
Le infradito blu. Dalla morte di un figlio all’inizio di «una nuova vita per lui e per noi»
«Il 23 giugno 2009, alle ore 14.30, il nostro ultimo figlio Andrea, di undici anni, è morto in un incidente stradale: travolto da un camion mentre si trovava con la sua bicicletta, che gli avevo regalato solo due giorni prima, su una pista ciclabile vicino a casa nostra». Comincia così l’introduzione di Felice Achilli al suo libro Le infradito blu (Itaca, 133 pagine, 12 euro). Achilli, laureato in medicina e specializzato in cardiologia è sposato con Daniela, dalla quale ha avuto quattro figli: Federica, Pietro, Chiara e Andrea.
Le infradito blu è «un diario, il racconto di quello che abbiamo visto accadere dopo la sua morte. La domanda decisiva non è mai stata: perché proprio a noi?, ma: che cosa è accaduto realmente ad Andrea? Potremo rivederlo? C’è Qualcuno che rende ragionevole sperare quello che il nostro cuore desidera di più? Queste domande ineludibili costituiscono la stoffa delle nostre giornate da allora». «I fatti e le persone raccontati in questo diario – continua Achilli – sono stati per noi la verifica di quanto un nostro grande amico ci disse poche ore dopo l’incidente: “Sembra la fine di tutto, e invece è l’inizio di una vita nuova per lui e per voi”».
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