
La Lega “sottoscrive” la lettera dei ribelli di Visegrad rifiutata da Gentiloni

«Chiudete subito i vostri porti ai migranti o sarete sommersi» è il succo della lettera scritta dai capi di governo riuniti nel Gruppo di Visegrad a Gentiloni e a questo consiglio, letto da Roma come una intimazione, si unisce l’offerta di ungheresi e polacchi di aiutare l’Italia nella creazione e gestione di hot-spot nella Libia meridionale. Missiva rancorosamente rispedita al mittente ed ennesimo capitolo della ormai lunga guerra tra Budapest, Varsavia e soci e l’Unione Europea. Questa volta però entra a gamba tesa anche la Lega che da tempo coltiva rapporti con il premier ungherese Orbán (che al Parlamento europeo si è trovato in ottima sintonia con Salvini) e che con la sua componente lombarda, attraverso l’onorevole Paolo Grimoldi, coltiva da tempo il rapporto con il blocco di Visegrad, sognando addirittura di farne parte. Una simpatia, quella per la Mittel-Europa che certamente non dispiace al responsabile esteri della Lega, Giancarlo Giorgetti, così Grimoldi rompe gli indugi e, come segretario della Lega Lombarda, scrive una lettera aperta ai 4 consoli generali dei paesi del gruppo di Visegrad di stanza a Milano e, per conoscenza, all’ambasciatore di Israele, nazione che coi leghisti e Visegrad ha rapporti del tutto amichevoli.
«Da tempo – scrive Grimoldi – come rappresentante di quei Lombardi fieri delle proprie radici socio-culturali mitteleuropee, guardo con estremo interesse all’esperienza geopolitica del “Gruppo di Visegrad” e non posso esimermi dal ringraziarvi apertamente per la lettera che i vostri capi di governo hanno scritto al premier italiano.
Una missiva che io e la Lega in toto consideriamo amichevole e ricca di buoni consigli, a partire da quello di chiudere i nostri porti, e di generose offerte di aiuto da parte vostra per creare e gestire i punti di raccolta in Libia e pattugliamenti della guardia costiera libica. Suggerimenti utili ad un’Italia che pare allo sbando e che voi giustamente temete sia sommersa da una ondata incontrollata di migranti attirati in Europa da politici e trafficanti senza scrupoli.
Non capisco, e mi rattrista, la scortese e arrogante risposta del governo italiano che asserisce in maniera sprezzante che dai vostri Paesi non ha nulla da imparare.
Invece avremmo tutto da imparare sulla gestione della immigrazione, visto come il Gruppo di Visegrad sia brillantemente riuscito a chiudere la rotta orientale-balcanica delle migrazioni di massa e come stia riuscendo a gestire impeccabilmente il controllo delle proprie frontiere e dell’ordine pubblico all’interno di esse.
Il premier Orban ha detto che una nazione incapace di controllare i propri confini non è una nazione e rischia di sparire e noi della Lega ci troviamo perfettamente d’accordo così come condividiamo le preoccupazioni dei primi ministri Beata Szydło, Robert Fico e Bohuslav Sobotka che guardano con timore ad una migrazione islamica di massa che cambierebbe i connotati demografici, culturali e religiosi della nostra Europa cristiana.
Nella lettera è scritto che la maggior parte di coloro che sbarcano in Italia non sono perseguitati, ma migranti economici che vanno respinti o, meglio, fermati prima, nel sud della Libia. Siamo d’accordo.
È assurdo dire che queste idee sono razziste e, d’altra parte, fanno ormai parte anche dell’agenda di Macron ed è ancora più assurdo cercare di tacitare gli ungheresi con accuse di antisemitismo che sono state smontate dal premier israeliano in persona. Tantissimo abbiamo da imparare da Israele in tema di difesa della Patria e dell’identità e avrei voluto esserci anche io a Budapest con voi e Bibi Netanyahu a parlare di salvaguardia delle nostre comuni radici e della nostra comune cultura. Come i nostri amici austriaci, infatti, da lombardo, guardo con grande interesse ad un possibile allargamento del raggio di influenza del Gruppo di Visegrad che già oggi, con una politica di reciproco sostegno, è in grado di bloccare l’arroganza di Bruxelles e di contrastare odiose campagne come quella in atto contro la Polonia e la sua sovranità.
Orban ha detto che, anni fa, i Paesi dell’Est fuggiti dal blocco sovietico guardavano alla UE come ad un’ancora di salvezza, ma che oggi sono i Paesi dell’Est l’ancora di salvezza per l’identità europea.
Ha ragione: siete voi e il vostro blocco resistente alle politiche anti-sovraniste, mondialiste e pro-invasione, l’unica possibilità di salvezza di un’Europa che a occidente è già quasi perduta. E d’altra parte noi non scordiamo che fu soprattutto l’eroica cavalleria polacca, guidata da Jan Sobieski a capo di una “Lega Santa” mitteleuropea in cui c’erano anche lombardi e veneziani a salvare miracolosamente Vienna e l’Europa dall’invasione musulmana. Corsi e ricorsi della storia.
Come ben sapete la Lega Nord capitanata da Matteo Salvini è attivamente al vostro fianco al Parlamento Europeo e noi lombardi siamo pronti a fare tutto quello che è necessario alla comune causa presso il nostro parlamento regionale. Oltre a questo creeremo un “Centro Studi Lombardia-Visegrad” per far sì che gli scambi e la sinergia siano incanalati e costanti e che le vostre best practice e le vostre buone idee diventino sempre più familiari anche a noi lombardi e dimostrino che “volere è potere” e che l’Europa dei Popoli si può ancora salvare».
Foto Ansa
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