Nemmeno la madre della legge Simone Veil pensava che l’aborto fosse un «diritto fondamentale»

Di Redazione
28 Novembre 2014
Francia. Per il deputato francese Jean-Christophe Fromantin, anche l'ex ministro che legalizzò la pratica «riconosceva il carattere eccezionale e drammatico della decisione»

La Francia ha tradito Simone Veil (nella foto), l’ex ministro che nel 1974 diede il nome alla legge che legalizzò l’aborto. A 40 anni dall’approvazione di quel testo, l’Assemblea nazionale ha votato una risoluzione per «riaffermare il diritto fondamentale all’aborto». Peccato che essa «non riaffermi in niente il progetto presentato da Simone Veil».

ABORTO COME ECCEZIONE. A scriverlo sul Le Figaro è Jean-Christophe Fromantin, sindaco e deputato, tra i sette politici che il 26 novembre in aula hanno votato contro la risoluzione. «Nel testo originario di cui celebriamo l’anniversario si parlava di derogare al principio di protezione dell’essere umano dal principio della sua vita. Era necessario, ma la stessa Simone Veil riconosceva il carattere eccezionale e drammatico di questa decisione».

«RILEGGETEVI SIMONE VEIL». Invece, «la trasformazione in diritto fondamentale effettuata dalla risoluzione apre alla banalizzazione dell’aborto e segna un cambiamento profondo rispetto al principio di eccezione che ha sempre prevalso fino ad oggi». Tutti coloro che parlano di «diritto», come l’attrice Catherine Deneuve, «dovrebbero passare un po’ di tempo a rileggere il discorso di Simone Veil», il cui «impegno era contrario» a questa deriva. Inoltre, questo nuovo passo «non rientra nell’orientamento della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che esclude la logica unilaterale di un diritto all’aborto e si rifà a un equilibrio proporzionato di diritti, libertà e interessi concorrenti» della madre e del bambino.

PERCHÉ NON C’ERA NESSUNO? E a tutti coloro, nel suo partito (Udi) e non, che l’hanno criticato per aver votato contro la risoluzione, ricorda che in aula c’erano solo 151 deputati su 577: «Sono sconvolto che solo 151 deputati fossero presenti per un testo come questo e anche chi mi critica [per il mio voto] non era presente. Che cosa resta dei convincimenti di una parte e dell’altra se un tardo pomeriggio di un mercoledì, su un testo altamente simbolico, più di 400 deputati sono assenti dall’emiciclo? Perché i politici fanno mostra di coraggio sulle grandi riforme di cui la Francia ha bisogno e poi rinunciano ad affermare le loro convinzioni? Credo che queste domande meritino di essere poste a tutti coloro che danno grandi lezioni di morale e si rifugiano nel pensiero facile».

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    64 commenti

    1. filomena

      Data la quantità di reperti in circolazione, io proporrei piuttosto un museo delle reliquie. Cosa ne diresti di queste?
      In Svizzera, a Sciaffusa, è conservato il fiato di San Giuseppe rilasciato sul guanto di Nicodemo.
      San Biagio ha, come reliquie, sei braccia, mentre San Vincenzo e Santa Tecla ne hanno nove ciascuno. Sta meglio San Filippo che ne ha diciassette anche se è superato da San Giacomo che ne ha diciotto. Sant’Agata ha sei mammelle mentre San Giovanni venti mascelle. San Bartolomeo ha nove mani con tutte le dita.
      Gesù è ben rappresentato in sette chiese, ciascuna delle quali conserva un suo prepuzio. Il suo sangue è conservato in ampolle a La Rochelle, a Mantova, a Roma, … Dovunque, in Europa, si trovano altre reliquie di Gesù, alcune delle quali ripetute: il panno che lo avvolgeva, la camicetta da neonato, la mangiatoia in cui giacque, l’intero altare su cui fu posto quando fu presentato al tempio, il ramoscello d’ulivo che agitava quando entrò in Gerusalemme, la sua barba, l’ombelico, le lacrime versate alla morte di Lazzaro, un poco di terra che calpestò quando resuscitò Lazzaro. Grande importanza riveste la reliquia di una pietra con l’impronta del piede di Gesù lasciata quando prese lo slancio (principio di azione e reazione) per elevarsi al Cielo lasciando evidentemente l’impronta dell’atto. I vasi delle nozze di Cana sono dappertutto ma c’è chi ha anche alcuni pani moltiplicati in quella occasione. Si ha il tavolo su cui Gesù ed Apostoli fecero l’Ultima Cena, un pezzo di pane avanzato, il coltello con cui Gesù tagliò l’agnello pasquale ed un piatto in cui fu mangiato. Un cervello di S. Giovanni è nell’abbazia di Tiron, un altro a Nogent-le Rotrou. Un orecchio sta a Parigi, un altro a Saint Flour e un altro ancora a Praga. Si ricordano inoltre una quarantina di altre teste che non possiamo indicare esattamente con sicurezza. Papa Urbano VI fece mozzare la testa di Santa Caterina nel 1381 per portarla a Roma come reliquia (ma della santa esistono vari pezzi di corpo in giro per l’Italia). Anche di Sant’Agata fu mozzata la testa per farne una reliquia (su questa santa vi è anche la contesa tra due città, Gallipoli e Galatina, di una mammella che fu trovata dal vescovo di Gallipoli nella bocca di un bambino.)

