Il sugo della storia

La verità è sempre semplice ed è la prima grande amica di tutti

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«La perfetta verità è sempre semplice». La frase, che Ammiano Marcellino attribuisce all’imperatore Costanzo II, sottolinea la prima evidenza, che un bambino riconosce senza indugio, perché non ha pregiudizi di sorta. Nel suo senso etimologico «semplice» significa «composto di un’unica parte, che ha un’unica via, che non è doppio». Un sentiero di montagna è semplice, quando non puoi errare nella scelta della via, perché c’è un solo percorso, oppure perché è evidente quale sia la strada da percorrere. La via della verità è per questo semplice, anche perché, come scrive san Bonaventura da Bagnoregio, «è insito nell’anima l’odio della falsità». Ognuno di noi ha il desiderio innato di conoscere la verità. Appare evidente quando io racconto una storia alle mie figlie e mi chiedono: «Papà, questa storia è vera?».

Oggi, però, una strada semplice (perché non doppia, non ambigua, evidente) può diventare difficile, cioè non facile da percorrere, proprio per il clima culturale che da decenni impera. Spenti, infatti, tutti i lanternoni del passato, l’epoca contemporanea assiste all’accensione di un nuovo lanternone culturale che nega l’esistenza di qualsiasi verità assoluta, privilegia una finta tolleranza in nome di un presunto multiculturalismo, si rivolge all’esperto in ogni campo, una volta che tutte le figure di riferimento del passato sono state rifiutate. Persa di vista l’unità del sapere e il senso complessivo della cultura, si assiste ad una parcellizzazione delle discipline che non sono più riconducibili ad un unicum, che non riescono a dialogare tra loro. Se non c’è una verità o se essa non è da noi conoscibile, non è possibile una reale comunicazione tra gli uomini, perché non si può pensare di mettere in compartecipazione una verità che sia portata da uno dei due interlocutori o che sia derivata da altri. Quando la verità è negata alle radici, ognuno continua a camminare nel proprio tunnel di vetro trasparente in cui potrà vedere gli altri, senza, però, entrare realmente in contatto con loro.

L’assioma dell’inesistenza del vero è, di fatto, un utile paravento per poter compiere indisturbati i propri affari politici, economici, per poter distribuire ovunque i propri consigli interessati a manipolare le coscienze, agendo indisturbati e nascosti sotto l’egida del relativismo, al sicuro, anche se, aggiungo io, per poco, perché l’unica vera avversaria è la verità stessa.

Ecco allora cosa scrive papa Francesco a proposito della famiglia nel libro Il nome di Dio è misericordia: «La famiglia è l’ospedale più vicino: quando uno è malato ci si cura lì, finché si può. La famiglia è la prima scuola dei bambini, è il punto di riferimento imprescindibile per i giovani, è il miglior asilo per gli anziani […]. La famiglia è anche la prima scuola della misericordia, perché si è amati e si impara ad amare, si è perdonati e si impara a perdonare. Penso allo sguardo di una madre che si sfianca di lavoro per portare a casa il pane al figlio tossicodipendente. Lo ama, nonostante i suoi errori». Sono parole semplici e chiare, quelle di papa Francesco. Sono parole vere che evidenziano un dato di fatto incontrovertibile: la famiglia è il fondamento della persona e della società. Ciascuno di noi può riconoscerlo con semplicità.

Nella sua più recente opera dal titolo impegnativo Aletheis Dialogoi (ovvero «dialoghi veri»), edita da Cantagalli, Paolo Fedrigotti vuole evidenziare proprio la semplicità della verità che è amica di noi tutti. Per questo l’autore sceglie sette luoghi, numero non certo casuale, perché rimanda alla perfezione e al compimento. Sono luoghi della contemporaneità: la strada, il bar, l’edicola, il treno, il parco, il museo d’arte, la biblioteca. Non conosciamo il nome dei personaggi dei dialoghi. L’anonimato è voluto, chiaro segno che i protagonisti sono dei cacciatori di stelle, degli assetati di verità in mezzo ad un mondo che dà per scontato, senza averlo mai dimostrato, che la verità non esista. Per questo nel primo pungente dialogo l’autore sottolinea che la verità è la prima grande amica di noi tutti. La verità è semplice da cogliere: «Che cos’è la verità […] se non il semplice stato delle cose? Cos’è il “dire la verità” se non il riconoscere ed il riferirsi a ciò che è così com’è?… Più facile di così».

Nell’epoca contemporanea è sempre più urgente spazzare via i pregiudizi, i luoghi comuni, le tante menzogne spacciate per verità. Come scrive Chesterton una menzogna ripetuta diventa nel tempo verità. Non si può per questo continuare a tacere di fronte alle tante menzogne che oggi vengono ripetute in maniere imperterrita.

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2 commenti

  1. Luca Nullo

    sarebbe meglio tu tornassi a scuola (sempre tu ci sia stato) per studiare Niccolò Copernico …

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