
La mostra alla Tate di Londra sul fenomeno artistico che ha cambiato l’arte europea
Ofelia che annega nelle acque di un fiume torbido, con le mani elevate al cielo. La madonna annunciata che osserva con tremore il giglio che un angelo efebico gli sta per donare. Cos’hanno in comune le due donne dei quadri di John Everett Millais e di Dante Gabriel Rossetti? Sicuramente la corrente artistica di riferimento che gli costò il nome di pre-raffaelliti, l’avanguardia artistica dell’età vittoriana che unì la pittura di genere della Gran Bretagna ai sentori e ai contenuti artistici dell’arte italiana prima di Raffaello Sanzio.
LA MOSTRA. Cifra comune di questi artisti – visibili fino al 13 gennaio nella mostra Pre-Rhapaelites: Victorian Avant-Garde alla Tate Britain di Londra – è la chiarezza del tratto lineare (principio dell’art nouveau in Francia) e la predisposizione a contenuti dimessi e melanconici e ai topos della cultura letteraria. «La composizione – scrive sul Domenicale del 25 novembre il critico Alvar Gonzalez-Palacios, parlando dell’Ophelia di Millais – è un pretesto per raffigurare con minuzia da frate medievale infinite specie della flora». Accortezza per la realtà fin nel suo minimo dettaglio, in un contesto shakespeariano che è ben lontano dal realismo impressionista che in quegli anni vige in Francia.
LA STORIA. Nel periodo storico di un’arte soffocata dal pesante establishment estetico di un prolungato neoclassicismo, Millais, Rossetti e William Holman Hunt spostano il tiro. Riprendono sì vicende storiche e libresche, ma senza sconfinare oltre il periodo classico. Ci si ispira al basso medioevo, all’età rinascimentale, ed è da quest’interesse che nel 1848 si fonda la “Pre-Raphaelite Brotherhood”. Un passo che ha cambiato l’arte vittoriana e, in generale, quella europea dell’ultimo secolo.
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