      1. Toni

        @ Filomena
        Perché cambi discorso…. : -) , ti ho dato un fraterno consiglio a te e Lu a giocare a briscola (gioco dignitoso e sul quale potete esprimere adeguato talento) e non pagare le tasse. L’aborto è una conquista … un diritto umano, …. fai un museo e non paghi le tasse. Anche se fai finta di non capire voglio dirti che non sono solo i luoghi di culto i “privilegiati”. Ma tu preferisci focalizzarti su questi . Se io non pago l’IMU perché ho una associazione di occupa della cultura del “cavallo” …. non ti turbi. Il senso civico a senso unico.

        Sulle relique:

        Vuoi ….. 🙂 depistare?

        Sulla venerazione delle reliquie, per furore ideologico, fai il solito buco nell’acqua. Si tratta di una cosa da leggere sotto molti profili. Uno è antropologico: Il buddismo, ma anche l’islamismo (non in modo ufficiale) venerano le reliquie (ma anche molte altre culture… e financo i primitivi avevano qualcosa di simile) . L’inflazione delle reliquie è stata biasimata già dal suo sorgere… da chi ha visto il commercio e gli “eccessi” di devozione. Il credere o meno ad una reliquia non costituisce un obbligo per i fedeli, non sono da considerare talismani (sarebbe un peccato grave) rappresentano un attaccamento alla propria tradizione.

        Per il museo aborto … Iena può aiutarti … non ignorarla … quello solo sa fare.

    2. Filomena

      LU, se vuoi fondare una nuova religione, dal punto di vista della gestione economica e logistica ti consiglierei per ottimizzare le spese, nel caso tu possegga una casa di proprietà, di venderla e di comprare una chiesa, così almeno non pagherai più alcuna tassa e potrai viverci serenamente oltre che avere un luogo di culto per fondare la nuova religione.

      1. Toni

        @ Filomena e Lu
        Godono esenzioni anche gli “immobili destinati esclusivamente allo svolgimento di attività previdenziali, assistenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali ricreative e sportive.”
        Ma io a te e LU vi consiglierei non di indirizzarvi sulla nuova religione, ma piuttosto sull’attività ricreative …. tipo trasformare la casa di proprietà (perché vendere?) nella sede di una associazione di giocatori di briscola… vi vedo affiatati per fare coppia. E sarete esentati

        PS: Non sarebbe male l’idea di un museo sulla storia dell’aborto: non vi mancheranno i materiali, pompe di bicicletta, il poster della radicale che somiglia la sorella del Signor Barns (quello dei Simpson), sacchi di rifiuti organici … e potete contare sulla consulenza di Lena, che ne può fare pure il custode e cane da guardia (non si offende…ama gli animali).

        Ascoltate i miei consigli, io vi conosco bene … sarà un successo.

    3. grisostomo

      L’aborto è un crimine contro l’umanità, compiuto mediante l’omicidio di feti. Il feto è un essere umano perfettamente determinato ed in via di formazione. Questa è una emergenza che non ha nulla a che vedere con nessuna religione; riflettere sul declino delle società che permettono l’aborto qualificandolo come inesistente “diritto”: Europa, Cina, Stati Uniti. Bisogna agire nella cultura, sulle società, sui governi e sull’ONU perchè questa piaga, che ha causato finora oltre due miliardi di morti massacrati nel seno materno, cessi, e perchè i responsabili vengano estirpati dalla comunità umana. Bisogna che venga coinvolta la scienza medica.
      Non c’è nessuna speranza di salvezza sulla terra per l’umanbità se questa piaga non viene fermata.

      1. LU

        Questa è una emergenza che non ha nulla a che vedere con nessuna religione; riflettere sul declino delle società che permettono l’aborto

        Ma è un proprio un vero disastro! adesso ci sono società declinanti che permettono l’aborto. Prima no, le società non lo permettevano. Come per esempio non c’era l’aborto nella società… nella soc… nella… ops: non mi ricordo in quale società non c’è stato l’aborto.

        1. EquesFidus

          Che ragionamento stolto: se è per questo, anche in tutte le società, a prescindere dall’epoca e dall’orientamento religioso, ci sono stati furti ed omicidi; e quindi? Legalizziamo anche il furto e l’omicidio? O magari, in piena coerenza con i sostenitori del “diritto” all’aborto, legalizziamo anche l’infanticidio dei neonati deformi, perché a Sparta e nell’antica Roma lo praticavano?

