Lavori troppo? e io apro un’indagine

Di Giorgio Vittadini
30 Gennaio 2003
Sembra che una delle numerose indagini di una solerte procura a carico di politici “ideologicamente lontani” abbia preso l’avvio per questo grave indizio

Renzo a milano
di Giorgio Vittadini

Sembra che una delle numerose indagini di una solerte procura a carico di politici “ideologicamente lontani” abbia preso l’avvio per questo grave indizio: i funzionari pubblici dipendenti dai suddetti politici lavoravano troppo, ben oltre l’orario di lavoro. Qual era il tornaconto di tali funzionari e politici? Tangenti occulte, bustarelle nascoste, uso del pubblico a fini personali? Quando le approfondite indagini e i processi conseguenti hanno mostrato che non esisteva alcun fatto di corruzione, concussione, peculato, truffa e reati consimili, escludendo che tali funzionari avessero mangiato bambini nello straordinario non pagato, è emersa l’orribile verità. I suddetti lavoravano troppo per quel grave reato che è l’ideale, il desiderio del bene, la volontà di servire nel migliore dei modi la cosa pubblica per il bene dei cittadini… Nonostante fiumi di parole, resistenze, girotondi, nascondini avessero proclamato la necessità di superare logiche privatistiche e avessero sancito la sacralità dello Stato, neanche loro, gli amici di registi depressi e di sindacalisti vetero-marxisti, potevano immaginare che qualcuno amasse ancora la cosa pubblica. Probabilmente non ci credono ancora e stanno architettando con amici leo-pardi nuove indagini atte a capire se è reato il dedicarsi alla cosa pubblica solo in nome di un amore a ogni uomo presente nella società. Speriamo che le facciano: così al secondo tentativo scopriranno, forse, da questi “gnomi” che lavorano di più, la ragione profonda del loro impegno; e, forse, rifletteranno sull’indipendenza tra potere politico e potere giudiziario. Anche gli Innominati a volte cambiano…

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