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La “Lybia” di Pietro Masturzo. Gli scatti della libertà

Di Mariapia Bruno
24 Novembre 2011
Alla Shots Gallery di Bergamo gli scatti di Pietro Masturzo, fotoreporter e testimone della strana e sporca guerra in Libia, ci raccontano gli ultimi giorni di terrore di un paese che finalmente può guardare avanti

«Ho deciso di andare in Libia per lo stesso motivo per cui ho scelto di fare il fotoreporter: essere testimone oltre che narratore, essere dentro a ciò che cerco di raccontare… una guerra non è solo un confronto militare ma è anche e soprattutto paura, per chi la vive e per chi la racconta». Con queste parole Pietro Masturzo presenta i suoi scatti, ospiti, dal prossimo 3 dicembre al 28 gennaio 2012, della Shots Gallery di Bergamo. All’interno della retrospettiva, intitolata “Lybia“, 20 fotografie in bianco e nero scattate nei giorni di rivolta raccontano la vita di un paese in guerra contro il regime del Colonnello Gheddafi.

Oggi Muammar Gheddafi è stato ucciso: il 20 ottobre scorso i ribelli l’hanno catturato e giustiziato dopo una lenta agonia sotto gli occhi di milioni di persone che osservavano in mondo visione le riprese realizzate dagli stessi assassini. La morte del Colonnello non determina solo la fine di una guerra: se ne va via un’epoca intera, un’epoca impregnata di terrore verso uno dei più controversi dittatori del mondo. Adesso, mentre aspettiamo la  marcia del paese verso un futuro finalmente democratico, guardiamo indietro ai giorni passati per conoscere e capire, grazie agli occhi di Masturzo, cosa significa non essere liberi.

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