        2. Toni

          Lucillo o Lu o forse … sei un gigante , ora capisco il perché Tempi non pubblica alcuni tuoi post. teme la profondità del argomentare che demolirebbe Tempi e Vaticano contemporaneamente . Io che crepo d’invidia per tale grandezza ti dico che sei superficiale. Che sei indifferente alla tua vita, alla vita degli altri …ma infondo anche quella che ti dovrebbe essere più cara. Esprimi una ironia vigliacca di chi pensa di avere la forza dei numeri da poter accampare come diritto il farsi la cacca a dosso. E ti senti baldanzoso … urca che sei tosto. Ancora non mi sono ripreso dal tuo spiegare, con parole adatte, ai tuoi figli che da maschi si possono sentire femmina e vicersa … sventurati. Io, che temo l’eterogenesi dei fini, mi auguro che l’ISIS non arrivi mai in Italia…. perché non avrai neanche il tempo di toglierti i tacchi a spillo per scappare. Perché tra l’altro… siete pacifisti…. ma il pacifismo dei vigliacchi. Poi lo racconti a loro che avete la “maggioranza”.
          In tutte le società c’è stato l’aborto e pure altre porcherie …. so che le ami tutte.

          1. LU

            1 – Stavo solo evidenziando la stupidaggine dell’affermazione di grisostomo
            2 – Io non sono pacifista
            3 – Sto diventando una leggenda: mi si attribuiscono cose non dette ed atti non compiuti; se la cosa si allarga quasi quasi potrei fondare una religione.

            1. Toni

              Grisostomo, non ha detto nessuna stupidaggine, avverte con passione l’esistenza di una tragedia in atto. Chi è privo di sensibilità, e vive il qui ed ora, nel nell’egoismo delle proprie passioni o compulsioni, in un totale riduzionismo esistenziale questo particolare sfugge.

              Sul pacifismo, è vero, avverto un certa difficoltà nel definirti. Non ho mai letto una tua dichiarazione di ferma condanna delle aggressioni che subiscono le “Sentinelle in Piedi”. Credo di aver capito pure il perché…pensi che in fondo se la meritano

              Sul terzo punto, ti garantisco che una persona si capisce anche dalle cose che non dice, dalle persone con cui solidarizzai, dall’ironia che esprime, dalla qualità della stessa e a chi l’indirizza.

    4. Controcorrente

      Vi dirò di più per rincarare la dose io proporrei di proiettare un video per far vedere come reagisce una persona in stato vegetativo quando gli si procura intenzionalmente la buona morte l’eutanasia.

      1. ochalan

        Il giorno che fosse disponibile ci mettiamo daccordo per la diffusione.

      2. LU

        Certo che si, preceduto in pari proporzione temporale (mi pare si chiami slowmotion) da tutto il periodo precedente. E comunque questa sarebbe semmai un’ottima argomentazione per uscire dall’ipocrisia della sospensione delle terapie e per puntare decisamente all’eutanasia attiva come diritto.

        1. Filomena

          Hai per caso “ristretto ” il nick?

          1. Controcorrente

            “Gli studenti ammutoliscono, soprattutto le ragazze. Alcune di loro escono dall’aula sconvolte, incrociano un professore che esce da un’aula vicina, scoppiano in lacrime. «Così è troppo», si sfogano.”
            Questa reazione delle studentesse è umana, perchè finalmente vedono quale è realtà l’aborto è eliminare un innocente indifeso.

    5. LU

      FORZA TAFAZZI !!!!
      Ancora una decina di episodi così e qualcuno incomincerà davvero a mettere in discussione il concordato.

      1. EquesFidus

        Peccato che non può essere fatto unilateralmente, troll; hasta la vista, chico!

        1. filomena

          Non è vero che non può essere fatto unilateralmente. L’Italia è uno Stato sovrano che può decidere autonomamente di non aderire più al concordato cambiando l’art. 7 della Costituzione. Si può dire che la procedura per modificare la Costituzione sia molto più complessa di quella per l’approvazione delle leggi ordinarie, ma comunque è prevista dall’ordinamento e questo vale anche per il concordato recepito in Costituzione
          Ricordo che NON dipendiamo dallo Stato vaticano!!!!!!

          1. Giannino Stoppani

            Vedo che sei diventato pure esperto di diritto internazionale.
            Molto credibile.
            Specie il punto in cui berci contro il Vaticano.

            1. LU

              Se si moltiplicano fatti che derivano dal concordato – in se stessi ma ancor più nel loro concreto svolgersi – vanno a contrastare principi generali della repubblica italiana un problema si pone, E qui i fatti si moltiplicano.

            2. EquesFidus

              Ma in quale universo? Io sono un cittadino italiano e pretendo che il Concordato rimanga valido. Ma guarda un po’, pensano di aver diritto di voto solo loro e di possedere il potere assoluto; robe da pazzi!

            3. filomena

              Tu sarai anche un cittadino italiano ma se il Parlamento votasse per l’abolizione del concordato ti farai una ragione. Di fatto la democrazia funziona così.

            4. Giannino Stoppani

              Perché mai dovrebbe farsene una ragione?!
              Le leggi emanate dal parlamento son scritte sulla gazzetta ufficiale, mica sulla pietra!

