
La riforma elettorale si avvia al passaggio alla Camera
La discussione sulla legge elettorale si avvia verso Montecitorio. La presidente della Camera Laura Boldrini ha inviato una lettera al presidente del Senato Piero Grasso: è il gesto ufficiale che potrebbe portare ad un cambio di rotta.
CALENDARIZZATA DISCUSSIONE ALLA CAMERA. Finora la discussione della riforma a Palazzo Madama è rimasta bloccata da veti incrociati. Alla Camera sono state depositate dall’inizio legislatura 21 proposte di legge per la modifica del Porcellum, dichiarato incostituzionale dalla Consulta pochi giorni fa. Montecitorio ha calendarizzato l’esame delle proposte di legge dei deputati, e la prassi prevede che quando la Camera comincia a discutere su materie che sono già al vaglio del Senato, i presidenti ne concordino l’iter. Ecco perché la Boldrini ha scritto a Grasso: a questo punto toccherà a loro accordarsi su quale dei due rami del Parlamento debba lavorare per primo su una riforma.
LA PROPOSTA DI RENZI E NCD. Intanto proprio in questi giorni il neo segretario del Pd Matteo Renzi ha iniziato a portare avanti l’idea che sia la Camera a lavorare per prima sulla riforma elettorale: lo ha comunicato ufficialmente lo stesso Pd attraverso una nota in cui si spiega che Renzi, d’accordo col capogruppo democrat a Montecitorio Roberto Speranza, spinge per l’esame alla Camera. Con un secondo comunicato stampa, il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda ha fatto sapere di aver comunicato al presidente Grasso l’esito della riunione dei gruppi Pd di ieri, dieci dicembre, durante la quale non è stata posta alcuna obiezione alla proposta di Renzi. Alla Camera, dove il Pd conta già su una maggioranza più solida, sarebbe più facile trovare un accordo anche con altre forze politiche, persino con l’opposizione Sel-Forza Italia-M5s. Intanto sia il vicepremier Angelino Alfano che il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi hanno comunicato di essere d’accordo con l’idea di riforma portata avanti dal segretario del Pd.
COME PER I SINDACI. L’idea di Renzi è già nota: si basa sull’attuale sistema elettorale previsto per i sindaci che prevede il ballottaggio e il premio di maggioranza, ma che offre anche piena rappresentanza ai partiti che non arrivano al secondo turno. Già nel giorno della vittoria delle primarie Renzi ga sottolineato che lotterà per «salvare il bipolarismo», evitando il ritorno ad un proporzionale puro. Il sistema elettorale usato per le amministrative sarebbe una via su cui è realistico trovare consensi.
BRUNETTA: «CON ACCORDO, LEGGE IN UNA SETTIMANA». A velocizzare i tempi ci starebbe in linea di principio anche Forza Italia. Silvio Berlusconi il 7 dicembre ha chiesto al Governo Letta di varare in pochi giorni una nuova legge elettorale. Oggi il capogruppo alla Camera di Fi, Renato Brunetta, ha dichiarato che con l’accordo tra Renzi, Berlusconi e Grillo, «una nuova legge si può fare in una settimana».
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