La Turchia armava i terroristi in Siria. Le nuove prove che agitano Erdogan alla vigilia del voto

Di Leone Grotti
03 Giugno 2015
È stato chiesto l'ergastolo per il direttore del quotidiano turco Cumhuriyet, che ha pubblicato un video esclusivo sulle manovre dell'intelligence turca
In this Saturday, May 30, 2015, photo, Turkey's President Recep Tayyip Erdogan delivers a speech in Istanbul, Turkey, during a rally to commemorate the anniversary of city's conquest by the Ottoman Turks. Turkey will hold general election on June 7. (AP Photo/Lefteris Pitarakis)

Si allarga lo scandalo delle armi che la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, tra il 2013 e il 2014, avrebbe consegnato in Siria alle fazioni ribelli e ai terroristi di Al-Qaeda.

IL VIDEO. Venerdì scorso il quotidiano turco Cumhuriyet ha pubblicato sul suo sito internet un video esclusivo, che mostra membri dell’intelligence turca (Mit) caricare di armi un camion da inviare in Siria. A causa di questo filmato, il direttore del quotidiano Can Dundar rischia l’ergastolo ed è stato formalmente accusato di «crimini contro il governo» e di «fornire informazioni sulla sicurezza nazionale».

MISSILI E MUNIZIONI. Come rivelato a fine maggio in esclusiva da Reuters, quattro camion pieni di parti di missili, munizioni e mortai semi-assemblati sono partiti dalla Turchia e sono stati accompagnati da membri dell’intelligence di Stato in territorio siriano fino alle postazioni dei terroristi islamici. Uno dei quattro camion, come affermato da testimoni, è stato intercettato dalla polizia ma gli altri tre no, visto che quando gli ufficiali li hanno raggiunti sono stati minacciati di andarsene da membri del Mit.

ARMI AD AL-QAEDA. Due pubblici ministeri turchi, che hanno indagato sulla consegna delle armi, sono stati accusati di aver rivelato segreti di Stato e condotto ricerche illegali. Secondo diversi testimoni attualmente sotto accusa al pari dei magistrati, tra cui alcuni guidatori dei camion pieni di armi, il carico sarebbe stato portato in Siria in territori controllati da ribelli e formazioni di Al-Nusra, la milizia siriana di Al-Qaeda.

ERGASTOLO. Erdogan ha dichiarato che il giornalista che ha pubblicato il video «pagherà a caro prezzo» questa decisione, ricordando che nessuno ha l’autorità per intralciare le operazioni dei servizi segreti. Il pubblico ministero che ha aperto un fascicolo su Can Dundar ha già chiesto l’ergastolo. Il direttore ha dichiarato lunedì: «Noi siamo giornalisti, non impiegati statali. Il nostro dovere non è quello di nascondere i loschi segreti dello Stato».

TURCHIA E SIRIA. La Turchia ha sempre negato di aver inviato armi alle milizie che combattono l’esercito di Bashar Al-Assad al di là del confine, anche se ha fatto di tutto per favorirle, consentendo a centinaia di combattenti stranieri di unirsi alle fila dei ribelli e dello Stato islamico passando attraverso i suoi porosi confini. Nell’ultimo mese, inoltre, Ankara ha cominciato ad appoggiare attivamente ed esplicitamente un gruppo di terroristi in Siria, insieme a Qatar e Arabia Saudita. La milizia Jaish Al-Fatah, Esercito di conquista, comprende anche gruppi di Al-Nusra ed è operativa nel nord della Siria.

VIGILIA DELLE ELEZIONI. Le notizie uscite in questi giorni a proposito del sostegno dato da Ankara a gruppi di terroristi sono molto sensibili e giustificano i toni forti usati da Erdogan, visto che il 7 giugno si terranno le elezioni in Turchia. L’Akp, partito islamista dell’attuale presidente, vincerà sicuramente ma se riuscirà ad ottenere una maggioranza qualificata per cambiare la Costituzione senza bisogno di alleati, trasformerà la Turchia in repubblica presidenziale. Per Erdogan si tratta della partita decisiva, visto che da capo dello Stato diventerebbe, di fatto, un sultano (sul numero di Tempi in edicola da giovedì 4 giugno l’analisi sulle elezioni di Rodolfo Casadei).

@LeoneGrotti

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8 commenti

  1. fabio G

    La Turchia fa parte della NATO e manda armi a gruppi di combattenti
    che un altro paese NATO (USA) cercherebbe di neutralizzare?

    Per me è vera l’interpretazione secondo cui l’ISIS serve ad abbattere il “regime” di Assad,
    dato che in IRAQ si cerca di contenerlo più che annientarlo
    mentre in Siria a questi gruppi armati si mandano le armi.

    1. Angelo

      ” è vera l’interpretazione secondo cui l’ISIS serve ad abbattere il “regime” di Assad”

      Più che una interpretazione è un fatto supportato da dichiarazioni di politici USA (a cominciare dalla Clinton che si fa “sfuggire di mano” questi birbantelli di terroristi) e foto di Mc Cain in amabile compagnia del temibile califfo Al Baghdadi)
      Certamente poi si possono fare considerazioni sul “cui prodest”, e qui i malvagi anti-semiti non esitano a fare notare che l’ISIS non ha mai torto un capello ad un piccolo stato medio orientale che, essendo in perenne pericolo, è costretto a possedere qualche centinaio di testate nuceari, ed a cui avendo Hezbollah rotto spesso e volentieri il fondo schiena, farebbe comodo avere dei jihadisti utili al governo in Siria e Libano al posto di cattivoni come Assad.