            5. filomena

              Se è per quello si possono anche cambiare ma ci vuole qualche voto in più del suo e dei suoi compagnucci.

            6. Giannino Stoppani

              Chi vivrà vedrà.
              Intanto il concordato tu e i tuoi amichetti per ora non lo avete ancora cambiato di uno iota.
              Quando lo cambierete (campa cavallo!) se ne riparlerà.
              Nel frattempo continua tranquillamente a ingoiare bile.

            7. EquesFidus

              Per la serie “l’Italia è nostra”; almeno aveste il buonsenso di non dire che è “del Vaticano”…

            8. EquesFidus

              Non me ne sono fatto una ragione per divorzio ed aborto, pensa davvero che me la farei per l’abolizione del Concordato? Senza contare, come ha detto Giannino Stoppani, che le leggi non sono scritte sulla pietra, meno ancora quelle dell’osceno stato liberale.

    6. Filomena

      Non scherziamo, ci mancherebbe che l’ora di religione tornasse ad essere obbligatoria. Abbiamo…già dato, grazie anche no

      1. EquesFidus

        Perché, altrimenti c’è il rischio che gli studenti divengano troppo acculturati e non gli si possa far passare determinati stereotipi (tipo “medioevo periodo oscuro”, “religione oppio dei popoli” ecc…)?

    7. Controcorrente

      Mentre a Milano un professore di religione proietta un filmato girato negli anni Ottanta da un ginecologo e lo ha fatto vedere in classe per spiegare alle studentesse di 16 anni come si fa un’interruzione di gravidanza e il preside e la Curia lo sospendono,perchè ha fatto vedere la reatà.

      1. Lena

        Non ha fatto vedere la realtà, ha proiettato un video degli anni settanta pieno di falsità e affermazioni tendenziose, dirette a far bere a persone inesperte che un feto di 12 settimane è capace di aver paura dell’aspiratore e di urlare al suo avvicinarsi. credo l’abbiano sospeso perché con quel video la stessa causa antiabortista si dà la zappa sui piedi, mostrando di fondarsi solo su menzognera propaganda e manipolazione mentale attraverso l’abuso dell’emotività di persone cognitivamente immature.

        1. Engy

          Ognuno ha le proprie idee su qualsiasi tema e guai se non fosse così; e se ne assume la responsabilità.
          Quindi per me non è questo il problema.
          Ho idea, il più delle volte, che quando si parla di aborto e della situazione italiana, molti ignorino il testo di legge che riguarda il tema.
          Allora ti chiedo: a partire dall’articolo 1 che dice: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”, e andando oltre a rileggere tutta la legge, gli articoli 5 e 6 ad esempio – ti chiedo: da come parli, tu saresti per abolirla come allora volevano (anche) i radicali giusto? Perchè troppo limitativa e soprattutto perchè nega l’idea di aborto come diritto in assoluto giusto?

          1. Lena

            Per me dovrebbe essere migliorata, nel senso che l’aborto di primo trimestre dovrebbe essere reso in maniera più chiara ottenibile su mera richiesta, senza necessità di certificato medico e di termine di riflessione obbligatorio (se la donna sente la necessità di riflettere, non ha bisogno di essere obbligata dalla legge per prendersi tempo) e, inoltre, sempre l’aborto di 1 trimestre dovrebbe essere reso praticabile in regime di libera professione, anche ambulatoriale per quanto riguarda l’interruzione farmacologica. così almeno per le pazienti che hanno un minimo di reddito il problema dell’obiezione di coscienza strumentale usata per fini politico-ostruzionistici nelle strutture pubbliche si risolverebbe. Per quanto riguarda l’aborto di secondo trimestre, invece, mi sembra che la legge sia fatta bene, solo credo che dovrebbe riconoscere la grave malformazione fetale come motivo autonomo e non come motivo psichiatrico (come se una donna che non vuole far nascere un bambino gravemente menomato fosse pazza).

            1. Engy

              Sul primo punto, mettendo un attimo da parte la questione dell’obiezione massiccia in certe regioni (non la mia, l’Emilia Romagna), sul primo punto è già come dici tu da tempo: si va e si ottiene il certificato, senza pretese di riflessioni da parte di alcuno.
              Al massimo ti chiedono se ci hai pensato bene e che ti assumerai la responsabilità di qualsiasi decisione tu prenda.

