, significa «io sono la laicità». Detta così, non suona neanche troppo male. Ma come si esprime questa laicità invocata dal settimanale? Sfogliando le pagine del giornale, tra un Cristo inchiodato alla croce che chiede di essere girato per non scottarsi al sole e una vignetta in cui i musulmani sono ritratti con falli al posto dei nasi, tra un Papa che permette la comunione ai divorziati e invoca perdono «per queste succhiacazzi» e un Maometto in copertina con la faccia che è chiaramente un fallo capovolto, il tutto condito da volgarità morbose e sguaiate sparse qua e là, la cui colpa più grave è di far ridere molto poco; sfogliando le pagine del giornale, ecco, si capisce che la laicità «punto e basta» di Charlie Hebdo non è idilliaca, né positiva, né simpatica. È vuota.

charlie-hebdo-terrorismo-islamico-francia-tempi-copertinaDISTRUGGERE LA VERITÀ. La laicità, che poi coincide con la libertà tanto invocata in questi giorni, non è niente di più se non la libertà di dissacrare e relegare le religioni «nell’intimità». Laicità è accettare che «le campane di Notre-Dame rintocchino in nostro onore» ma solo se sono «le Femen a suonarle», continua l’editoriale. Ma se la massima espressione di libertà che la Francia sa offrire al suo popolo e al mondo intero equivale alla distruzione sistematica di ogni verità, anche solo presunta tale, c’è poco da ridere.

TRIBUNALI, NON KALASHNIKOV. Come ha espresso in modo sintetico ed efficace il cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux, spazzando il campo da ogni possibile dubbio di connivenza o giustificazione, «devo ammettere che Charlie Hebdo non era la mia tazza da the! Rilevo anche in certe caricature una vera violenza. Ma nel nostro Paese, in caso di contenzioso, le cose si regolano davanti ai tribunali. Non uccidendo la gente». Punto e basta.

NON SIAMO TUTTI CHARLIE. Resta solo un problema con cui la Francia e tutto l’Occidente devono fare i conti. Perché giovani francesi «si fanno sedurre dalle sirene dell’islamismo?». Perché l’Occidente, con la sua «crisi di valori», con l’esaltazione del «consumismo», con il fallimento della trasmissione della fede ha creato «un grande vuoto spirituale». La Francia, specie il governo Hollande, ha cercato di riempire questo vuoto «con l’educazione alla laicità». Ma la laicità, continua l’arcivescovo di Bordeaux, va bene come «principio repubblicano», non «come ragione di vita o di speranza». E poiché «un’attesa spirituale che non trova risposta», perché si vuole «cancellare la risposta dallo spazio pubblico», «rischia sempre di esprimersi in maniera violenta», ecco che il rimedio invocato da Charlie Hebdo al «totalitarismo religioso» non fa che alimentarlo. È anche per il bene di Charlie Hebdo che non siamo tutti Charlie.

@LeoneGrotti

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53 commenti

  1. RB

    A Filomena: Famiglia A: donna che partorira’ entro domani. Grande festa in attesa di Marco.
    Famiglia B: donna che dovrebbe partorire entro domani, ma la famiglia non vuole Serena,
    quindi quella cosa deve essere eliminata.
    Immagina di essere al posto di Serena, e sentire un arnese che entra dentro di te, e a pezzettini …….. Mi fermo perche’ mi vengono i brividi, ma e’ quello che succede.

  2. riccardo

    Shiva, i laici d’amore come te e come i paesi supposti tali, tipo messico, amano scuoiare le piante dei piedi ai bambini cristiani che non sputano sul Crocefisso e farli attraversare il paese (sui piedi scuoiati di cui sopra) per finirli a coltellate sulla tomba che gli hanno fatto scavare (però in nome della laicità dello stato quindi si può fare).
    Sarebbe una vignetta divertente per i tuoi amici gai di charlie hebdo, che ne pensi. Tanto si può ridere su tutto no?. Ridi Shiva, ridi.

  3. flaccido

    voi fate parte di quelli mandati afff@@@@!!!! siatene consci e restate ignoranti!

    1. ochalan

      Noi ricambiamo volentieri.

    2. diabolik

      Me s’è inca,,ato er flaccido…… ah ah ah

  4. Emilio

    sull’ondata di merda mediatica all’ultima moda, tempi.it (famoso per la sua “obbiettività”, “acutezza”, e “crociata” in favore dei valori morali intrapresa verso gli atei cattivoni che fanno tanta paura) fa beatamente una bella surfata.

    ovviamente una vignetta, per quanto idiota oppure “offensiva”, lede dei diritti, impedisce la libertà di culto e favorisce altri crimini, magari peggiori.

    certo, ed io sono napoleone.

    se Charlie Hebdo è passabile di denuncia lo è anche il Papa, e con parecchi presupposti validi.

    la sua dichiarazione riguardo religiosità dei terroristi, definendoli “senza Dio”, è senza alcun fondamento, discriminante e atta esclusivamente ad offendere una minoranza “colpevole” di campare meglio senza seguire un culto.

    mi sa proprio che chiamerò il mio avvocato.

