La Var è solo un arbitro cornuto in più, ecco perché la odio

Di Roberto Perrone
02 Ottobre 2021
È una tecnologia che doveva azzerare le polemiche ma le ha moltiplicate. Non avevamo bisogno di Cakir in Milan-Atletico per scoprirci No Var
Arbitro Var Wolfsburg-Siviglia
Arbitro al Var durante Wolfsburg-Siviglia di Champions League (foto Ansa)

Non andrò certo in piazza – odio le piazze, preferisco le vie –, non insulterò i virologi, pardon i varologi, non organizzerò chat mettendo i numeri di telefono degli arbitri che sdottorano in tv, ma sono fermamente No Var. Lo sono stato fin dall’inizio e questa due giorni europea, con i moviolisti scatenati contro gli arbitraggi, specialmente quello del turco Cakir in Milan-Atletico Madrid, ma soprattutto la fibrillazione del popolo contro i fiaschi per fischi, mi convincono sempre di più della mia scelta ideologica. Odio la Var per due motivi (ce n’è anche un terzo, veramente, ma meno importante: non capisco ancora se sia maschile o femminile).

Una passione per l’errore umano

Uno: sono appassionato dell’errore umano. Faccio un esempio. Il caso Kessie. La seconda ammonizione è stata esagerata, ma, come hanno sottolineato in molti, pure il “Presidente”, come l’hanno soprannominato i milanisti, lo è stato. Insomma, uno che è stato ammonito non va a contrastare l’avversario con quella foga, soprattutto in una situazione non pericolosa. Ecco, Kessie ha sbagliato e ha sbagliato pure l’arbitro. Ma secondo la logica che ha portato all’introduzione della Var, l’arbitro non può sbagliare.

Sbagliano i portieri (quante papere quest’anno), sbagliano i difensori, sbagliano i centrocampisti, sbagliano gli attaccanti. Sbagliano gli allenatori, glielo rinfacciamo continuamente: formazioni sbagliate, tattiche astruse, sostituzioni senza senso. Sbagliano i direttori sportivi che acquistano ciofeche pensando che siano parenti stretti di Ronaldo (oh, continua a segnare a raffica, di sicuro il problema della Juve non era lui).

Sbagliano i presidenti: leggetevi le cronache assembleari della Lega calcio. Solo l’errore dell’arbitro non viene tollerato. Obiezione: i suoi errori falsano le partite. Obiezione respinta: e quelli di Szczesny o Dzeko no? L’errore appartiene agli esseri umani, fa parte della nostra natura, volerlo abolire sa di eugenetica. Infatti è impossibile e la Var non l’ha cancellato. Perché alla Var c’è un essere umano e in campo un altro e alla fine, visti i filmati oppure non visti (una scelta) sono sempre loro a prendere le decisioni (un’altra scelta). Poi, leggete quello che dite e scrivete? Una volta la Var va consultata, la volta dopo no. Ho sentito un presidente che dopo una partita si è scagliato contro un arbitro perché era andato a rivedere l’azione incriminata e la partita dopo era furibondo perché non c’è andato.

Quanti danni ha fatto la Var

Due: non cancellando gli errori, non ha azzerato le polemiche, le discussioni, le orate (intese come più ore di trasmissione, non come pesci, sempre meglio questi, alla ligure con olive taggiasche e patate) di scazzi su radio e tv. Tutto come prima, tutti come sempre. Il problema non sono gli arbitri, ma la nostra ossessione per loro. All’estero, dove non hanno inventato la moviola e un mestiere ad esse legato, il “moviolista”, la Var è usata con parsimonia e le polemiche che non c’erano prima non ci sono neanche adesso.

Dite: ha aiutato sul fuorigioco. Sì, ma quanti danni ha fatto? Secondo me non si può annullare un gol per mezzo alluce, dai. E poi quando mettono le due righe, rossa e blu, mi torna in mente la consegna della versione di greco con la professoressa che mi faceva il culo. Che angoscia.

Morale: avete voluto la Var per avere un altro bersaglio. Così ora oltre all’arbitro ve la prendete anche con il “varista”. Un voto da dare in più. Più che desiderosi di assistere a un gioco senza errori, volete qualcuno da giudicare e, possibilmente, da insultare. Quindi resto no-Var. E non devo neanche vaccinarmi, c’ho gli anti-corpi permanenti da quando l’hanno introdotta.

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