La quiete dopo la sconfitta

Di Rodolfo Casadei
14 Giugno 2000
I partiti della Casa delle Libertà hanno tutto l’interesse ad accreditare un’immagine di moderazione, la sinistra ha rinunciato a distruggere Berlusconi e prende atto dell’inevitabile liquidazione del post-comunismo in Italia. La bonaccia che domina la scena politica italiana esprime una duplice svolta storica: Forza Italia è definitivamente legittimata come partito di governo, il partito post-comunista è definitivamente delegittimato e la sinistra può cominciare a pensare seriamente alla “cosa nuova”. Lo spiegano tre notisti politici eccellenti: Battista, Festa e Baget Bozzo

I Presidenti di Regione del Polo, che da un mese preparavano a casa loro insieme ai Prefetti la festa del 2 giugno, che scendono a Roma come soldatini obbedienti alla sfilata dei Fori imperiali cui sono stati improvvisamente precettati dal duo Ciampi-Amato con una sola settimana di anticipo; Bossi che da Pontida fa sapere: “Pontida non è contro Roma”; le richieste di dimissioni del ciarliero ministro degli Interni Enzo Bianco, sospettato di aver contribuito al fallimento del blitz contro le Brigate Rosse, declassate a semplice mozione di biasimo; la nomina di Giovanni De Gennaro a capo della Polizia concordata dai due principali schieramenti politici in perfetto stile bipartisan, nonostante i noti legami dell’ex capo della Dia coi giustizialisti dei Ds e il suo ruolo nell’operazione “Galassia” alla ricerca di “pentiti” che accusassero di mafia Dell’Utri e Berlusconi. E dall’altra parte le offerte di Veltroni di dialogo sulla legge elettorale, i contrordini dell’intelligentsia di sinistra che, da Repubblica al Manifesto, cessa il mantra su “Forza Italia partito di plastica” e inaugura la linea “Forza Italia partito di forte radicamento sociale”, la sordina al progetto di rendere ineleggibile per legge il Cavaliere prima delle politiche del 2001. Che cos’è questa improvvisa bonaccia che ha colpito la politica italiana dopo il 14 aprile? Come si spiega la grande e improvvisa docilità del Polo, che trova il suo corrispondente nella crescente moderazione delle forze di governo? C’è in vista qualche inciucio? Per tentare di rispondere a questi e ad altri interrogativi ci siamo rivolti a tre chiarissimi notisti politici: Pierluigi Battista della Stampa, Lodovico Festa condirettore del Foglio e Gianni Baget Bozzo commentatore del Giornale.

Ma quale inciucio:
la sinistra è tramortita Diciamo subito che tutti e tre gli esimi rigettano con sdegno l’ipotesi neo-inciucista. “Berlusconi–spiega l’inviato della Stampa Pierluigi Battista- sta facendo una scelta di moderazione in vista delle elezioni. E’ chiaro che nella prossima campagna elettorale il principale argomento propagandistico del centro-sinistra sarà l’”haiderizzazione” dell’avversario, per cui il Polo ha tutto l’interesse a smarcarsi fin d’ora da questo gioco e ad evidenziare che le sue posizioni sono in realtà le stesse di Confindustria e della Banca d’Italia, di quell’establishment economico e finanziario che ieri sosteneva il governo e oggi prende le distanze. Perché nel giro di dieci giorni D’Amato, Fazio e Tesauro hanno già mandato a gambe all’aria la possibilità di una campagna elettorale “in positivo” da parte del centro-sinistra, il quale avrebbe voluto poter dire: “Abbiamo risanato il paese, avviato la modernizzazione e rimesso in moto la crescita, ora permetteteci di cogliere i frutti del lavoro”. Invece D’Amato ha detto “basta con la concertazione”, Fazio ha detto che l’Italia ha perso posizioni rispetto agli altri paesi e il presidente dell’Antitrust Tesauro ha detto che non c’è stata finora nessuna vera liberalizzazione. E allora perché Berlusconi dovrebbe urlare? In questo frangente la moderazione è una scelta vincente. Inoltre attualmente il governo è talmente debole che l’agenda dei lavori è dettata, in pratica, dall’opposizione: alle Camere “passa” soltanto ciò che le opposizioni lasciano passare, manovrando il numero legale. E anche questa è una buona ragione per non accelerare i tempi”. Diagnosi simile da parte del Condirettore del Foglio Lodovico Festa: “Non si può dire che il centro-destra non abbia cercato di affondare la legislatura, ma visto che Ciampi non ha intenzione di sciogliere le Camere finché c’è una maggioranza di governo, l’opposizione fa di necessità virtù per consolidare le sue posizioni. Berlusconi continua a fare pressione per ottenere le elezioni, appena può mette in minoranza il governo in Parlamento, ma non vuole apparire lo sfasciacarrozze della situazione, anzi: fa sua l’immagine del leader che non si preoccupa solo dei suoi interessi politici e personali, ma ha a cuore quelli del paese”.

