
La mia Russia con amore
«Un pronostico sul futuro politico e sul futuro religioso della Russia? Non lo chieda a me, io ho sempre sbagliato i pronostici». Si circonfonde di umiltà padre Romano Scalfi, fondatore nel lontano 1957 di Russia Cristiana, 79 anni e una candida barba a cuspide che darebbe il tono giusto tanto al volto di uno starets ortodosso che a quello di un misterioso “grande vecchio”. Più che di previsioni sbagliate, per lui si dovrebbe parlare di larga anticipazione dei tempi: quando, nel 1951, entrò al Pontificio Istituto Orientale per fare suo il rito bizantino, pensava che il comunismo sovietico fosse agli sgoccioli, e che di lì a qualche anno sarebbe potuto partire missionario per la terra di san Sergio. Non è andata esattamente così, ma alla fine il comunismo è caduto, e dal 1988 padre Scalfi può liberamente viaggiare nei paesi dell’ex Unione Sovietica (per dieci anni, fra il 1960 e il 1970, l’aveva fatto clandestinamente prima di essere dichiarato persona non gradita).
Amico: il metropolita di Minsk
Quel che è certo, oltre ad essere un anticipatore di tempi padre Scalfi è sempre stato in conflitto con lo spirito dei tempi. La settimana scorsa, in pieno inverno ecumenico fra cattolici e ortodossi, ha organizzato presso la storica sede di Seriate un grande convegno con illustri relatori delle due Chiese su Testimoni di Cristo. La memoria dei martiri del XX secolo e l’annuncio cristiano in un mondo secolarizzato (vedi Tempi n. 47, p. 10). «Mettiamo in quarantena per vent’anni la parola ecumenismo e ripartiamo dall’a-micizia e dalla comunionalità concreta che nascono fra i cristiani di Chiese diverse quando hanno a cuore anzitutto la mis-sione», dice con sicurezza. Che in termini fattuali significa: il governo russo sta facendo piazza pulita di sacerdoti e vescovi cattolici dietro suggerimento del Patriar-cato di Mosca, ma là dove c’è un uomo come Filatov, il metropolita di Minsk (Bie-lorussia), Russia Cristiana e la Facoltà teologica ortodossa gestiscono insieme una monumentale Biblioteca religiosa e si scambiano docenti al punto che una pro-fessoressa cattolica italiana va a insegnare iconografia ai sacerdoti di Minsk!
Freddo: Giovanni XXIII
Padre Scalfi si è abituato a sfidare lo spirito dei tempi fin dai primi anni: Giovanni XXIII, in clima di apertura conciliare e Östpolitik, si rifiutò di riceverlo. «è stato il giorno più brutto della mia vita», ricorda lui con sguardo abbattuto. «Mi accompagnava mons. Galbiati, grande biblista. Aspettammo per ore nell’atrio dell’ufficio, ma non mi ricevette. Quando uscì per i suoi appuntamenti ci salutò per educazione. Osai: “Benedica il nostro lavoro”. Rispose asciutto: “Non c’è bisogno di benedire nessuno”. Era in buona fede, non ne dubito, ma si illudeva circa le reali intenzioni dei sovietici: dopo Lenin, la Chiesa in Russia non è mai stata tanto perseguitata come negli anni di Nikita Kruscev». In quegli anni Russia Cristiana, che riforniva clandestinamente di letteratura religiosa proibita le comunità cristiane russe e faceva conoscere in Europa il samizdat, cioè gli scritti clandestini degli intellettuali dissidenti, era vista non come un ente benemerito, ma come una mina vagante dalla diplomazia vaticana impegnata ad ottenere concessioni dai sovietici e dai loro satelliti. «Adesso che quell’epoca è finita possiamo svelare quali erano i nostri canali: uno era costituito da alcuni insegnanti della scuola italiana di Mosca, che all’insaputa dell’ambasciatore divulgavano gli stampati che facevamo arrivare tramite la valigia diplomatica dell’addetto scientifico, un nostro amico; l’altro canale stava a Czestochowa, in Polonia: il nostro referente era una suora che si occupava di far stampare Bibbie e libri religiosi in russo, che i dissidenti andavano a prendere e portavano in Unione Sovietica con relativa facilità, essendo il confine fra stati del mondo comunista più facile da attraversare di quelli fra Est ed Ovest».
