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Mentre la prima manovra del governo Draghi pensionava per sempre la previdenza dei giornalisti per manifesta insostenibilità dei conti dell’ente, disponendo la confluenza dell’Inpgi nell’Inps a decorrere dal 1° luglio 2022, politica e giornali riaprivano – per l’ennesima volta – il cantiere della riforma. Senza colpo ferire, si è via via passati da Quota 100 a Quota 102, si sono accarezzate presunte Quote 103 e 104, si è stiracchiata l’Ape sociale ampliando il novero dei lavori cosiddetti “gravosi” includendo – tra gli altri – anche le maestre d’asilo. E infine si è fatta largo anche la proposta Tridico, ribattezzata presto “Opzione Tutti” perché ricalca in qualche modo il modello di Opzione Donna, la misura che consente alle lavoratrici di lasciare anzitempo il lavoro: in pensione a 63 anni (per le donne, oggi, l’età è 58 e salirà a 60 dal prossimo gennaio), ma con calcolo interamente contributivo dell’assegno. Che vorrebbe dire: taglio del 25-30 per cento della prestazione....
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