            2. Lena

              comunque la formulazione dell’art.4, anche in maniera contorta, riconosce che l’aborto di primo trimestre può essere ottenuto in tutti i casi in cui la gravidanza possa costituire una minaccia per la salute in senso strettissimo (inteso come pericolo di morte), ma anche una seria minaccia il benessere non solo fisico, ma anche psicologico della donna, avendo riguardo alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento (e qui non si può non pensare allo stupro) e alle condizioni psico-sociali del soggetto. in pratica, sia pure in modo non esplicito (dovuto probabilmente alle necessità di non urtare le sensibilità cattoliche) la legge riconosce che nei primi 90 gg la donna ha il diritto di interrompere la gravidanza che le crea disagio psico-fisico o anche solo sociale. il colloquio con il medico e il certificato sono una procedura alla quale la legge subordina la possibilità effettiva di esercitare il diritto, nell’intento, che io non condivido, di assicurarsi che la volontà della donna sia ben ponderata e seria. In realtà se non vi fosse pressione politica per l’obiezione di coscienza negli ospedali pubblici, la legge andrebbe benissimo anche così come è. ma appunto lavorare negli ospedali pubblici dove la presenza politica cattolica è molto forte e praticare aborti è psicologicamente difficile, basta vedere gli insulti che colpiscono me per aver difeso il diritto di una donna di non subire la violenza di una gravidanza indesiderata, si immagina facilmente il clima di ostilità che circonda i ginecologi che praticano ivg.

            3. Lena

              ma infatti il mio discorso non è diretto sulla legge, è un discorso culturale, se non si diffonde la consapevolezza che interrompere lo sviluppo di un embrione non è la stessa cosa che uccidere un bambino e che la gravidanza, per le donne che non la desiderano e non la vogliono vivere, è una violenza, anche se esiste la legge, di fatto, le persone preferiranno aderire acriticamente al facile moralismo degli antiabortisti, salvo poi, quando ci si trovano loro stesse nelle situazioni dove hanno bisogno di abortire andare nel panico, trovarsi di fronte ai reparti che non garantiscono il servizio, andare alla disperata ricerca dell’alternativa…le persone che credono nell’autodeterminazione hanno il dovere di combattere la cultura antiabortista, che una cultura psuedofilantropica, che per difendere una forma di vita meramente biochimica (alla quale poi individualmente ciascuno può dare tutto il valore affettivo che vuole) vuole opprimere una libertà fondamentale della persona , di non essere costretta a subire il non voluto sul proprio corpo, all’interno di esso.

            4. Piero

              Si, effettivamente il tuo è un discorso cul-turale…

            5. Engy

              Che negli ospedali pubblici la presenza politica cattolica sia molto forte a me ad esempio non risulta, giusto perchè sono emiliana: mi risulta il contrario casomai, quindi dipenderà da contesto a contesto credo, anche se non ho dati da portare.
              Poi guarda Lena, sinceramente a me tutte queste disquisizioni che ancora si fanno sul bambino, non-bambino, su quante settimane, ecc, non appassionano neanche più come un tempo, un tempo ormai lontano.
              Perchè di sicuro io so cosa significa abortire perchè molti anni fa l’ho fatto.
              E aggiungo immediatamente un “purtroppo”.
              Si possono fare tutte le diquisizioni del mondo ma se io non avessi abortito ora avrei un figlio che invece non ho; dunque quel figlio non ha potuto nascere, io ho deciso che non dovesse nascere, ed ero in perfetta salute psico-fisica e nemmeno in condizioni economiche disastrose (seppur medio-basse).
              E tutte – dico tutte – le donne che conosco io che hanno abortito, semplicemente l’hanno fatto perchè quel figlio non lo volevano in quel momento, le altre motivazioni nemmeno per loro esistevano. Ovviamente la mia esperienza vale per quel che vale; in ogni caso è un fatto che l’idea dell’aborto come diritto assoluto è entrato da quasi subito nella mentalità comune, tant’è che spesso si dice: la tale è rimasta incinta, ha deciso di tenerlo.
              Comunque l’aborto non è banale, è un’esperienza abbastanza devastante e ad esempio i sogni ricorrenti ne sono la dolorosa prova.
              E non mi si parli – non a me comunque – di sensi di colpa derivanti dal retaggio cattolico, perchè nel mio caso (come in quello di molte altre) non è proprio così.

            6. Lena

              Forse per te la gravidanza era un fatto indifferente, più che indesiderato e inaccettabile. Anche se, avendo tu comunque avuto la possibilità di non vivere qualcosa che in quel momento non ti sentivi di vivere, mi chiedo, come fai ad essere certa che saresti contenta se grazie al divieto di aborto saresti stata costretta a subire gravidanza e parto. un figlio comunque non lo volevi. che ne avresti fatto? lo avresti dato in adozione e oggi saresti più felice? ne sei sicura? comunque tu la possibilità di scegliere l’hai avuta e ne hai usufruito, i disagi e i danni della gravidanza li hai evitati. la questione di cosa sia l’embrione invece è importante, perché la sua ingiustificata equiparazione al bambino viene usata per giustificare la pretesa di intromettersi in una scelta che riguarda solo la donna e il suo corpo, al di là di quelle che possono essere le motivazioni individuali.
              e comunque nei paesi dove prevalgono gli antiabortisti alle donne viene negato l’aborto anche in caso di stupro, anche in caso di gravidanza che causa grave disagio e sofferenza psicofisica.

