
La mia Maria, una donna
Da “I pugni in tasca” al “Magnificat” passando per oltre 30 anni di carriera. La carriera di Paola Pitagora attrice, autrice di canzoni e oggi anche scrittrice che, il prossimo 26 agosto, metterà in scena, all’interno del quartiere fieristico che ospita il Meeting, il “Magnificat” di Alda Merini. Un’opera “straordinaria” come lei stessa la definisce. «Sono molto contenta – ci dice – di portare a Rimini questo pezzo di grandissima poesia. Con questo “Magnificat”, infatti, la Merini rivela, oltre al suo strepitoso talento, una cultura delle sacre scritture che, anche se non sono una teologa, mi permetto di definire straordinaria. Alda Merini ha scritto un testo in cui c’è una donna che parla in prima persona: è Maria, la Madonna. Ed in questo testo è possibile trovare tutta l’umanità di questa figura: dallo spavento di Maria nel ricevere l’Annunciazione, alla gioia di essere madre del figlio di Dio, al dolore, alla disperazione, fino alla certezza della Resurrezione. La Merini tocca tutti questi punti in maniera molto emozionale, con la carne».
Ma Maria non è sola sul palco? «Sì, accanto a questa parte in prima persona c’è un’altra parte del testo in terza persona che verrà letta e recitata da due giovani attrici. Una specie di angeli che svolgono un specie di “radiocronaca” dal Paradiso. La miscela di questi due stili provoca un effetto emozionale straordinario e dà una dimensione, secondo me completa, di tutto quello che si è pensato e si è sognato sulla figura della Madonna».
TEATRO MEETING
Non è certamente la prima volta che il Meeting ospita degli allestimenti teatrali. Da “Miguel Mañara” ad “Assassinio nella cattedrale” ad “Antigone” passando per “La bisbetica domata” e “Macbeth” fino ad arrivare, lo scorso anno, a “I promessi sposi alla prova” di Giovanni Testori, la storia “teatrale” del Meeting è ricchissima. Quello di Alda Merini è però un debutto. Un debutto anche nell’allestimento. «L’anno scorso – continua la Pitagora – ho avuto l’onore di recitare davanti al Papa durante l’incontro della gioventù in piazza San Pietro.
Poi mi è capitata l’opportunità di rappresentare il “Magnificat” a Bologna con Paolo Alberti. Facevo tutto da sola e faticavo molto. Mi sembrava di mostrare un testo incompleto. Questa volta è diverso. Avendolo un po’ maturato lo metto in scena con queste due giovani attrici (Valentina Chico e Evita Ciri) e il testo si rivela per quello che è: una piccola cattedrale di pensieri e di fantasie. Personalmente penso si tratti di un piccolo capolavoro».
E cosa significa portare questo spettacolo in scena al Meeting di Rimini? «Beh, lì si gioca in casa. Nel senso che ci sono dei giovani già sensibili a queste tematiche. Comunque sarà un test importante perché ci sarà un pubblico giovane e perché lo spettacolo dura più di un’ora senza intervallo».
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