
Le parole più adeguate su Battisti le ha dette Alberto Torregiani

Quel che c’è da sapere e cosa pensiamo di Cesare Battisti lo ha spiegato a Caterina Giojelli l’amico giornalista Maurizio Tortorella, uno che ha tutti i titoli per farlo, avendo letto le carte e avendo seguito la storia da tempo. Battisti è un criminale che ha goduto del marketing ideologico della sinistra per coprire le sue malefatte, un assassinio, punto e basta.
IPER GARANTISTI PELOSI
Ma c’è qualcosa che non torna nel modo con cui ieri è stato raccontato il suo arrivo all’aeroporto di Ciampino. Tantissime telecamere, la diretta Facebook sul canale del ministro Salvini, toni persino esagerati e trionfali. C’è qualcosa che stona e non lo diciamo per posizione preconcetta nei confronti dei rappresentanti di questo governo, come invece ci sembra facciano oggi alcuni quotidiani (su tutti, Repubblica). Pare che adesso, da quelle parti, tutti si scoprano iper garantisti (ma lo stesso zelo non ce lo ricordiamo quando c’erano da giustificare le pruderie messe in pagina contro socialisti, democristiani e berlusconiani). La foto in prima pagina di Enzo Carra in schiavettoni, noi ce la ricordiamo ancora.
COME SI TRATTA UN DELINQUENTE
Oggi su Libero Renato Farina ha scritto che Battisti è stato «arrestato come un topo e accolto come un divo». Sul Foglio, Claudio Cerasa s’è impegnato a spiegare «la differenza tra vendetta e giustizia». Sono articoli che s’avvicinano ad una questione che anche noi vorremmo cercare di mettere a fuoco e che riguarda non solo l’aspetto contingente (la cattura di Battisti), ma un tema universale (come si tratta un delinquente).
GIUSTIZIA SHOW
Nel “fare giustizia” una certa sobrietà è d’uopo, per una ragione formale che è anche sostanziale. Si deve giudicare un uomo, devono parlare i fatti, cercando, per quel che si può (una sterilizzazione è impossibile), di limitare al massimo l’interferenza dei sentimenti, di qualunque genere siano, persino quelli leciti e giusti. L’abito della giustizia è l’austerità perché essa ha più a che fare con la tragedia che con la commedia. Trasformare un arresto in uno show è confondere i piani: si allestisce una scena per uno spettacolo, non per un giudizio.
DISUMANIZZAZIONE
Il problema della nostra giustizia oggi è esattamente questo: ogni processo è uno show, ogni persona è un personaggio, ogni sentenza il trailer di un film. Lo si vede quotidianamente rappresentato sui media che hanno smesso di fare cronaca e, ormai da trent’anni, fanno fiction. Mentre, il primo obiettivo di una giustizia che si vuole giusta e di una cronaca che si vuole veritiera dovrebbe essere quello di non disumanizzare, né in senso positivo né in senso negativo, l’uomo che si deve giudicare.
«NON TRASFORMIAMOLO IN UN ORCO»
Che l’assassino Battisti sia stato catturato è un’ottima notizia, ma trasformarlo in un trofeo o in una preda è uno strabismo, se non pari, almeno simile a quello di chi per anni l’ha dipinto come un eroe. Ieri, nelle varie dirette tv si sentivano domande del tipo: «Sta scendendo con le manette ai polsi?». Ecco, la risposta più bella a queste bellurie l’ha data Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi (il gioielliere ucciso il 6 febbraio 1979 da tre tre membri dei Pac), colpito da una pallottola e da quel giorno in sedia a rotelle: «Non trasformiamolo in un orco. Ho sentito che qualcuno si è lamentato che non scendesse dall’aereo in manette. Arriva in un aeroporto militare come Ciampino, circondato da dodici persone, vogliamo mettergli anche le catene ai piedi? Mi sembra esagerato. Mi aspetto che venga trattato con tutti i diritti e il rispetto che deve avere un detenuto. Niente benefici, ma nessuna ulteriore restrizione rispetto a quelle che la legge prevede».
Foto Ansa
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