
«Lega? Tra le procure di Milano e Napoli è in atto una gara a chi ce l’ha più duro»
È stato il primo, in questi giorni, ad azzardare un paragone tra la parabola del Carroccio e gli anni conclusivi del Partito socialista. Anche perché è stato uno dei massimi osservatori degli anni caldi di Tangentopoli. Storica firma giudiziaria di Milano, Frank Cimini non ha dubbi: «Roberto Maroni mi ricorda Martelli, il numero due del partito socialista – dichiara a tempi.it – Come allora, si assume la guida di un partito allo sbando per rilanciarlo».
Che effetto le fa vedere una Lega Nord passare, per così dire, dal cappio alla scopa?
Nel 1993 era un paese intero ad avere il cappio in mano. La Lega lo portò in Parlamento, ma aveva dietro di sé, purtroppo, un’Italia “incasata”, fuori di testa, convinta che i magistrati potessero cambiare il mondo. Era la moda del momento. Tornando ad oggi, questo ribaltamento di ruoli è molto divertente e anche molto triste. La Prima repubblica, rispetto ad adesso, era oro. Un buttafuori di discoteca che diventa sottosegretario e tesoriere, ci rendiamo conto? È un problema di credibilità e di selezione della classe dirigente. Che riguarda tutti i partiti.
Perché Maroni non le sembra credibile?
Dice che vuole ridare onore alla Lega, esattamente come all’epoca si disse di voler ridare onore ai socialisti. È un po’ come il “resistere, resistere, resistere” del magistrato Francesco Borrelli, solo che suona patetico e falso. Si parla di corresponsabilità in senso politico di Bossi, ma quando lui ricopriva la carica di ministro degli Interni, dov’era? E adesso prende la scopa, e parla di pulizia. È surreale.
Rosi Mauro dice di essere un capro espiatorio. Ha ragione?
Premesso che la signora non mi sembra Rosa Luxemburg, non mi piace la campagna volgare e offensiva che è stata fatta contro di lei. Soprattutto, mi sembra siano state scritte anche cose gravemente inesatte. È stata crocifissa con largo anticipo, come sempre accade con inchieste che fanno grande clamore. E i giornali, pur di vendere, stanno al gioco delle procure.
Si riferisce alle carte e alle intercettazioni, che tutti hanno pubblicato in contemporanea?
C’è in atto una guerra tra la procura di Milano e quella di Napoli. Una gara a chi ce l’ha più duro, per restare in tema. Woodcock avrebbe dovuto mandare le intercettazioni a Milano qualche mese fa: perché questo ritardo? Qualche giorno fa i magistrati di Milano hanno saputo, da un articolo di Repubblica, che erano state acquisite delle carte, e si sono precipitati in banca per acquisirle. Inoltre, non c’era nessun bisogno di depositare quella montagna di carta spropositata, per un mero sequestro di documenti, e per avere ragione al riesame. Ma quella montagna, dopo due ore, ha inondato le redazioni dei giornali. È il solito uso mediatico delle inchieste giudiziarie. Lo stesso che adopera Maroni, quando è andato a incontrare i magistrati, solo e unicamente per lanciare un segnale, forte e chiaro: il nuovo padrone della Lega sono io.
@SirianniChiara
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