    1. ochalan

      Lanci accuse da manicomio.

  5. angelo

    In pakistan c’ è una donna, madre di 4 figli, da 4 anni in galera, accusata di “blasfemia”. Ha dovuto partorire con le catene alle gambe. Si può immaginare una barbarie peggiore?
    E qui non si tratta di terroristi o islamisti, ma di tutto uno Stato islamico e della sua popolazione (islamica), che plaude a queste porcherie disumane..
    Quindi una “religione” del genere di merita ben altro delle vignette o della blasfemia! E fa proprio venire voglia di dissacrarla. Perchè non è una religione , ma una forma di idolatria farisaica e formalistica. E una dittatura.
    Vogliono difendere l’ onore del profeta… E allora se la prendono con le vignette….Ma che fesserie!
    Se il loro profeta fosse un vero profeta e se la loro religione fosse una vera religione, per difenderne l’ onore, andrebbero in Pakistan a liberare Asia Bibi. O si scandalizzerebbero e indignerebbero su quei due genitori buttati nel forno perchè accusati di aver bruciato delle pagine del corano.
    Ma niente! Un assordante silenzio della comunità islamica su queste cose! E sparano ai giornalisti di una redazione, per “difendere l’ onore del profeta”…
    Gesù Cristo è venuto sulla terra proprio per sputtanare questi farisei!

  6. Paolo Venisi

    Ma non avete risposto, chi tace acconsente.

    1. yoyo

      Semplicemente non sei degno di risposta. Ripeti i soliti luoghi comuni da collettivo studentesco.

      1. flaccido

        insomma non sai rispondere…. ammettilo!

        1. yoyo

          Una risposta ci sarebbe. Un NO grosso come una casa.

        2. ochalan

          Si risponde alle cose fondate, non alle leggende nere.

        3. GabsTheFabs

          Carissimi “laici” della morale ad personam, mi sapete spiegare in nome di che cosa a quel punto io non mi senta intitolato a fare degli altri “strame” o a manipolarli o ad usarli per raggiungere il mio scopo? Se l’uomo è materia, un ammasso di poltiglia organica senza senso e valore cosa mi impedisce di prendere una donna con la forza se questo è il mio desiderio (tra l’altro connaturato alla mia biologia)? Perchè è sbagliato? Forse per la paura del carcere? E se fossi sicuro di non essere beccato?
          Ma vi rendete conto di quello che dite? In questo modo si attua la legge del più forte (vedi Nazismo), non la libertà dell’Uomo. E il più forte è il Potere (dell’economia, della politica, delle lobbies) che molti di voi dicono di volere contrastare. Solo un Assoluto che sia ragionevole perchè vero per l’Uomo può arginare questa deriva. Se la vita ha un valore assoluto allora non si può accettare l’aborto o l’eutanasia: non sono un male o meno a seconda delle circostanze! Questo non significa imporre le proprie idee ma RICONOSCERE una evidenza. Voi invece fermate sempre e solo alla laicità e alla libertà che vi immaginate, ai vostri sogni utopici ma non portate mai il ragionamento alle conseguenze cui tali sogni utopici hanno invariabilmente portato nella storia. Questa è la china che il mondo sta percorrendo a velocità sempre più elevata e mi dà i brividi vedere milioni di uomini applaudire alla propria lenta ma inesorabile distruzione.

          1. Paolo Venisi

            @GabsTheFabs
            Non esistono solo gli atei, non si dice che l’uomo è solo poltiglia.. oppure si dice…
            ma è irrilevante.

            Il punto è proprio questo: la legge NON nasce dalla propria visione religiosa!!

            Nasce dalla ragione, guidata dall’esperienza al fine di raggiugere il bene comune poichè, essendo l’uomo una bestia sociale, il bene del singolo è in funzione di quello comune e viceversa.

            Quindi non serve nessun dio per fare le leggi capito?

            La religione è un fatto privato e non necessario…… proprio come la filosofia (che ha una dignità maggiore della religione quando questa diventa pura superstizione, tipico caso è il cristianesimo).

            Ti impedisce di compiere crimini il fatto che il crimine danneggia la comunità che viene quindi protetta da leggi specifiche.