La debolezza della chiesa ortodossa
Scalfi non si sbilancia in pronostici per il futuro ma fa la sua diagnosi del presente. «Nei tre annni fra l’inizio della perestrojka e lo scioglimento dell’Urss, cioè fra il 1988 e il 1991, la Russia ha conosciuto un vero boom religioso: centinaia di migliaia di persone si sono fatte battezzare, e non c’era raduno religioso che non riunisse grandi folle. Oggi invece domina un’atmosfera di scetticismo e secolarismo: secondo un sondaggio, alla liturgia pasquale di quest’anno ha partecipato fra l’1 e il 2 per cento appena di tutta la popolazione russa. Perché? Perché una volta impartito il battesimo, spesso senza nessuna catechesi, la Chiesa non ha più nulla da proporre alla vita dei russi, se non la partecipazione ai riti. E scoprendosi debole sul versante che gli è proprio, cerca la forza fuori di sé, nel rapporto con la politica».
Rapporti preferenziali col governo
La politicizzazione della Chiesa, soprattutto del Patriarcato di Mosca, si realizza su due piani. Uno è quello del rapporto col governo in carica, all’insegna dello scambio vantaggioso: sostenendosi reciprocamente, le due istituzioni mirano ad accrescere il proprio grado di legittimazione. In realtà a guadagnarci è soprattutto il governo, la Chiesa sembra accontentarsi di vedere garantito dallo Stato il suo sterile monopolio in campo religioso attraverso le espulsioni dei missionari stranieri. «Quando il ministro degli Interni dichiara: “Per quanto riguarda i rapporti coi cattolici, stiamo alle indicazioni della Chiesa ortodossa”, molti pensano che la Chiesa ortodossa sia diventata molto potente. Ma molti altri pensano che sia diventata meno libera e meno credibile».
Ortodossi nazional-comunisti
L’altro aspetto è quello della convergenza fra ortodossi e comunisti sotto la bandiera del nazionalismo: «Abbiamo assistito a manifestazioni con sacerdoti che esponevano il crocifisso bizantino insieme al ritratto di Stalin. Oggi nazional-comunisti e nazional-ortodossi dicono la stessa cosa: “i comunisti come Stalin hanno fatto grande la Russia, ma purtroppo erano inquinati da elementi occidentali come l’ateismo e l’internazionalismo; anziché rivolgerci all’Occidente, dobbiamo depurare la nostra tradizione da tutto ciò che ha a che fare con esso, e ritroveremo la passata grandezza”. Per ora prevale il realismo di Putin, che privilegia il rapporto con l’Occidente e dice: “Chi non ha nostalgia del passato è senza cuore, ma chi vuole il ritorno del passato è senza testa”. A farla finita col comunismo sia come sistema che come ideologia non sono stati gli intellettuali dei samizdat, che noi abbiamo fatto conoscere in Occidente, oppure la Chiesa e gli operai, come in Polonia, ma il Kgb di Putin, Gorbaciov, Andropov. Oggi l’oligarchia post-ideologica che detiene tutto il potere politico ed economico sono loro. La società resta sottomessa, dalla rivoluzione in avanti è stata educata a non prendere iniziative e a non assumersi responsabilità, sia in campo politico che nell’economia».
Il tempo delle spie sovietiche
Insomma, l’ex Kgb (che oggi si chiama Fsb, Servizio federale di sicurezza) non fatica più di tanto a tenere in mano le redini della nuova Russia, come ha sempre tenuto in mano tante cose. Padre Scalfi ricorda un vecchio episodio che lo riguarda. «Un nostro amico che oggi lavora come corrispondente del quotidiano Avvenire, Giovanni Bensi, commise un’imprudenza mentre si trovava sulla Piazza Rossa, tanti anni fa. Lo arrestarono e durante l’interrogatorio gli chiesero se mi conosceva. Rispose di no. Allora fecero portare un grosso dossier intestato al mio nome, e cominciarono ad elencargli tutti gli incontri che aveva avuto con me negli ultimi tempi, data per data. “Lei adesso è nelle nostre mani, se vuole essere rilasciato deve impegnarsi a collaborare con noi”. “Ma cosa dovrei fare, io voglio tornare in Italia”. “Non si preoccupi, verrà contattato». Una volta rientrato, ricevette varie telefonate che lo invitavano ad appuntamenti. Non ci andò mai, e dopo un po’ le chiamate finirono. A chiamare erano sempre degli italiani”. Chissà cosa fanno oggi, questi bravi signori.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!