
La loro ricetta? “Rottamare” i 50enni
È un documento vecchio perché invece di ipotizzare un’ulteriore accelerazione della riforma del governo Berlusconi ipotizza semplicemente un regresso quale si produrrebbe se si superasse il cosiddetto scalone, ovvero l’innalzamento obbligatorio dell’età pensionabile, dal 1° gennaio 2008. L’Italia sarebbe l’unico paese membro dell’Unione Europea a ritornare indietro da una riforma già compiuta, apprezzata da tutte le istituzioni internazionali – e soprattutto dall’Ecofin – sostanzialmente “digerita” dalla società italiana. Il governo Prodi invece di approfittare del fatto che qualcuno in sua vece si sia assunto l’impopolare responsabilità di riformare il sistema previdenziale, cede alla pressione delle burocrazie sindacali e della grande impresa che propende a rottamare i cinquantenni per sostituirli con giovani a minore costo. Così si interrompe il circolo virtuoso che si era già prodotto e che aveva portato a un allungamento dell’età lavorativa degli over-50. Un anticipo di questo regresso si trova nella Finanziaria ed è la cosiddetta “norma Fiat” che reintroduce la mobilità lunga – anche di dieci anni – accompagnata dalla deroga ai requisiti della riforma Maroni. Ma al di là del mero nodo pensionistico, quale danno la politica economica del governo stia producendo al paese è stato chiarito dall’abbassamento del rating compiuto dalle agenzie Fitch e Standard & Poor’s. Una cosa che dispiace molto ma non stupisce perché anche da lontano sanno fare i conti e leggono una manovra che non risana il debito e non stimola la crescita.
* senatore di Forza Italia
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!