            Tutto qui. Come vedi non serve Gesu Cristo e nessuno dei suoi … “ministri”.
            Se poi vuoi vivere in eterno puoi contattarmi che vendo a soli 5 euro un unguento formidabile che dona l’eterna giovinezza, in una bellissima confezione cartonata ed in omaggio un abbonamento annuale a Charlie Ebdo.

            La legge del piu forte appartiene alla natura ed entrambe sono frutto del tuo dio,
            che ha obbligato le creature ad uccidere per mangiarsi a vicenda, il che dimostra che il tuo dio NON è ragionevole e di sicuro NON è buono.

            La vita ha un valore assoluto per questo ognuno deve avere il diritto di vivere e morire con dignità.
            L’aborto e l’infanticidio sono due cose diverse.

            Ed è meglio non fare l’elenco delle terribili conseguenze che le vostre religioni hanno comportato e comportano perchè ci vorrebbe un tempo infinito.
            Per non parlare degli errori e delle monzogne divulgate.

            Se hai altri dubbi puoi chiamarmi al seguente numero

          2. To_Ni

            Shiva101 …Paolo ….Venisi
            sei scatenato.

            “La legge ….Nasce dalla ragione, guidata dall’esperienza al fine di raggiugere il bene comune poichè, essendo l’uomo una bestia sociale, il bene del singolo è in funzione di quello comune e viceversa.

            Quindi non serve nessun dio per fare le leggi capito?”

            Non posso seguire tutte le tue stupidaggini (mangiarsi a vicenda…la legge del più forte… ecc.). Ne ho preso solo una:
            Nessuno dice che occorre un dio per fare le legge. Dove lo hai letto? Pensare che la legge nasce dalla ragione solo il solito asino lo può sostenere. La legge nasce dai rapporti di forza del momento. In occidente abbiamo seguito una strada , diciamo, ludica. Le forze si confrontano in competizione. Ora prevalgono una …in futuro l’altra…. ognuno con la loro ragione. Ognuno influenza gli altri. C’è chi si fa convincere oppure no. Ognuno può rimanere ciò che è se vuole.
            Mi pare che i criminali odierni coltivano sogni d’ingegneria sociale perchè vogliono cambiare questo.
            Un cattolico che vuole una certa legge lo fa secondo ragione e vuole il bene comune meglio di te.

            PS:L’aborto ed infanticidio sono una evoluzione e non sono cose diverse.
            Non sei in grado di fare nessun elenco delle cose “terribili” fatte dalle religioni. Se lo tenti ti copri di ridicolo.
            Non parlare di errori e menzogne perché non hai la più pallida idea di quello che scrivi.
            Non dare numeri, nessuno ti chiama, …vai a letto.

          3. Cisco

            “Il punto è proprio questo: la legge NON nasce dalla propria visione religiosa!!
            Nasce dalla ragione, guidata dall’esperienza al fine di raggiugere il bene comune poichè, essendo l’uomo una bestia sociale, il bene del singolo è in funzione di quello comune e viceversa.”

            Bene Shiva, finalmente una cosa sensata.
            Leggiti il discorso di BXVI al Bundestag, così inizia a capire qualcosa sul cattolicesimo:

            “Come si riconosce ciò che è giusto? Nella storia, gli ordinamenti giuridici sono stati quasi sempre motivati in modo religioso: sulla base di un riferimento alla Divinità si decide ciò che tra gli uomini è giusto. Contrariamente ad altre grandi religioni, il cristianesimo non ha mai imposto allo Stato e alla società un diritto rivelato, mai un ordinamento giuridico derivante da una rivelazione. Ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto – ha rimandato all’armonia tra ragione oggettiva e soggettiva, un’armonia che però presuppone l’essere ambedue le sfere fondate nella Ragione creatrice di Dio. Con ciò i teologi cristiani si sono associati ad un movimento filosofico e giuridico che si era formato sin dal secolo II a. Cr. Nella prima metà del secondo secolo precristiano si ebbe un incontro tra il diritto naturale sociale sviluppato dai filosofi stoici e autorevoli maestri del diritto romano.[3] In questo contatto è nata la cultura giuridica occidentale, che è stata ed è tuttora di un’importanza determinante per la cultura giuridica dell’umanità. Da questo legame precristiano tra diritto e filosofia parte la via che porta, attraverso il Medioevo cristiano, allo sviluppo giuridico dell’Illuminismo fino alla Dichiarazione dei Diritti umani e fino alla nostra Legge Fondamentale tedesca, con cui il nostro popolo, nel 1949, ha riconosciuto “gli inviolabili e inalienabili diritti dell’uomo come fondamento di ogni comunità umana, della pace e della giustizia nel mondo”.

            http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2011/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20110922_reichstag-berlin_it.html

  7. yoyo

    Articolo preciso al millimetro. Contento che nel mondo cattolico questa posizione si ampli. La Francia non riesce a capire dove stanno i suoi torti perché ha trasformato la laicità in un idolo. In troppi confondono la Francia con l idolo.