            7. Giannino Stoppani

              Uno che trova da replicare anche ad una testimonianza come quella toccante e personale di Engy non solo dimostra di non avere, di fatto, la minima idea di cosa voglia dire essere donna, ma, oltre a possedere la faccia tal quale un tafanario tipica di chi soffre di gravi disturbi della personalità, palesa pure di esser devastato da una misoginia di livello tale da diventare automaticamente oggetto di studio per la psicologia criminale.

            8. Toni

              Fai pena …. sei di una tristezza unica.

        2. Vanni

          Eh sì, perché Lena vuol far credere che un feto di 12 settimane, tre mesi, si diverta in occasione del suo aborto. Direi che è proprio lei ad essere cognitivamente molto immatura, se non fosse un caso di diabolica malizia.

      2. filomena

        Ecco come sono andati i fatti:
        Circa due settimane fa per una classe di terza liceo scientifico dell’istituto in zona San Siro è un’ora di religione come tutte le altre. L’insegnante, G.N., cinquantenne e nell’istituto da otto, entra in aula armato di proiettore. A lezione con lui si è parlato più volte di aborto, con gli studenti divisi fra pro o contro. Ma questa volta è diverso. Bisogna «capire davvero», dice il docente ai ragazzi. Sul muro, nell’aula a luci spente, iniziano a scorrere le immagini dell’Urlo silenzioso, mezz’ora di immagini dirette e girate dall’americano Bernard Nathanson nel 1984. «Per la prima volta guarderemo un bambino mentre viene dilaniato, smembrato, disarticolato, stritolato e distrutto dai gelidi strumenti d’acciaio dell’aborzionista», rimarca il medico guardando la telecamera. Poi 30 minuti di immagini fortissime, con un feto in primo piano.

        Gli studenti ammutoliscono, soprattutto le ragazze. Alcune di loro escono dall’aula sconvolte, incrociano un professore che esce da un’aula vicina, scoppiano in lacrime. «Così è troppo», si sfogano. La stessa cosa la diranno a casa i genitori. La prima a muoversi per capire cosa sia successo è la scuola, contattata dalle famiglie: dopo una settimana di indagini sull’accaduto, il preside Alfredo Petitto decide di sospendere l’insegnante. «Mi sono mosso per garantire in tutti i modi gli studenti, in accordo con la Curia», spiega. E in effetti in arcivescovado il caso è noto, anche se ovviamente si sarebbe preferito che restasse coperto o che per lo meno a denunciarlo non fossero stati gli studenti.

        1. EquesFidus

          Bene ha fatto; almeno adesso è certo che ci penseranno due volte prima di abortire, e sicuramente anche a propagandare la volontà abortista. Perché le lezioni di educazione (omo)sessuale sì e ciò no? Non sarà che le prime piacciono ai benpensanti mentre questa no?

          1. Filomena

            Spiacente ma se i genitori possono decidere chiedere che non sia fatta educazione sessuale a scuola, possono anche protestare e far cacciare l’insegnante in questione come di fatto ha provveduto la diocesi

            1. EquesFidus

              E infatti la diocesi ha fatto male, molto male. Detto fra noi, io alle superiori subii uno di questi insulsi corsi di “educazione” sessuale e ai miei genitori non fu chiesta alcuna autorizzazione, a differenza dell’IRC.

            2. Engy

              E’ una vecchia storia, che ciclicamente si ripete da decenni, niente di nuovo.
              Bisognerebbe però mettersi d’accordo con se stessi sul tema censura e se i ragazzi molto giovani devono comunque vedere e conoscere tutto oppure se “qualcosa” deve essere loro precluso, almeno per un po’ di anni..
              Perchè mi pare proprio che coloro che gridano oggi come ieri allo scandalo per questi film (che io personalmente non ho mai visto) scioccanti e traumatizzanti sull’aborto, siano gli stessi che molto recentemente davano dei retrogradi repressi a chi protestò per quel libro fatto leggere, tra gli altri, al liceo Giulio Cesare di Roma, un libro di Melania Mazzuco “Sei come sei” in cui c’era un passo che descrive minuziosamente un rapporto orale omosessuale consumato all’interno di uno spogliatoio.
              Quegli stessi genitori cioè che non vogliono film traumatizzanti sull’aborto sono quelli che contestarono, irridendoli e additandoli, i genitori dei ragazzi del Giulio Cesare; la questione va vista a rovescio da come l’hai presentata tu credo.

