
Le «gabbie» per migranti diventano «strutture» se al governo c’è Biden

Il sito è lo stesso utilizzato da Donald Trump, la struttura è la stessa, le stanze sono le stesse, i minori sono diversi ma detenuti per lo stesso motivo: entrati illegalmente negli Stati Uniti, non sono accompagnati da adulti e devono quindi essere affidati a famiglie o centri che se ne prendano cura. Ma se nel 2019 i media parlavano di «bambini chiusi in gabbie» (che, per la cronaca, furono costruite nel 2014 dall’amministrazione Obama quando Joe Biden era vicepresidente), ora che al governo ci sono di nuovo i democratici i toni si fanno più concilianti: «Prima struttura per bambini migranti apre sotto l’amministrazione Biden». Da «gabbie» a «struttura» c’è una bella differenza, tenuto conto della potenza mediatica che hanno le parole, e la differenza è stata notata negli Stati Uniti, rimbalzando sui social network, tanto che il Washington Post, tra i più fieri oppositori della politica migratoria del tycoon, ha dovuto difendersi con un articolo ad hoc intitolato: «No, la nuova mossa di Biden al confine non è come le “gabbie per bambini” di Trump».
Immigrati irregolari in aumento
Lunedì il Washington Post ha rivelato che Biden ha riaperto una struttura per migranti illegali in Texas, che può accogliere fino a 700 bambini dai 13 ai 17 anni, a Carrizo Springs, in Texas. Si tratta di una delle strutture utilizzate dall’esecutivo Trump nel 2019 per detenere minori non accompagnati entrati illegalmente negli Stati Uniti e minori separati temporaneamente dai genitori. Il motivo per cui l’amministrazione democratica ha riaperto la struttura è l’aumento improvviso degli ingressi illegali. Nel gennaio 2021 hanno varcato il confine con il Messico 5.871 minori non accompagnati rispetto ai 3.076 del gennaio 2020. L’aumento di ingressi illegali ha fatto registrare in totale un aumento del 160 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso a causa, ammette il Wp, «della politica del nuovo governo».
Nel 2019 le foto dei minori tenuti tutti insieme in aree recintate aveva fatto scalpore sui media americani, che parlarono di «bambini chiusi nelle gabbie». Ora, scrive il Wp, la situazione è altrettanto grave ma «non è l’amministrazione che costringe i bambini a essere separati dai genitori». Ciò non toglie che, secondo gli attivisti per i diritti dei migranti citati dal quotidiano, «si tratta di un enorme passo indietro».
Riaprono i «campi di concentramento»?
Non è facile inoltre fare distinguo quando la stessa struttura di cui Biden nell’agosto 2019 invocava la chiusura («Non ne abbiamo bisogno!») e che la stellina democratica Alexandria Ocasio-Cortez definì «campo di concentramento», viene ora riaperta. Non a caso ieri la deputata Ocasio-Cortez ha denunciato il governo Biden: «Questo non va bene, non è mai andato bene e non andrà mai bene. A prescindere dall’amministrazione o dal partito».
Il corrispondente dalla Casa Bianca di Fox News, Peter Doocy, ha chiesto se la notizia era vera e perché il governo Biden si stesse comportando come l’amministrazione Trump, che in passato aveva criticato. E la portavoce Jen Psaki, pur ammettendo che la struttura riaperta è la stessa utilizzata da Trump, ha precisato che i minori non accompagnati vengono detenuti al confine oltre il limite di legge perché nelle strutture dove dovrebbero essere trasferiti sono stati tagliati i posti a causa del Covid-19. «Dobbiamo rispettare i protocolli sanitari e proteggere la loro salute», ha dichiarato imbarazzata, come si può vedere nel video pubblicato su Twitter da Forbes.
C’è però un non detto, come sottolineato dal presidente del sindacato che rappresenta gli agenti di frontiera e il personale di supporto che stanno detenendo i minori nella struttura texana. Parlando a Breitbart Texas, Brandon Judd ha dichiarato: «Quello che Psaki non dice è che i bambini sono attualmente detenuti in condizioni che non rispettano affatto il distanziamento sociale e sono di gran lunga peggiori di quelle nei centri dove la portavoce sostiene che non possono essere trasferiti per sicurezza. Si trovano infatti nella stessa struttura per cui l’amministrazione Trump fu accusata di “atti inumani” e di chiudere i “bambini nelle gabbie”». Conclude Judd: «Questa è l’ipocrisia della sinistra e dei grandi media, ai quali non importa nulla dei bambini, che sono stati usati come pedine per attaccare Trump».
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