  8. Paolo Venisi

    Lo Stato NON è il posto dove deve stare la religione.

    Siete falsi, perchè volete impadronirvi del potere ma dite di non volerlo fare sperando di riuscirci senza che nessuno se ne accorga.
    E allora qualunque difesa dalle vostre ingerenze diventa a sua volta un attacco alla vostra liberta religiosa, e quindi chidete in continuazione sempre più potere con la scusa di non essere liberi.
    Siete maligni.

    Volete comandare le istituzioni di uno Stato e imporre a tutti la morale della vostra religione?

    Se sì allora ho ragione io e Charlie Hebdo.

    1. Giuseppe

      Paolo, accendi il cervello, rileggi il pezzo e rifletti.
      Sennò continui a ripetere frasi fatte e vuote; vuote come la laicità di C.H., appunto.

      1. cesare

        Concordo pienamente con la tua analisi, laicita’ significa separare il Diritto civile che regola la vita dello Stato dal Diritto canonico che governa la tua chiesa o setta sanguinaria.Se non vogliamo ritornare alle guerre dei secoli bui, e’ la sola via praticabile da tutti stei e devoti.

    2. Cisco

      @Paolo
      Non è così, quindi non avete ragione ne tu ne Charlie.
      La fede e’ un criterio di giudizio sulla vita, non una semplice preghiera che si recita al chiuso della propria stanza.
      Nessuno vuole imporre nulla allo stato, ma si come qualcosa lo stato decide, occorre giudicarlo a partire dalla propria coscienza. Non vedo altri criteri che non siano ideologici al di fuori di questo.

      1. Filomena...

        La fede è un criterio sulla vita, ma quella di ogni singola persona e non c’è una coscienza collettiva che risponde ad un unica morale. Alla fine le leggi dello Stato rispondono giustamente al frutto di mediazioni e compromessi tra sensibilità diverse, non alla morale di una sola parte come una verità rivelata e indiscutibile.

        1. giuliano

          Filomena stai parlando della tua parte vero ?? quello che hai detto si adatta molto bene a te e ai replicanti di sinistra tuoi fratelli zigoti

          1. Filomena^^^^

            Parlo di tutti, non c’è una morale superiore ad un’altra. Ognuno segue la sua!!!

          2. Giannino Stoppani

            Io conosco uno che per dar retta alla “sua” morale prende a calci nel sedere tutti quelli che si fanno chiamare Filomena.
            Che bischerata folle la morale ad personam!

          3. flaccido

            io conosco uno che per dare retta all morale cattolica uccide i gay

          4. yoyo

            E chi sarebbe, di grazia? Perché lo dici a noi e non ai carabinieri?

          5. Giannino Stoppani

            Credo proprio che il signor flaccido ne sappia poco di “morale cattolica” e di tante altre cose.

          6. filomena---

            Le lesioni personali (vedi calci nel sedere tutti i Giannino), sono un reato perseguibile. Come sempre confondi il reato col peccato. Del peccato non importa a quasi nessuno, tranne voi.

          7. Giannino Stoppani

            Primo, io non ho tirato in ballo nessun peccato, tanto più che prendere a calci nel sedere qualcuno non è affatto detto che sia sempre un peccato.
            Secondo, se, come tu scioccamente sostieni, ognuno ha una morale personale, le leggi vigenti non sono altro che l’espressione della dittatura della maggioranza sulla minoranza, perciò il mio ipotetico conoscente ti può prendere a calci nel sedere fino agli antipodi ed essere perfettamente in armonia con la propria coscienza, visto che la sua morale personale è, come dev’essere, una variabile totalmente indipendente dall’ordinamento giuridico che caratterizza la società ove accidentalmente si trova a vivere.
            Anzi il calciatore delle tue già da tempo devastate terga può pure legittimamente coltivare, a ragione, l’intima sensazione di aver svolto un sacrosanto dovere.

          8. To_Ni_

            @ Filomena

            Ovvio che c’è una morale superiore ad un’altra. Tranne che si consideri la morale di un pigro uguale a quella di una persona laboriosa. Oppure quella di un tirchio rispetto a quella di un generoso ( e vado leggero con gli esempi). Ed è ovvio che un pigro, un laborioso, un tirchio, un generoso ecc…. rendono felici o infelici che ha la fortuna o la disgrazia di chi ha vicino.
            Che razza di pensieri che hai.
            Non parlare per tutti.

