«La visita di papa Francesco aiuterà a cambiare Cuba. Noi costruiamo la prima chiesa»

Di Leone Grotti
22 Settembre 2015
Intervista a padre Ramon Hernandez, sacerdote cubano scappato negli Stati Uniti: «Più Cuba sarà aperta al mondo, più potrà esserne influenzata, riconoscere i suoi sbagli, correggerli e cambiare»
Pope Francis is helped to the altar as he arrives to celebrate Mass in Revolution Square in Havana, Cuba, Sunday, Sept. 20, 2015, where a sculpture of revolutionary hero Ernesto "Che" Guevara decorates a nearby government building. Pope Francis opens his first full day in Cuba on Sunday with what normally would be the culminating highlight of a papal visit: Mass before hundreds of thousands of people in Havana's Revolution Plaza. (Tony Gentile/POOL via AP)

«Mi hanno invitato alla Messa, ma non sono potuto andare. Sa, devo prendermi cura di mia mamma, che ha 93 anni». Padre Ramon Hernandez, nato a Cuba 70 anni fa, trasferitosi negli Stati Uniti nel 1983, avrebbe voluto partecipare alla funzione tenuta domenica da papa Francesco in Piazza della rivoluzione. Il sacerdote, che sta edificando la prima chiesa a Cuba da quando il regime comunista ha preso il potere 55 anni fa, dichiara a tempi.it di essere entusiasta della visita del Pontefice e sicuro che «potrà influenzare molto Cuba».

Francesco è il terzo papa che visita Cuba in meno di 20 anni. Che cosa significa questo viaggio per gli abitanti dell’isola?
Rappresenta una grande speranza. Papa Francesco è una persona speciale in tutto il mondo e per i cubani entrare in contatto con lui in questo momento è fondamentale. Ora si stanno normalizzando i rapporti tra Stati Uniti e Cuba, il Papa stesso ha lavorato molto per questo: il paese ha bisogno di aprirsi e le parole del Pontefice sono state importanti.

Tutti hanno sottolineato, nella sua omelia di domenica, queste frasi sull’importanza del servire gli altri: «Il servizio non è mai ideologico, dal momento che non serve idee, ma persone. Però dobbiamo guardarci dalla tentazione del servizio che si serve degli altri».
Penso che il Papa abbia lanciato un allarme a tutto il popolo cubano in generale: cattolici, non cattolici e governo. La gente spesso guarda solo al proprio interesse e si dimentica di tutto il resto. Cuba ha bisogno di questo messaggio per creare una società migliore.

Non si stava rivolgendo principalmente ai Castro?
Non solo ai Castro, ma a tutto il governo. Infatti, molti membri del governo erano presenti alla Messa. C’erano politici sulla trentina e quarantina, il futuro del paese. Il Papa ha parlato chiaramente fin dal suo arrivo in aeroporto: date alle nuove generazioni il diritto di agire per il loro stesso paese. Questo aspetto è importante: le vecchie generazioni a Cuba cercano di mantenere lo status quo, ma le nuove vogliono cambiare.

Anche i dissidenti vogliono cambiare il paese, ma il Papa non li ha voluti incontrare. Perché?
Il problema dei dissidenti, o degli oppositori, è che non sono uniti tra loro, quindi è difficile ricevere qualcuno e non qualcun altro. Questo è successo anche in Venezuela: le opposizioni sono divise, mentre dovrebbero cercare di unirsi e stabilire una linea comune. Penso sia questo il motivo per cui il Papa non li ha incontrati: come si fa a sceglierne uno rispetto agli altri? Io ne conosco tanti: alcuni sono onesti e davvero convinti e impegnati, altri, mi creda, vengono dal governo stesso, altri ancora cercano vantaggi economici, vogliono solo far parlare di sé. Questo distrugge lo spirito della vera opposizione.