          2. EquesFidus

            Prima che parta la campagna diffamatoria nei miei confronti, dicendomi che sono un insensibile e che sono una sorta di fanatico che vuole traumatizzare i giovani, vorrei far notare tre cose, una delle quali di natura autobiografica. La prima è che, se non venisse propagandata la gravidanza come il più grande dei mali e la fine della vita di una donna (sto pensando anche ad individui come Lena, a cui credo non sia eccessivo togliere il diritto di voto per indegnità morale), forse non ci sarebbe bisogno di far vedere video scioccanti per mostrare cosa sia realmente un aborto, che non è né una passeggiata per la donna né tantomeno un diritto, ma l’esercitazione di un’ingiustizia su un soggetto più debole (il feto). La seconda è una constatazione meramente qualitativa che però è collegata col caso in questione: per quanto mi riguarda, durante l’ora di religione non è il momento opportuno per mostrare queste cose; tuttavia, dato la sempre crescente politicizzazione delle scuole (vedasi UNAR e successivi), nonché la sempre maggiore inadeguatezza dell’insegnamento della religione cattolica (dove ormai si insegna di tutto meno che la religione cattolica), ciò non mi stupisce. D’altro canto, se nelle scuole possono entrare (ormai in maniera coatta) corsi di “educazione” sessuale e di “prevenzione delle malattie veneree” (dove ti spiegano tutto su come usare i preservativi ma niente sulla fedeltà e la castità, e non mi si dica che non è vero perché alle superiori frequentai queste sciocchezze, peraltro senza che nessuno avesse chiesto il consenso ai miei genitori, almeno nel primo caso, come per ogni altra attività extracurricolare) e l’ora di religione, ormai svuotata di significato e che dovrebbe essere urgentemente riformata (quantomeno, mettendo insegnanti realmente cattolici e motivati, e non solo personaggi, purtroppo in diversi casi, volenterosi ma che trattano poco o nulla le tematiche ecclesiastiche nel corso dell’anno scolastico), diventa un’ora di educazione civica non vedo perché non parlare di questi argomenti anche in presa diretta e nella loro crudezza (anche perché si sta parlando di ragazzi di 16 anni, molto probabilmente ipersessualizzati e perfettamente inseriti nel sistema laicista, non di bimbi di 4 alle prese con peluche a forma di c…o, perdonatemi la volgarità). Infine, faccio notare che a 13 anni (cioè in terza media, ovverosia tre anni in meno di queste fanciulle) mi fu fatto vedere, proprio durante un’ora di religione, “Noi ragazzi dello zoo di Berlino”, e che nessuno scoppiò in lacrime o fuggì di classe; certo che ci sconvolse, ma in modo positivo, dato che quelle immagini, più di mille discorsi, mostravano cosa volesse dire abusare di droghe. La stessa cosa vale per queste immagini; purtroppo, la verità fa male, e delle immagini (peraltro vere, come in questo caso, e non di finzione come nel film che ho appena citato) valgono più di mille discorsi contro l’aborto.

          3. tiglat tilezer

            Non vorrei dire, ma lo stesso video me lo hanno proiettato in oratorio a 18 anni. Non solo è stato ritenuto da noi ragazzi necessario vederlo, ma siamo usciti confermati nelle notre opinioni. E se cerano lacrime, erano per il concepito. Per questo credo molto poco alla ricostruzione di Filomena.

        2. Cisco

          Si potrà discutere sull’opportunità di mostrare un filmato come quello a dei sedicenni (per me è opportuno, visto che possono abortire anche loro), ma di certo non ci si può scandalizzare se un insegnante di religione contesta il diritto all’aborto. Se l’ora di religione fosse obbligatoria, in Germania avrebbero già arrestato i genitori dei ragazzi usciti piagnucolando. E avrebbero licenziato il preside.

        3. Giannino Stoppani

          Da sbellicarsi leggere gli alfieri del pornazzo alle elementari che diventano di colpo pudibondi quando in terza liceo si fa vedere la realtà effettuale dell’aborto.

          1. EquesFidus

            Perché, per quanto accusino i cattolici di essere sessuofobi, i veri puritani sono loro: il sesso dev’essere “sicuro” (cioè non poter generare la vita), altrimenti è una cosa sporca e che può dare origine a dei “problemi” (gravidanza); e l’aborto è un “diritto”, mica un assassinio, macché! O meglio, è un “diritto” del cui esercizio le donne devono essere tenute all’oscuro, cioè che comporta l’aspirazione e lo smembramento dell’embrione o del feto; queste cose devono essere sottaciute, perché “non sta bene” (da perfetti perbenisti). E lasciamo stare i pornazzi alle elementari e i falli di peluche all’asilo, ché sono il non plus ultra per il benpensante radical chic medio!

            1. Filomena

              Avere rapporti sessuali protetti dal rischio di gravidanze indesiderate, significa per converso decidere anche quando si ritiene più opportuno mettere al mondo un figlio, unico momento in cui andrebbe sospesa la contraccezione. Tutto ciò NON significa essere contrari a generare figli, ma solo a scegliere quando averli, visto che fino a prova contraria sono i genitori a volerli e non il caso o se preferisce Dio.

            2. Giannino Stoppani

              Resta da capire per quale motivo a certuni garbi tanto parlare di preservativi a bambini un’età in cui l’unico modo razionale di usarli sembra quello di farne palloncini per gli addobbi di carnevale, mentre gli stessi fanno a gara a fingersi inorriditi e scandalizzati dalla notizia di qualcuno che sottopone a degli adolescenti in piena tracimazione ormonale una visione della realtà delle conseguenze dell proprie azioni senza tante edulcorazioni tendenziose.