      1. yoyl

        La Turchia è nella Nato, ma non sembra interessarle più tanto. Da quando Erdogan è al potere si è convertita al sogno neo-ottomano. Gli Usa, se sono colpevoli, lo sono do aver lasciato fare troppo a lungo, non di certo di quello che dici tu.

        1. Raider

          La Turchia stia fuori dall’Ue, ci sono mille motivi perché resti al suo posto. Quanto alle lotte per la leadership califfale/avanguardia dell’Islam intrecciate alle rivalità etnico-religiose (di vecchia data) fra Turchia, Iran, sauditi, ce n’è abbastanza per tutte le destabilizzazioni passate, in corso e venture. Il gioco del multinick che torna sulle foto di McCain, sull’Isis che sfugge di mano (Hamas, no: sempre roba del Mossad, è in mani sicure…), ma se la mano armata si rivolge contro chi ama i jihadisti, allora, è benedetta, rientra nelle paranoie come variabili indipendenti complottiste con vista su la Mecca e Eurabia.

  2. Che il fondamentalista Erdogan facesse il gioco dei miliziani dell’ISIS era sospettato da tempo, sin da quando si è rifiutato di intervenire contro i daesh, i quali si sono opportunamente bloccati proprio al confine del suo Stato, senza mai sforare. Stessa cosa quando trattenne i curdi che accorrevano in difesa dei loro fratelli (cristiani) siriani. Signori, cosa ci stupiamo a fare? L’ISIS è di ideologia sunnita, Erdogan è sunnita (come buona parte dei turchi, del resto) e non si vede male a capo di un vero e proprio impero islamico. Allo stesso modo (basta vedere la piega presa dalla Turchia dall’inizio del suo “regno”) ostacola le minoranze in ogni modo e le vede bene assoggettate sotto il gioco islamico. Meno male che con costui al governo le probabilità che la Turchia entri nella UE diminuiscono giorno dopo giorno, tuttavia è chiaro che fra lui, i daesh e il malcelato contento da parte dei governi occidentali per quello che sta succedendo ai cristiani in Medio Oriente, credo che per questi ultimi si prospettino tempi sempre più duri. Dobbiamo aiutarli, con ogni mezzo.

    1. Menelik

      Sull’ultima proposizione che hai scritto…….
      ……..armi ed istruttori militari, Eques.
      Non c’è nessun altro modo sul pianeta Terra.
      Forse nel mondo dei sogni impossibili sì, ma sulla Terra no.
      E si dovrebbe favorire la costituzione di una entità statale Curda, la quale si prenda carico anche di difendere Cristiani e Yazidi, e dia una bandiera (cioè la partecipazione ad un esercito) a tutti coloro che hanno conti in sospeso coi daesh, e sono milioni.
      C’è molto petrolio in Kurdistan, è petrolio superficiale, di facile estrazione.
      Il Kurdistan avrebbe tutte le carte in regola per diventare uno stato autonomo, mettendo la parola fine all’obbrobrio dei confini territoriali tirati col righello su una carta geografica.
      I Curdi sono come i nuovi Armeni: o li aiutiamo fornendogli quello che gli serve, e cosa gli serve adesso lo sanno molto bene tutti i leaders occidentali, o verranno sterminati come quelli del 1915.
      Se facessimo una politica estera più autonoma dalle decisioni del Pentagono, il quale non vede l’ora di poter diventare il fornitore dell’Europa di shale gas, avremmo un grande fornitore di gas naturale (Russia e Tunisia) e di petrolio (Kurdistan e Iran, oltre a produrlo noi dall’Adriatico prima che ce lo succhino via gli Sloveni).

    2. Menelik

      Scusa se riprendo Eques:
      io guardo le vicende internazionali con l’ottica del perito industriale, non con un’ottica filosofica o teologica.
      E’ proprio lo shale gas il punto chiave della situazione.
      In una situazione di estrema instabilità del Medioriente, la produzione di greggio dai Paesi arabi non potrà che essere ridotta.
      I Paesi arabi non riforniscono solo l’Occidente, anche le altre economie emergenti Cina e India.
      Se l’approvvigionamento di petrolio arabo in Europa è insufficiente, l’Europa avrà difficoltà a sostenere una produzione competitiva a causa del prezzo alto dell’energia.
      Aggiungi la zizzania seminata tra Europa e Russia, qualunque ne sia il pretesto, per bloccare la costruzione di metanodotti che bypassano l’Ucraina, e l’Europa vedrebbe incertezze anche a sostenere il consumo di metano, e i costi di produzione lievitano ulteriormente.
      Allora, dal cappello magico verrebbe fuori il gas di scisto, di cui gli USA sono forti produttori.
      ……………………
      Sì, mi sono convinto. L’isis è funzionale ad un certo modo di concepire l’economia globale.
      Non è opera americana, come sostiene il pluri-multi-nick che conosciamo bene di sicura area grillina, ma all’America della grande finanza non fa poi così male l’isis.
      Vent’anni fa dicevano che presto l’idrogeno avrebbe soddisfatto le necessità energetiche mondiali, ma……aspetta e spera, che l’ora s’avvicina.
      Intanto l’instabilità mediorientale riduce la produzione di greggio.
      E quando arriveranno alla fusione nucleare (SE ci arriveranno), improvvisamente in Medioriente tutto si calma e scoppia la pace, quanto ci scommetti?

  3. Filippo81

    Erdogan è ormai un pericoloso tiranno islamista, un pericolo per l’umanità intera !

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