L’Abc della Fede del cardinale Biffi: “Il cristianesimo è un avvenimento”

Di Redazione
24 Novembre 2012
“La fede cristiana è un arrendersi a questo avvenimento che salva ed è un lasciarsi cambiare da ciò che è avvenuto”

di Antonio Gaspari, tratto da ZENIT.org – Ne “L’ABC della Fede”, edito dalle Edizioni Studio Domenicano” di Bologna*, attraverso 15 brevi e appassionati capitoletti lunghi appena una pagina di libro, il cardinale Giacomo Biffi propone una sintesi della fede cristiana, in maniera schietta e arguta, così come è il carattere dell’autore

“C’è chi pensa che aver fede sia qualcosa di fortuito e, tutto sommato, di irrilevante” scrive l’Arcivescovo emerito di Bologna, “i più ritengono sia qualcosa di marginale nell’esistenza dell’uomo”, ma, sottolinea Biffi “il cristianesimo è prima di tutto un avvenimento, l’avvenimento del Figlio di Dio che si fa uomo, muore in Croce, risorge e ci coinvolge”, per questo motivo il cristianesimo “è un fatto, che si può accogliere o rifiutare”.

“La fede cristiana – rivela il porporato – è un arrendersi a questo avvenimento che salva ed è un lasciarsi cambiare di dentro da ciò che è avvenuto”. Il cardinale Biffi spiega che il più grande ostacolo a credere è l’enigma del male nel mondo.

“E’ stato detto che dopo gli orrori di Auschwitz non è più possibile credere in Dio”, secondo l’emerito di Bologna è vero il contrario “Dopo Auschwitz non è più possibile non credere in Dio” perché “diversamente tutto nell’esistenza umana e nella storia sarebbe tragicamente inutile e quasi beffardo”.

“La presenza del male – precisa il porporato- è un dato di fatto indipendentemente dalle nostre scelte ideologiche . “Ma per chi non crede – rileva – è un assurdo assolutamente irrimediabile”, per chi crede invece “diventa un ‘mistero’ cioè una realtà che essendo più alta di noi, proprio per questo ci può salvare dalle nostre contraddizioni”.

Ricordando i tre crocifissi nel pomeriggio del venerdì santo sulla collina del Calvario, il porporato spiega che c’è insieme a Gesù c’è il malfattore che si pente e compiendo un atto di fede raggiunge la salvezza. C’è anche il malfattore ribelle che non crede e che impreca contro Gesù.

Nella notte di Natale Luca racconta che “E’ nato il Salvatore”, ma “il messaggio natalizio – confessa il cardinale Biffi – non è raccolto da tutti”. Riflette l’Arcivescovo emerito di Bologna: l’uomo vuole spesso salvarsi con le sue sole forze. Gli illuminati pensavano che bastasse la conoscenza per salvarsi. Altri hanno creduto che bastasse l’attesa del “sol dell’avvenire” per una società senza classi e ingiustizie.

Oggi alcuni sono conviti che la salvezza si trova nel “salutismo” diete ferree, tecniche sessuali, innovazione tecnologica adorata come un totem … ma la salvezza va cercata altrove – sostiene il cardinale – e precisamente “nell’unico Salvatore che Dio nostro Padre ci ha dato”.

I cristiani credono che “Gesù è l’unico Salvatore del mondo” e per questo motivo guardano anche alle realtà terrene con positività, con un atteggiamento di stima e di fiducia, perché anche di fronte al peccato, esiste “l’azione redentrice di Cristo” per cui tutte le cose “sono state riconciliate”.

“La Chiesa – sostiene il cardinale Biffi –  è il corpo vivo di Cristo nel quale i singoli sono rianimati e sorretti”, la garanzia che contro di essa “le porte degli inferi (cioè le forze dell’errore e della malvagità) non prevarranno”. E l’Eucaristia – conclude il porporato – è il “sacramento di ogni salvezza” e noi “potremo vivere nella gioia, nella gratitudine, nella fierezza di essere per una insperata misericordia il popolo dei salvati”.

http://www.edizionistudiodomenicano.it/Libro.php?id=803

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4 commenti

  1. Celso

    “La presenza del male – precisa il porporato- è un dato di fatto indipendentemente dalle nostre scelte ideologiche . “Ma per chi non crede – rileva – è un assurdo assolutamente irrimediabile”, per chi crede invece “diventa un ‘mistero’ cioè una realtà che essendo più alta di noi, proprio per questo ci può salvare dalle nostre contraddizioni”.