            3. filomena

              Resta da capire solo a te. E si che non ci vuole molto, te l’ho spiegato qua sopra. Se impari già da adolescente ad usare bene la contraccezione non hai bisogno di ricorrere all’aborto e men che meno di ”berti” improbabili filmati terroristici di quel genere.

            4. Giannino Stoppani

              Di questi “improbabili filmati terroristici” del genere di quello proposto dall’insegnante ne puoi trovare a bizzeffe anche su youtube.
              Sicuramente tu non hai il fegato di guardarli, altrimenti ti sputeresti in faccia ogni volta che ti guardi allo specchio.

            5. Toni

              Credo che l’unico interesse che hai per la contraccezione è finalizzato ad avere rapporti sessuali solo per fini ludici. Quindi smettila con l’ipocrisia della responsabilità. Non vi interessa la responsabilità ne ci può essere responsabilità se si crea una mentalità dove il sesso è un fine, un bene di consumo.

            6. EquesFidus

              Che i figli vengano al mondo anche per volontà di Dio c’entra poco con questo discorso, c’entra invece una visione della realtà puritana, fatta passare come estremamente progressista ma che in realtà è soltanto una forma di perbenismo conformista. Il fatto che qui ci sia gente che si scandalizzi per questo fatto (ammesso che sia andata come dice Lei, cosa che dubito) e non, per esempio, per i tentativi di sessualizzazione di bimbi in età prescolare (non adolescenti, per cui già sarebbe una cosa più che moralmente e lecitamente discutibile, parlo proprio di bimbi di 3-4-5 anni) dimostra proprio ciò; e le Sue parole lo confermano.

        4. Vanni

          “Così è troppo”, si sfogano le ragazze, scoppiando in lacrime, dopo aver visto l’urlo silenzioso del feto stritolato.
          Perché? Cosa credevano, che fosse una passeggiata? Chi le aveva ingannate?

        5. giovanna

          Io sono felice, sì, felice, contenta, grata , di avere una fede, quella cristiana, che mi permette di non censurare nulla della vita, della morte, dell’amore, che non mi fa girare la testa davanti a niente e a nessuno, che non ha bisogno della menzogna per affermarsi, che non mi fa chiudere gli occhi davanti alla realtà, che mi lascia libera di accettare tutto della realtà.
          Questo l’ho capito e vissuto fin da ragazzina, che era la posizione più ragionevole e umana, che un’altra strada non mi avrebbe reso mai così libera.
          Che soffocamento, che ripiegamento su se stessi, che bisogno assillante di falsità, che uso strumentale dell’altro, ci sono invece in una posizione non cristiana, cioè in una posizione non umana, infine.
          La cosa positiva di leggere questi commenti ( anche qui, nessuna necessità di censura, di girare la testa, il male c’è ! ) è che uno vede, quasi tocca con mano, la disperazione umana a cui portano certe posizioni non rispettose dell’uomo, a quale abisso di solitudine e cattiveria e aridità possano giungere tante persone. E anche per loro è un bene, toccato il fondo, potranno avere la speranza di risalire ( oltre che di curarsi ! ).

          1. Engy

            Beh, questo tuo commento mi ricorda la parabola del fariseo e del pubblicano (lo dico dal basso della mia ignoranza sulle sacre scritture). Senza offesa eh ..
            Ci andrei piano con questi trionfalismi, da una parte e dall’altra.

            1. giovanna

              Per darti questa impressione, cara Engy, devo proprio essermi espressa male.
              Lungi da me di vantarmi di qualcosa, volevo solo evidenziare i frutti della fede !
              In particolare, il frutto che nel cristianesimo non si censura nulla, non si censura la realtà del bambino ( Filomena , poco tempo fa, consigliò alla donna che sta per abortire, di non guardare il figlio nel monitor ), come non occorre nemmeno censurare i nostri errori e le nostre mancanze, non occorre chiamare l’utero in affitto “gestazione per conto”, si può guardare in faccia tutta la realtà, bella e brutta, ecc ecc.
              E anche notare l’aridità tremenda e annichilente di certi interventi, come quello della povera Lena o Filomena che dir si voglia ( non voglio infierire, ha fatto capire che soffre di autismo , in altra discussione),l’aridità dei commenti al tuo toccante e sincero intervento, è una semplice constatazione.
              Se tu incontri una cosa bella, che ti rende felice, non è trionfalismo il comunicarlo agli altri, come anche evidenziare che senza Dio l’umanità crolla. E Dio c’è per tutti, ma proprio per tutti tutti : è Lui che ci ha tratto dal niente !

      3. Jadexxx

        E perché non lo ha mostrato anche ai maschi? Cmq per farti passare la voglia di abortire basta vedere un’ecografia di un feto di 10/12 settimane che sgambetta, non c’è bisogno di tirare fuori certe immagini horror. Ci sono bimbi che muoiono per un parto mal condotto, allora cosa si deve proiettare nelle scuole di ostetricia? Mah…

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