La pazza idea di Grillo (e Gori) di togliere il voto agli anziani

Di Peppino Zola
24 Ottobre 2019
Il comico e il sindaco di Bergamo vorrebbero limitare il diritto di voto a chi piace a loro
Gori

Caro direttore, quando il comico Beppe Grillo ha detto che occorrerebbe togliere il diritto di voto agli anziani (termine generico, peraltro), pensavo che si trattasse di una delle sue tante battute, che sarebbero passate in fanteria in pochi secondi. Invece, pare che la cosa sia stata presa sul serio anche da una persona finora ritenuta seria come il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori.

Quest’ultimo, è vero, ha parlato di una “provocazione” riferendosi alle parole di Grillo, ma poi ha aggiunto che si tratta di un problema serio e ciò ha ripetuto durante la trasmissione Rai “Zapping”. Qui, al termine dell’intervista fattagli dal bravo conduttore, non ha disdegnato di mostrarsi favorevole verso coloro che vorrebbero dare un peso diverso ai singoli votanti, a seconda della loro importanza e rilevanza sociale. A questo punto mi sono molto preoccupato, perché questa tendenza non è isolata ed è oggetto di considerazione dopo i sorprendenti risultati che hanno riguardato Donald Trump e la Brexit. Quando il voto popolare non rispecchia i desideri del potere finanziario e politico che tenta di governarci in senso sempre più unilaterale, c’è sempre qualche pensatore poco libero che pensa che è un male far votare tutto il popolo: dovrebbero votare solo quelli che la pensano come lorsignori, che si ritengono i più intelligenti di tutti, mentre sono solo i più ricchi.

Nei casi a cui accennavo, si disse che Trump fu votato solo dagli ignoranti e che la Brexit fu votata solo dagli anziani contadini delle campagne inglesi. Gori, sull’onda di questo malsano pensiero, ha detto che il peso del voto andrebbe diminuito in proporzione all’apporto che ogni categoria dà al bene comune della società. Da qui la conseguenza grillina che agli anziani dovrebbe essere tolto il diritto di voto perché essi voterebbero (il che è tutto da provare!) solo sulla base dei loro privati interessi, mentre i giovani voterebbero guardando al futuro del sol levante del progresso.

C’è un piccolo problema: chi deve decidere quale categoria può avere il voto pieno e quale, invece, il voto dimezzato? Lorsignori, penso che abbiano la risposta: dovrebbero essi loro stessi a decidere, con buona pace del suffragio universale, consacrato nella Costituzione “più bella del mondo”, come frutto doloroso di lunghe battaglie politiche. Così si tornerebbe indietro di millenni, quando era quasi pacifico che dovesse governare una ristretta “oligarchia” dei “migliori” e dei più ricchi. E torneremmo indietro di più di due secoli, quando i giacobini sapevano ben distinguere tra i “cittadini” degni e quelli indegni del voto. Questi ultimi, naturalmente, venivano ghigliottinati, il che causò una carneficina bilaterale senza precedenti. Stupisce che oggi anche persone che si dichiarano decisamente “democratiche” perdano il loro tempo per cercare di cambiare l’articolo 48 della Costituzione, il quale afferma che «sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed uguale, libero e segreto…».

Quasi un secolo fa, il grande Chesterton ebbe ad affermare che, abbandonato il senso comune e la sanità derivante dall’essere attaccati alla realtà, la nostra società è destinata ad essere invasa dalla pazzia. Mi pare che tali parole profetiche si stiano avverando, come molti fatti contemporanei stanno dimostrando.

Venendo al caso specifico delle parole pronunciate da Grillo, mi pare che la pazzia sia evidente, per svariati motivi. Innanzi tutto, si vorrebbe privare il Paese intero dell’apporto dei nonni, che, peraltro, contribuiscono al bene comune con la pratica quotidiana di “servizi” gratuiti nei confronti di figli e nipoti e, negli ultimi anni, anche con sostegni economici, che, tra l’altro, meriterebbero attenzione da parte delle nostre norme fiscali, pensando a detrazioni o altro. Ricerche serie hanno dimostrato che il valore “economico” di ciò che i nonni operano per il welfare dell’intera società ammonta a parecchi miliardi. Grillo (e Gori) vuole far fuori tutto questo? Pazzia!

A parte questo, gli anziani sono portatori di una immensa saggezza, imparata con l’esperienza di una lunga vita. Tutti percepiamo come ci sia bisogno, oggi più che mai, di questa saggezza, che Grillo&Co. vorrebbero eliminare politicamente.

L’associazione Nonni2.0, appena conosciute le parole del nostro comico, ha emesso un comunicato (ignorato dalla stampa) nel quale, oltre a ribadire quanto appena scritto, ha sottolineato un aspetto molto delicato. Molti, in questo periodo, accusano chi diffonde odio nel nostro Paese invece che concordia. Mi pare che le parole di Grillo (e, devo dire, anche quelle di Gori) contribuiscano a creare ulteriori divisioni nella nostra povera Italia. Tendono a dividere i giovani dagli anziani, come se già non bastassero le divisioni tra nord e sud, tra i vari partiti, tra ricchi e poveri, tra giacobini giustizialisti e moderati legalisti e così via. C’è, poi, da considerare che molte battaglie furono fatte dai nostri nonni e bisnonni per arrivare ad affermare, finalmente, il suffragio universale, in primis con il voto alle donne. Grillo vorrebbe dimenticare tutte queste sofferte battaglie, mentre Gori vorrebbe superare, dando corda a queste stupidaggini, i veri problemi che rendono il nostro Paese ancora troppo ingiusto.

Caro direttore, ribadisco il no deciso a questo andazzo. Il bene comune tra giovani ed anziani si raggiunge lavorando quotidianamente perché il dialogo tra di essi cresca, non facendo fuori politicamente una delle parti. E la chiamano democrazia!

Peppino Zola

Foto Ansa

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