        2. Quercia

          “Alla fine le leggi dello Stato rispondono giustamente al frutto di mediazioni e compromessi tra sensibilità diverse,”

          Esatto. Non sopprime le “diverse sensibilità” in nome dell’ateismo, nascosto dietro una falsa definizione di laicità.

        3. Cisco

          @Filomena
          La propria posizione morale deve essere discussa pubblicamente proprio per trovare una posizione possibilmente maggioritaria, dato che la morale deriva dalla ragione e tutti ne abbiamo una. Ciò accade in tutte le democrazie. Poi a volte i compromessi sono impossibili: per esempio tra ammazzare una persona con l’aborto o l’eutanasia e non ammazzarla affatto non essitono compromessi, a meno che non si consideri come tale iniettarle solo il virus della varicella.

          1. Filomena***

            Nei Paesi civili l’omicidio di una persona “già nata” è un reato perché ci siamo tutti convinti di ciò. Viceversa in quasi tutti i Paesi civili l’aborto non è un reato perché evidentemente la maggioranza delle persone quantomeno non lo ritiene un fatto cosí grave come l’omicidio. Quando riuscirete a convincere chi ha votato per la depenalizzazione dell’aborto, che stanno commettendo un omicidio, allora tornerà ad essere un reato. Ma sarà assai dura……perlomeno finché gli argomenti usati saranno la legge naturale voluta da Dio. È come dire che l’uomo non può vivere senza sottomettersi alla volontà divina. Oltre che essere palesemente smentiti dalla realtà, il vostro è un insulto all’intelligenza delle persone.

          2. Sebastiano

            Visto che siamo palesemente smentiti dalla realtà, spiegaci in modo scientifico perché a uno che è “già nato” si riconoscono i diritti a continuare a vivere, mentre a uno che deve ancora nascere non se ne riconosce il più importante (quello di venire alla luce). Dico “in modo scientifico”, in maniera che tu ci illumini su quale sia la differenza sostanziale e inoppugnabile fra i due esseri, senza tirare in ballo il solito mantra su noi che siamo obnubilati dalla morale e menate varie.
            Ma scommetto che te la svigni alla grande. Dalla realtà.

          3. Filomena....

            Sebastiano, nel mio post precedente non ho parlato di dimostrazioni scientifiche ma di convincimenti che riguardano la maggioranza delle persone che vivono in Paesi democratici e civili e che si danno le regole di convivenza anche a prescindere dalla morale ispirata da principi religiosi. Se è comune sentire che l’aborto non è un omicidio, bisognerebbe indagare le ragioni di ciò. Del resto questo comune sentire che rispecchia le leggi di molti Stati civili e democratici rappresenta una idea abbastanza condivisa. In Italia la legge 194 è stata votata dal Parlamento e confermata da referendum. All’epoca io ero una ragazzina e sono cresciuta nella convinzione che questo fosse una grande conquista per le donne, convinzione che con gli anni si è radicata e che difficilmente qualcuno riuscirà a demolire. Scientificamente o non scientificamente. Probabilmente questo vale anche per chi ha votato a favore dell’aborto. Io se fossi in te mi chiederei perché l’aborto non viene considerato omicidio invece di inveire contro chi pensa questo.

          4. RB

            Famiglia A: donna che partorira’ entro domani. Grande festa in attesa di Marco. Famiglia B: donna che dovrebbe partorire entro domani, ma la famiglia non vuole Serena, quindi quella cosa deve essere eliminata.

          5. filomena"""

            Ti ho risposto ma non vedo pubblicato il post. Spero che compaia presto.

          6. To_Ni_63

            @ Filomena***
            Chi nega che esiste una natura umana e Dio ha fatto le peggiori cose nella storia . E questa è la realtà non può essere smentita. E gli esempi ne esistono una quantità enorme.
            L’unica cosa che hai detto nel tuo post è che la discriminante per uccidere o meno una persona “già nata” è se esiste o meno “nei paesi civili” l’accordo (o maggioranza) per sopprimerla o meno.
            Ovviamente sosterrai che non è possibile che si verifichi una eventualità di tale tipo.
            Pure nella Belle Époque ottimisticamente non si immaginava la prima guerra mondiale ed il nazismo.

          7. Cisco

            @Filomena
            Appunto Filomena: quindi ammetti che il compromesso sulle grandi questioni e’ difficile, e quindi si decide a colpi di maggioranza. Altro che compromessi….

    3. giuliano

      le canne del centro sociale che hai fumato ti fanno moooolto male caro Paolo Venisi

    4. Quercia

      Caro Venisi, ma sei Shiva? te lo chiedo perchè scrivi nella stessa identica maniera.

