La Santa Sede contro i conventi americani «rifiutano l’insegnamento della Chiesa»

Di Benedetta Frigerio
20 Aprile 2012
Il 18 aprile scorso è stato pubblicato il documento della Congregazione per la dottrina della fede. Nel testo si fa riferimento all'indagine, promossa dal Papa e durata quattro anni, svolta nei conventi della Leadership Conference of Women Religious: «Le loro posizioni radicalmente femministe sono incompatibili con la fede».

 
Il mito progressista, per cui la felicità dell’uomo sta nella sua evoluzione materiale, e che emargina la presenza di Cristo come risposta contemporanea, ha affascinato la gran parte delle suore religiose americane. A dirlo è la Congregazione per la dottrina della Fede, con un documento del 18 aprile scorso che fa seguito a un’inchiesta ordinata da Benedetto XVI nel 2008. «La situazione dottrinale e pastorale attuale della Lcwr (Leadership Conference of Women Religious, nrd) », si legge nella valutazione dottrinale delle Conferenza delle superiori religiose femminili, «è grave ed è un argomento di seria valutazione».

Il problema fondamentale è che la Leadership Conference, che riunisce circa l’80 per cento delle religiose degli Stati Uniti, si «è allontanata dal centro cristologico fondamentale e dal focus della consacrazione religiosa». Un allontanamento iniziato negli anni Sessanta che ha portato a sposare concezioni «radicalmente femministe incompatibili con la fede», culminando in una presa di posizione pubblica gravissima. Nel 2008, infatti, la Lcwr ha sostenuto a voce alta la riforma sanitaria di Obama, che include la sovvenzione di aborto e contraccezione da parte di tutte le istituzioni pubbliche e non. Tradendo così il compito educativo che le istituzioni religiose di stampo caritativo, formativo e sanitario hanno.

L’indagine purtroppo rivela che la presa di posizione non era frutto di un errore dottrinale nuovo e quindi arginabile immediatamente. Infatti, si legge nella valutazione, le religiose «rifiutano l’insegnamento della Chiesa sui problemi della sessualità» e pure su quello che riguarda «l’aborto» e l’ «eutanasia», rimanendo in «silenzio sul diritto alla vita dal concepimento alla fine naturale». Di più, la Conferenza avrebbe minato anche il concetto di famiglia: «Spesso contraddicevano o ignoravano l’insegnamento magistrale».

Tali conseguenze sono causate dalla deriva di una concezione dottrinale errata. Per cui per le religiose è discutibile «l’Eucarestia al centro delle loro celebrazioni comunitarie solenni», cosiccome «la presenza nella Messa di un sacerdote ordinato». Le suore trattano anche temi come l’opinabilità degli «insegnamenti della Santa Sede in materia di ordinazione delle donne» che spesso «rifiutano pubblicamente». Nel manuale di formazione delle Suore si trova, poi, una concezione della Chiesa democratica, che di fatto identifica le singole chiese come slegate dal capo e autonome rispetto al magistero. Si legge, inoltre, l’invito al dialogo per capire se «accettare o meno l’insegnamento della Chiesa», che porta a negare «la Trinità, la divinità di Cristo e il carattere spirituale della Sacra Scrittura». Durante alcuni recenti incontri promossi della Lcwr, infatti, si invitava ad andare «al di là della Chiesa» e «al di là di Gesù».

Alcune suore si sono difese chiamando in causa il loro aiuto ai poveri e l’accettazione dei diversi: ma queste sono caratteristiche di qualsiasi associazione filantropica che non richiede certo l’obbligo di entrare in convento. Anzi, proprio i conventi, emarginando Cristo e disobbedendo al suo corpo, che è la Chiesa, si sono così mondanizzati. Perciò, conclude il documento, il Manuale per la formazione dottrinale «sarà ritirato dalla circolazione, mentre si procederà alla sua revisione», affinché torni conforme «al Catechismo». Mentre la vita liturgica dovrà ridare «un ruolo centrale all’Eucarestia e alla liturgia delle Ore». I programmi delle assemblee annuali e gli oratori dovranno essere approvati dall’arcivescovo delegato della Conferenza episcopale, chiamato a vigilare per cinque anni in modo da «promuovere un rinnovamento paziente e collaborativo».

@frigeriobenedetta

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