Lancio su Tempi il dibattito sugli Ogm

Di Giorgio Vittadini
24 Luglio 2003
Un giornale serio, intelligente, giovane, controcorrente, può fare qualcosa di più che demonizzare...

Un giornale serio, intelligente, giovane, controcorrente, può fare qualcosa di più che demonizzare chi cerca di affrontare un tema così complesso e dibattuto come quello degli Ogm cercando di far fronte alle emergenze nell’attesa di provvedimenti risolutivi. è evidente che se gli Ogm portassero solo ad evitare l’uso di insetticidi, ad aumentare la produzione in aree poco fertili, a risparmiare acqua, a salvaguardare le diversità genetiche, sicuramente sarebbero da incentivare; se invece si scoprisse che il loro uso porta, ad esempio, alla sterilità, all’eliminazione della rotazione delle colture e alla distruzione del territorio, sarebbero da riconsiderare completamente. Per questo mi è sembrato proprio fuori luogo l’attacco senza contraddittorio a persone che si sono distinte per moderazione e desiderio di conoscenza. Il ministro Alemanno ha avviato una sperimentazione seria, la prima veramente seria che si faccia in Italia. Si può democraticamente dissentire sulla decisione di distruggere i campi di Ogm: queste scelte sono nell’opinabilità e nel rischio di un’azione politica. Ma non si può sottacere che sia il ministro Alemanno, sia il presidente Ghigo, hanno voluto e vogliono affrontare il tema seriamente e poi scegliere. Ministro e Governatore non sono certamente talebani delle coltivazioni. Perciò avanziamo qui una proposta: perché non fare di Tempi un luogo di dibattito serio e approfondito sull’argomento? Perché non chiedere che ci si confronti superando il clima da opposte tifoserie che ovunque impera sull’argomento? Personalmente, mi piacerebbe che si potessero alternare campi biologici con Ogm sani. Tempi può accelerare il confronto sulle ricerche in corso e portare elementi per una decisione seria. Perché ad onta e contro gli isterici estremisti rosso-verdi, senza basi scientifiche né vero amore alla bellezza e alla natura, il problema ambientale, liberato da ogni pregiudizio ideéologico, è terribilmente serio. Solo i talebani uguali e contrari agli altri, solo uomini nati cresciuti nel 1800 e in ideologie clerico-oscurantiste possono dire: difendiamo gli uomini e non le piante, occupiamoci di bambini e non degli animali, pensiamo allo sviluppo e non alla conservazione. Da amanti dell’uomo, da cattolici, vogliamo parlare e discutere anche dell’umana dimora. Perciò vorremmo che Tempi parlasse anche di distruzione dei territori; di edilizia selvaggia indiscriminata; di centrali non nucleari più dannose di quelle nucleari; di distruzione degli ecosistemi in Italia e all’estero; di nubi tossiche; di siccità figlia forse dell’effetto serra; di consumismo che spreca energia; di opposti estremismi ideologici; di socialismo di stato; di capitalismo senza regole; e di tutto ciò di cui gli altri giornali se ne infischiano: semplicemente perché non amano l’uomo. Noi da un giornale libero da editori che difendono i loro affari nei tribunali o da persone che usano la natura per abbattere i governi, siamo interessati anche alla natura, così utile e così importante alla educazione alla bellezza.

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