Berlusconi dunque avrebbe in pugno il governo. Ma può tirarne fuori qualcosa? Su questo gli interpellati sono scettici: “Questo governo non può fare niente –dice Gianni Baget Bozzo- e le uniche cose utili potrebbe farle negoziando con l’opposizione. Se nella sinistra prevarrà una linea moderata e realistica, il governo potrà negoziare non dico una grande riforma elettorale, ma almeno l’abolizione dello “scorporo”. Forse addirittura una legge bipartisan sul conflitto di interessi. Ma è più probabile che i prossimi mesi del governo Amato non servano ad altro che a gestire la transizione dalla sinistra alla destra in uno spirito di compromesso, perché gli italiani sono così: un popolo incline ai compromessi”. “Questo governo non può fare scelte impegnative –dice Festa-. E’ un governo debole che può prendere decisioni che piacciono alla Fiat come la depenalizzazione delle false comunicazioni di bilancio, ma non può affrontare temi come la riforma delle pensioni o la separazione delle carriere dei magistrati. Il centro-destra e i ministri più responsabili temono piuttosto una deriva demagogica in chiave elettoralistica, con leggi di spesa, come un aumento generalizzato delle buste paga degli insegnanti, fatte per ottenere voti. Comunque è un governo in fase pre-agonica”.

Amato il liquidatore e la rivincita socialista Se dunque l’attuale scarsa combattività del centro-sinistra non è dovuta a ipotesi neo-inciuciste, resta da spiegare da cosa sia determinata. “Il primo problema –spiega Festa- è che l’attuale coalizione di governo è acefala. L’Ulivo si reggeva sulla triade Scalfaro-Prodi-D’Alema rispettivamente a capo dello Stato, del governo e dei Ds. Oggi la triade Ciampi-Amato-Veltroni non può svolgere lo stesso ruolo: il primo non intende esporsi come faceva il suo predecessore, il secondo non esercita una vera leadership, il terzo è in difficoltà di fronte all’opposizione interna di sinistra di Salvi e a quella sindacale di Cofferati. Anche sul destino del governo attuale la coalizione è divisa: possiamo individuare al suo interno almeno tre partiti. C’è il “partito delle elezioni subito”, a cui potremmo iscrivere D’Alema e la sinistra Ds, che dice: “più si aspetta e peggio è, prima si va alle elezioni e meno voti perdiamo”; c’è il “partito della finanziaria” che dice: “con una bella legge finanziaria distribuiamo soldi e recuperiamo abbastanza voti e seggi per condizionare un futuro governo di centro-destra, o addirittura per vincere le elezioni”, e questo è il partito dei ministri e dello Sdi; quindi c’è il partito del “tirare a campare”, sperando che succeda qualcosa che riapre i giochi, ed è il partito dei centristi”.

Baget Bozzo affonda la lama: “La sinistra in questo momento appare moderata perché in essa si è esaurita l’idea di distruggere Forza Italia. E’ prevalsa la comprensione che Forza Italia e il Polo sono ormai un elemento stabile del panorama politico italiano e anzi costituiscono la maggioranza. Dunque la sinistra ha doppiamente fallito, perché non è riuscita a distruggere Forza Italia e non è riuscita a diventare maggioranza. La sinistra in questo momento sta liquidando il suo patrimonio di potere –non tutto, ma un certo livello- e cerca la soluzione più indolore per farlo. Ha nominato un commissario liquidatore, che è Giuliano Amato, il quale infatti gestisce il rapporto con Forza Italia in modo diverso da come lo gestiva Prodi, secondo cui Forza Italia era il nulla, non esisteva”. Non si tratta dunque di una scelta contingente o di una ritirata tattica, ma di una vera e propria svolta storica: “In Italia il Muro di Berlino cade oggi. Bisognava infatti che i comunisti governassero direttamente il nostro paese perché gli italiani capissero che i comunisti non sanno governare. E per costringere i comunisti ad autoliquidarsi. Adesso veramente può nascere la “cosa nuova” a sinistra. Su cui anche Amato vuole dire la sua: è chiaro che punta ad essere il candidato del centro-sinistra nel 2001, è chiaro che punta alla rivincita socialista all’interno della sinistra”.

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