      Cmq.

      1) Cos’è lo stato? Se lo stato siamo noi, ossia l’insieme di tutti i cittadini italiani, e in una democrazia questo è, non vedo perchè tu se sei ateo puoi proporre come gestire la cosa pubblica, mentre un credente no. L’ateismo è una religione come tante altre, del resto note associazioni ateiste italiane hanno chiesto (forse ll’hanno ottenuto) di poter ricevere l’8×1000.

      2) Io personalmente non voglio impadronirmi di nulla. Semplicemente come cittadino italiano ho il diritto (per il momento) di poter votare ed esprimermi sulla “res pubblica” senza dover abiurare alla mia fede, qualunque essa sia. Questo è permesso da un concetto fondamentale: la laicità. La laicità non è l’esclusione di tutti i cittadini che non si riconoscono nei dogmi dell’ateismo, ma la garanzia per tutti i cittadini di poter proporre la propria opinione indipendentemente da ciò in cui credono (grande architetto, Dio, Jahwè, Allah, nulla, Budda ecc). Proporre non significa decidere. La decisione spetterà al popolo.

      3) Da questo deriva, salvo complotti vari da dimostrare, che non esistono ingerenze se non nella testa di chi vorrebbe porre sotto silenzio tutti i cittadini che non la pensano come lui.

      L’avevo già scritto: in una democrazia laica non puoi dire ad un altro cittadino “Taci perchè sei cristiano/buddista/ateo/agnostico/mussulmano”. Lo puoi fare in una teocrazia o in un regime ateo. In entrambi i casi però la laicità è calpestata.

      1. Paolo Venisi

        1) Un credente puo farlo ma non a titolo di altre leggi, i dogmi, create dalla sua fazione con a capo un leader che si contrappone e addirittura si ritiene superiore allo Stato stesso.

        L’ateismo non è una religione e non ha dogmi, queste battute semplicemente infantili dimostrano la malafede e la povertà delel argomentazioni.

        Se proprio ci tieni ad usare la parola dogma allora il dogma del… laico (che non è per forza ateo!!) è che la legge è uguale PER TUTTI.
        E non esistono privilegi per nessuno.
        Questo significa che anche voi cristiani dovete seguire la legge.
        Però poi quando c’e’ qualcosa che non convinene allora dite che non siete liberi.
        Per questo se vuoi aderire alla res pubblica devi essere pronto ad abiurare alla tua fede se questa ti pone contro alla prima.

        Per questo il cristianesimo è una religione pericolosa socialmente.

        Ok?

        E quindi il punto 2):
        non vuoi impadronirti di nulla, tu personalmente, ma ubbidisci alla tua religione che invece vuole farlo, sempre tramite l’inganno è ovvio.

        Da qui nasce ad esempio il furto, come stabilito perfino dalla COrte dei Conti, dell’8×1000 mentre in tv vanno in scena spot ingannevoli.
        La res pubblica non è la res ecclesia.

        Non si dice, punto 3), taci perchè sei cristiano:
        si dice, ad esempio, taci perchè stai istigando l’omofobia
        oppure taci perchè non hai fornito i nomi dei correntisti dello IOR, perchè hai protetto i pedofili ecc..

        1. Quercia

          Ciao Shiva, bentornato

          1) “Ok?” mica tanto…
          se l’ateismo non è una “religione” come tante altre, perchè alcune associazioni atee hanno richiesto di poter essere beneficiarie dell’8permille e si autodefiniscono “religione”???
          http://www.uccronline.it/2013/07/14/e-grazie-alluaar-lateismo-diventa-una-religione/
          “Questo significa che anche voi cristiani dovete seguire la legge.”: visto che i cristiani in Italia sono qualche decina di milioni, hai le prove per accusare (se non addirittura già condannare) tutti questi cittadini di non rispettare la legge?

          Un dogma dell’ateismo militante è per esempio l’esclusione da tutto l’ambito pubblico delle altre religioni. La legge è uguale per tutti non è affatto un dogma di una certa vulgata ateista. Anzi. Lo è l’esatto contrario, per esempio quando si ipotizza che le teorie atee possano e debbano essere sponsorizzate, mentre le teorie di altre religioni no (si parla in quel caso di “manifestare in privato” il che è un ossimoro. E’ come se ti dicessi: “urla in silenzio”). Alla faccia del “E non esistono privilegi per nessuno.”. Quindi tu puoi andare in giro nelle piazze italiane a dire “Dio non esiste”, mentre Tizio non può andare nelle stesse piazze a dire “Dio esiste”. La noti l’assurdità e la contraddizione in ciò che dici??