In Italia è stato scritto che i cattolici sono stati schedati per partecipare alla Messa. Ne sa qualcosa?
No. Io ho partecipato alla Messa con Giovanni Paolo II nel 1998: c’erano un milione di persone in piazza. Io sono stato libero di partecipare, come tutti. Il governo ha aiutato per garantire migliori trasporti e ovviamente il mantenimento della sicurezza. Questo avverrà anche negli Stati Uniti, hanno messo in piedi un apparato di sicurezza enorme per la visita del Papa. Ogni paese lo fa. Secondo me si tratta di questo, più che di schedatura. Credo che anche noi dobbiamo cambiare nei confronti di Cuba.

Cosa intende dire?
Negli ultimi 20 anni le cose sono cambiate: a Cuba è il momento di cominciare a rispettarsi. Chi è spaventato perché teme di non poter fare niente, alla fine non fa niente. Questo è il momento della fiducia e di andare avanti. Io ho vissuto a Cuba gran parte della mia vita, sono entrato in seminario nel 1966, negli anni del confronto. Quando sono tornato a Cuba per Giovanni Paolo II, ho visto che le cose erano cambiate, c’era uno spirito diverso: non sto dicendo che è perfetto, né che è il migliore possibile, dico che è diverso. Io mi sono sentito più a mio agio.

Il Papa ha anche chiesto più libertà religiosa, però.
Certo, ma non si può far finta che le visite di tre papi non abbiano cambiato niente. A noi il governo ha dato il permesso di costruire una nuova chiesa a Sandino, Pinar del Rio, così come a Santiago e all’Avana. Non è tutto uguale a prima e il Papa, che è una persona di dialogo e riconoscimento degli altri, lo sa. Se le cose stanno cambiando è anche per merito di Caritas Cuba. Sono onesti, aiutano la società, mostrano la bellezza del servizio e così sono sempre più rispettati dal governo. Del resto, la Chiesa cattolica è l’unica istituzione che a Cuba viene considerata sullo stesso livello dello Stato.

Di che cosa ha più bisogno Cuba oggi?
Lo ha detto perfettamente Giovanni Paolo II: «Cuba ha bisogno di essere aperta al mondo e il mondo ha bisogno di essere aperto a Cuba». Più Cuba sarà aperta al mondo, più potrà esserne influenzata, riconoscere i suoi sbagli, correggerli e cambiare per diventare un paese migliore.

La visita di papa Francesco può aiutare questo processo?
Certo. In piazza non c’erano solo cattolici: tanti sono andati a sentire il Papa perché si fidano di lui, perché dice cose che nessun altro dice. È stato qualcosa di spettacolare. Cuba infatti non è così male come tanti dicono, ma le cose non vanno neanche così bene come dicono altri. Bisogna capire come Cuba sta cambiando: c’è ancora la povertà, la poca libertà, i contrasti con il governo. Ma c’è anche quello che ha detto il Papa: un popolo ferito con il cuore aperto e le braccia aperte.

@LeoneGrotti

Foto Ansa/Ap

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19 commenti

  1. Raider

    Per errore, ho spedito un post che temevo di avere cancellato e così, ho dovuto riscriverlo. Spero passi il post con cui rispondo a Yoyo e che non vorrei digitare daccapo.

  2. Focauld

    Ho visto il video in cui Papa Francesco incontra il vecchio Fidel. Che tenerezza ! E’ veramente un buon pastore !

    1. Bartolo Notar

      E’ previsto nei prossimi giorni un possibile incontro con Putin. Grande !