    Gira e rigira, alla fine questo genio della teologia è arrivato alla conclusione che conviene più credere che non credere. E’ il vecchio argomento della scommessa pascaliana. Ma questo non dimostra l’esistenza di dio, dimostra semmai che per dare un senso al male – se uno proprio non riesce ad accettare la dura realtà della condizione umana – la cosa migliore è inventarsi la figura consolatoria di un dio.
    Se il mondo fosse buono e felice esisterebbe dio? Credo proprio di no. Quindi si adora un dio la cui esistenza dipende direttamente dall’esistenza del male. A questa conclusione si arriva semplicemente con l’uso della ragione. Sarebbe bello credere in dio, risolve un sacco di problemi, ma la ragione dà fastidio, è impertinente e ha una voce che non si può far tacere. Quando capisci che dio è un’invenzione, non puoi far finta di niente e fingere di credere perchè conviene. Se dio esistesse veramente come valuterebbe questa fede di facciata figlia della paura? Se fosse serio dovrebbe apprezzare di più un miscredente coerente che un credente per opportunismo.
    Ora, chi è che vive di più nelle contraddizioni?

    1. paolo delfini

      Caro Celso, massimo rispetto per le Sue idee, pero’ rileggendo attentamente la sintesi del Cardinale Biffi, forse i dubbi che Lei e noi tutti abbiamo possono trovare una Ragionevole risposta.Distinti saluti.

    2. FRANCESCO

      Caro Celso, è la stessa ragione che ci dice che Dio esiste, xchè se c’è un quadro allora cè stato un pittore, se c’è la creazione allora c’è chi la creata. Il problema è che noi non arriviamo a capire chi è questo Dio, con quali finalità ha creato tutto questo. Qui inizia l’assurdo: vediamo che la creazione è bella (mari, monti, stelle…) ma vediamo anche la presenza del male e allora ci domandiamo se Dio ha creato tutto questo. La nostra ragione non riesce a dare una risposta a questa situazione assurda; soltanto la fede ci riesce! soltanto il mistero, che non è qualcosa di misterioso, di enigmatico, ma è una risposta che supera la ragione senza contraddirla. è una risposta che ci dà la fede e si trova nelle prime pagine della Bibbia: tutta la creazione è bella, e l’uomo soprattutto, ma l’uomo è libero di accogliere ciò che Dio gli dona, è libero di rispondere a questo amore del suo Creatore che gli si rivela come Padre. I primi uomini , e anche noi oggi, non hanno seguito le “istruzioni x l’uso” , hanno voluto gestire loro la creazione, decidendo ciò che è bene, ed hanno rovinato quasi tutto! Ora, tutto questo, è ciò che si chiama “peccato originale” e che ho dovuto sintetizzare in poche righe, ma non va assolutamente contro la ragione, anzi è una risposta ragionevole che però la ragione da sola non è in grado di concepire, se non fosse stata illuminata dalla fede. Concludo dicendo che non sono credente per opportunismo ma perchè Qualcuno mi ha dato delle risposte, che il mio cuore e la mia mente hanno accolto con gioia. Ciao

    3. giuseppe

      Se il mondo fosse spiegabile con la sola ragione comprenderemmo del perché c’è il male. Ma l’esperienza ci dimostra che non basta la ragione a dirci del PERCHE’ c’è il bene e il male. Pertanto la fede in un Essere che sta al di là del visibile e del dimostrabile, non è un ripiegamento o un palliativo consolatorio, ma è il massimo del ragionevole e della tensione all’infinito. Caro Celso, ti invito a leggere S. Agostino, perché le tue domande le s’è poste anche lui. Allora scava nel profondo del tuo intimo, alla radice del tuo essere, che non è solo ragione che interroga, ma desiderio di amore e di infinito che supera il tempo e lo spazio.

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