          2) “non vuoi impadronirti di nulla, tu personalmente, ma ubbidisci alla tua religione che invece vuole farlo, sempre tramite l’inganno è ovvio.” E’ ovvio. Certo 😉 …Questo in che film l’hai visto?

          3) ” taci perchè non hai fornito i nomi dei correntisti dello IOR”…facendo finta che sia vero il tuo discorso ne consegue che la responsabilità penale secondo te diventa collettiva. Andiam sempre meglio. Quindi da oggi accuso tutti i mussulmani per gli attentati alle torri gemelle o tutti gli atei per i lager e i gulag.

          4) Per concludere caro Shiva, ma secondo te in una democrazia c’è spazio per le religioni? Se no, com’è ovvio (da quello che scrivi), perchè difendi la laicità? difendi e proponi l’ateismo di stato e stop. Art. 1 costituzione di Shiva/PaoloVenisi: “La repubblica è atea. Tutti i cittadini non possono manifestare, se diversa, la loro fede, nè parlarne nè insegnarla ai propri figli”.
          Ma soprattutto, se uno stato non solo non rispetta ma anzi condanna e vieta i convincimenti dei propri cittadini, è classificabile “democrazia”? Ovviamente no.
          L’esempio pratico di questo tipo di stato c’è già stato: unione sovietica.

        2. Cisco

          @Shiva-Venisi

          “se vuoi aderire alla res pubblica devi essere pronto ad abiurare alla tua fede se questa ti pone contro alla prima”

          E chi vuole adrire alla res publica? Cos’è un dogma? Al massimo io aderisco alla res cogitans!
          Cmq non lo decidi tu quello che gli altri devono abiurare, e neanche la legge lo può decidere, se è appunto “laica”.

      2. Pioppo

        Caro Quercia,

        in uno stato laico il legislatore, quando deve fare una legge (che solitamente viene fatta per regolamentare un bisogno, se così vogliamo chiamarlo, dei cittadini), deve sentirsi libero di farla senza fermarsi neanche un secondo a pensare quali ripercussioni potrebbe avere sulle tante religioni presenti sul territorio del suo stato. Altrimenti, se dovesse accontentare tutte le religioni, non potrebbe legiferare.

        Questo ovviamente vale quando si fanno delle leggi che vanno ad ampliare i diritti della cittadinanza, non di certo se si vogliono fare leggi che limitano o eliminano le religioni.

        Questa è la definizione di stato laico.

        Ora, se viene fatta una legge che introduce l’aborto, tu cristiano, Pippo musulmano, Topolino induista, potete continuare a mettere al mondo figli senza usufruire di questo diritto? Sì.

        Se viene fatta una legge che introduce le coppie di fatto, tu cristiano, Pippo musulmano, Topolino induista, potete continuare a sposarvi con i riti previsti dalle vostre religioni? Sì.

        Se viene fatta una legge che introduce l’eutanasia, tu cristiano, Pippo musulmano, Topolino induista, potete continuare ad attendere l’ora della vostra morte come meglio credete? Sì.

        Se tutte le volte in cui lo stato cerca di legiferare in questi 3 ambiti, il Vaticano fa la voce grossa perché ritiene di “avere il copyright” su questi argomenti, organizzando conferenze stampa, referendum e chi più ne ha, più ne metta… e facendo fare marcia indietro ai nostri politici che sono dei burattini che hanno paura di perdere voti a destra e a manca (pur inserendo i sopracitati temi nelle campagne elettorali)… io posso usufruire di quei diritti? NO.

        Chi è che sconfina? Lo stato o la chiesa?

        Chi limita la libertà degli altri? Lo stato o la chiesa?

        Tu, singolo cittadino credente, puoi fare, dire e pensare tutto quello che vuoi. Puoi anche creare un partito politico e fare un programma elettorale che trasforma la costituzione italiana nei 10 comandamenti se vuoi. Se qualcuno vi vota, siete anche liberi di farlo.

        Sei anche libero di fare il segno della croce quando passi davanti a una chiesa o di fare la preghiera prima di mangiare al ristorante. E se qualcuno dovesse riderti in faccia perché lo trova “da sfigati”, lo puoi anche denunciare grazie alla legge Mancino. Legge che, tra l’altro, qualcuno di fede cattolica non vuole estendere ad altre persone in Italia.

        Idem se un giornale come quello francese esistesse in Italia e prendesse in giro i cattolici.

        L’istituzione Vaticano, non può dire come lo stato dovrebbe o non dovrebbe fare una legge. Ci sono degli accordi tra stato e chiesa, che non vengono rispettati da secoli. E ci siamo un po’ scocciati.