      1. Raider

        Il papa incontra tutti, da Putin a Netanyahu, la grandezza del papato è questa. Invece, un genere di incontri del destino rivelatori dell’affinità di intenzioni e caratteri, le une peggio degli altri, è quello che avviene qui fra i nazi-islamici di cui sopra, il bavoso mollusco e il pataccaro di riserva che gli regge il gioco sporco. Così
        – che Castro sia, secondo la vulgata e tutti i canoni dell’ortodossia clinica nazi-islamica, un ebreo, stavolta, non conta:
        – che la Chiesa a Cuba sia stata soggetta a vessazioni, a discriminazioni e restrizioni alla libertà, ai due deliranti nazi-islamici, non importa nulla, non li tange minimamente, anzi, non gli può che fare piacere:
        – che Castro sia un dittatore di lungo corso, esponente di un’ideologia che continua a perseguitare cristiani e non solo, dove è ancora al potere, imponendo ai cristiani la specifica dhimmitudine delle “Chiese patriottiche”, è una garanzia di qualità, per i mentecatto-islamici:
        – che la dittatura a conduzione familiare dei Castro sia addivenuta a una distensione che prelude, come altre volte verificato, alla dipartita del patriarca del regime e a seguire, del sistema che impersonava, sfugge totalmente ai deliranti fan del dittatoe purchessia:
        – infatti, non è, certo, un caso che islamici e mentecatto-islamici siano sempre dalla parte di tutte le dittature, senza sciocche distinzioni ideologiche, meglio se dittature sanguinarie, ancora meglio se tirannie anti-cristiane, dal nazismo al comunismo, da Hitler a Stalin:
        infatti, non più tardi di qualche giorno fa, questa coppia di troll multinick, più il terzo incluso che è solo uno dei doppioni del più scisso mentalmente dei due, ha dato prova della solita falsità islamicamente ineccepibile quando, strappandosi la maschera di devozionale fanatismo e salamelecchi di rito per i gonzi ‘dialoganti con l'”Islam, religione di pace”, l'”Islam’, religione naturale dell’umanità”, per l’ennesima volta hanno insozzato questo blog con insulti e volgarità truculente che gli si addicono perfettamente, tanto da essere rimossi dalla Redazione. Ma siccome, mestiere o condanna che sia, questo sanno fare, fanno finta di nulla, come se nemmeno loro sapessero chi sono davvero. E forse è proprio così.

      2. Raider

        Il papa incontra tutti, Putin come Netanyahu, è grande per questo. Ma il genere di incontri rivelatori del destino da è quello fra il bavoso mollusco e il pataccaro di risulta che gli regge il gioco sporco:
        – che Castro sia, stando all’ortodossia clinica complottista nazi-islamica, ebreo, stavolta, non è un problema:
        – che Castro sia un dittatore di lunga data, neppure, anzi, è una garanzia di qualità:
        – che la Chiesa, anche a Cuba, abbia sofferto discriminazioni, limitazioni alla libertà e la propaganda dell’ateismo di Stato, passa in second’ordine o non conta, il dittatore di lungo corso che ha appena trovato modo di rappacfcas all’Aecia e :
        – che i regimi comunisti abbiamo perseguitato o imposto la loro specifica dhimmitudine alle ‘Chiese patriottiche’, è solo la prova di una affinità di fondo con i regimi islamici, cui le dittature, meglio se sanguinarie e ancora meglio se anti.cristiae, stanno bene tutte, dal nazismo al comunismo, da Hitler a Stalin:
        – che questi due mentecatto-nazi-islamici abbiano dato prova fino a qualche thread fa del genere di belluina falsità, volgarità truclente e disprezzo di questo sito, oltre che della realtà al di fuori delle paranoie da questa coppia di falsi come l’Islam minuziosamente coltivate, è solo la prova di quanto valgano i loro apprezzamenti fasulli e quindi, proprio perché fasulli, islamicamente ineccepibili al papa.

        1. giulia

          Già prima non incontravano tutti invece…………. ah svegliaaaaa! semmai erano gli altri che non li volevano incontrare i papi!

  3. Andrea

    Il richiamo che Papa Bergoglio e Raul Castro hanno fatto entrambi, nei loro discorsi all’arrivo del Papa, alla “Patria” indica che quelle latino-americane non sono mai state fino in fondo rivoluzioni marxiste ma piuttosto populiste e nazionaliste. E’ una cosa fin troppo evidente e che sfugge a tutti coloro che guardano a Cuba come ad un Paese “sovietico”. Sono molto più sovietici gli USA e non mi stupirei che lì sì vi sia una schedatura. Magari a cominciare dalla schedatura di Papa Francesco.

  4. yoyo

    Bartolo, non ti basta un filone? Siccome ti ho preso in castagna da una parte ripeti la vaccata in un altro?

  5. Bartolo Notar

    L’ONU è fondamentalmente una creatura massonica dell’occidente in cui sguazzano i tre fondamentalismi (cristianista messianico, talmudista sionista e wahabismo islamista) che collaborano al fine di destabilizzare il mondo.

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