        Lo stato è laico e le religioni, TUTTE, sono ospiti dello stato. E hanno tutte la stessa importanza per lo stato. Ovvero: nessuna. Lo stato si limita solamente a non fare leggi che limitano una religione.

        Così è come funziona uno stato laico, e l’Italia mi sembra tutto fuorché questo.

        1. Quercia

          Caro Pioppo, ti domando anche a te: cos’è lo stato?
          E’ un’entità para-divina o è l’insieme di noi cittadini? Io credo la seconda.
          In una democrazia laica chi può proporre la sua idea su che tipo di società costruire? tutti i cittadini a prescindere dal loro credo.
          In una democrazia chi è che decide? Il popolo (di solito attraverso il parlamento). Che ti faccio notare ha diverse sensibilità religiose. Altrimenti escludiamo questa o quella religione. Al momento, grazie alla laicità nessuna religione è esclusa.

          Quindi..assodato questo, è sacrosanto dire che tutti i cittadini possono esprimersi sui temi politici, poi il popolo decide. Successivamente chi non la pensa come il popolo, non è condannato al silenzio e alla rassegnazione. Infatti, seppur sia obbligato a rispettare la legge che non condivide, può proporre il cambiamento.

          Invece secondo una certa ideologia ateista si vorrebbe che:
          Lo stato sia un’entità astratta.
          In democrazia potessero esprimersi solo chi abiura alla propria fede. Quante volte abbiamo sentito (anche da intellettuali e politici), spesso urlando a sproposito “laicitààààaaahhh!!!” che le religioni devono essere libere di manifestare, ma solo in privato. Il che significa tacere.
          Le decisioni le prenda il popolo, però se non sono gradite allora è giusto che le prenda qualcun’altro.

          “in uno stato laico il legislatore, quando deve fare una legge, deve sentirsi libero di farla senza fermarsi neanche un secondo a pensare quali ripercussioni potrebbe avere sulle tante religioni presenti sul territorio del suo stato. Altrimenti, se dovesse accontentare tutte le religioni, non potrebbe legiferare.”
          Esatto. Ma chi è che vota il legislatore? i cittadini. Ciascun cittadino ha una propria sensibilità. Quindi o eliminiamo tutti i cittadini che non la pensano come te, oppure per modificare, eliminare o creare una legge è necessario che la maggioranza dei cittadini (espresso poi in voti, che si trasformano a loro volta in parlamentari) sia d’accordo.

          “Se tutte le volte in cui lo stato cerca di legiferare in questi 3 ambiti, il Vaticano fa la voce grossa perché ritiene di “avere il copyright” su questi argomenti, organizzando conferenze stampa, referendum e chi più ne ha, più ne metta… e facendo fare marcia indietro ai nostri politici che sono dei burattini che hanno paura di perdere voti a destra e a manca (pur inserendo i sopracitati temi nelle campagne elettorali)… io posso usufruire di quei diritti? NO.”

          Ci risiamo. Il fatto è che lo stato siamo noi. Non è un’entità astratta che la pensa come te. Siamo io e te e altri 60 milioni di persone. Quindi quando la Chiesa fa “la voce grossa”, muove decine di milioni di italiani. E la chiesa come qualsiasi altra organizzazione ha il sacrosanto diritto ad esprimere la sua opinione (non ha fare intrallazzi ecc). A meno che non vogliamo escludere milioni di cittadini dal diritto di voto. Ma qui si ricasca nel discorso democrazia e laicità.
          Se in Italia ci sono milioni di persone che per esempio sui temi che citavi, non la pensano come te, cosa facciamo? li escludiamo? in base a cosa? La laicità non garantisce proprio quei milioni di italiani “cattolici” di poter esprimere il loro parere? come tra l’altro garantisce pure te di poter esprimere in una paese bigotto (giusto?) tesi contrarie alla “morale cattolica”. Se li escludiamo perchè “ascoltano il papa”, possiamo parlare ancora di democrazia?

          Del resto l’hai detto pure tu: “ai nostri politici che sono dei burattini che hanno paura di perdere voti a destra e a manca”. Esatto perdere voti. Ossia cittadini italiani che su un tema o su un altro la pensano come te o in maniera opposta (senza voler giustificare la doppiezza di alcuni politici).

          1. Giannino Stoppani

            Parafrasando Don Camillo:
            “Ma non è mica di quercia, Signore, è di pioppo! Leggero, morbido…”

  9. Cisco

    Perfettamente d’accordo: l’ateocrazia laicista e’ quasi peggio della Sharia. Si vuole innalzare un criterio di convivenza pacifica – la laicità – in contenuto ideologico che elimina le religioni dallo spazio pubblico.

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