
La laicità a geometria variabile della sinistra francese contro la basilica di Marsiglia

Parigi. I marsigliesi la chiamano comunemente la “Bonne Mère”, la Buona Madre. E basterebbe questo per capire l’inestimabile valore affettivo e culturale di Notre-Dame-de-la-Garde, la maestosa basilica neobizantina che da una collina a 162 metri sul livello del mare domina la città di Marsiglia, offrendo una vista panoramica sul porto e sul Mediterraneo. Lo scorso 11 febbraio, data simbolica perché coincide con la festa di Nostra-Signora di Lourdes, sono iniziati i grandi lavori di restauro per ripulire e ridorare la basilica. L’ultimo cantiere aperto per prendersi cura della chiesa di tutti i marsigliesi risale al 1989.
Chi ha finanziato i lavori della Bonne Mère a Marsiglia
Per finanziare il costo totale dei nuovi lavori, quasi 3 milioni di euro, i cittadini si sono mobilitati in massa. 1 milione e 300 mila euro sono stati raccolti grazie alle donazioni di privati (500 mila euro) e aziende (800 mila euro). «Per questa campagna di raccolta fondi abbiamo introdotto nuove modalità di finanziamento», ha spiegato al settimanale La Vie Édouard Detaille, responsabile della raccolta fondi della diocesi di Marsiglia.
Oltre al sito web dedicato, i marsigliesi, e non solo, hanno inviato un sms per una donazione di 5 euro. Accanto a ciò, una campagna pubblicitaria sugli autobus turistici ha fatto il giro della città negli ultimi mesi. «Le donazioni sono arrivate da tutto il mondo», ha sottolineato Detaille. In totale, più di 30.000 donatori hanno risposto all’appello, perché, come ha detto Olivier Spinosa, rettore di Notre-Dame-de-la-Garde, «Marsiglia e la Bonne Mère formano un tutt’uno». Anche il miliardario franco-libanese Rodolphe Saadé, presidente di CMA CGM, tra i leader mondiali nei trasporti e nella logistica, si è attivato in prima persona per sostenere il restauro della basilica. “Come gruppo marittimo, sappiamo che il legame tra Notre-Dame-de-la-Garde e il settore marittimo è molto forte”, ha detto un portavoce di CMA CGM.
La sinistra radicale non ci sta: «Soldi sprecati»
Insomma, tutti i marsigliesi si sono stretti attorno alla Bonne Mère, fieri di contribuire alla sua tutela. O meglio quasi tutti. Perché la France insoumise, il partito della sinistra radicale francese di Jean-Luc Mélenchon, ha deciso di guastare la festa, manifestando la sua indignazione per quello che considera uno sperpero di denaro pubblico. In un comunicato pubblicato lo scorso 2 aprile, i mélenchonisti, con toni sprezzanti, hanno accusato gli enti locali, comune di Marsiglia, dipartimento e area metropolitana della città focea, di aver «fatto piovere soldi pubblici» per il restauro della basilica.
«Certo, Notre-Dame-de-la-Garde è un’attrazione turistica. Tuttavia, non è un edificio classificato monumento storico né un edificio pubblico. La basilica è di proprietà della diocesi cattolica. Non c’è quindi alcun obbligo di versare denaro pubblico dai bilanci degli enti locali, visto che i bisogni della popolazione di Marsiglia e del dipartimento sono immensi».
Nel dettaglio, il consiglio comunale di Marsiglia ha approvato lo scorso dicembre una sovvenzione di 500 mila euro, mentre il dipartimento e l’area metropolitana di Marsiglia hanno sostenuto il progetto con un contributo di 700 mila euro, e la regione con 500 mila. Secondo gli esponenti di Lfi «i fondi pubblici dovrebbero essere utilizzati per soddisfare i bisogni cruciali della popolazione, non per rinnovare i luoghi di culto!».
Attaccando la Bonne Mère si attacca Marsiglia
Immediata la reazione indignata della presidente del dipartimento e dell’area metropolitana di Marsiglia, Martine Vassal. «Vergognatevi!», ha scritto su X, prima di aggiungere: «Sì, signori Sébastien Delogu e Manuel Bompard (deputati Lfi per la circoscrizione di Marsiglia, ndr), sono orgogliosa di contribuire al finanziamento della nostra Buona Madre». Vassal ha sottolineato che la basilica «è iscritta nel cuore di ogni cittadino di Marsiglia, di ogni comunità, di donne, uomini e bambini». «Attaccando la Bonne Mère, attaccate i marsigliesi. Il vostro comunitarismo è disgustoso. Non avete alcun rispetto per Marsiglia e per la Francia», ha tuonato l’esponente dei Républicains, il partito gollista.
La costruzione della basilica cominciò nel 1853 nello stesso luogo in cui già esisteva una cappella del Tredicesimo secolo dedicata anch’essa a Nostra-Signora della Guardia, protettrice dei marinai, per terminare nel 1864. Da allora, è per tutti un simbolo della città, come ha detto la presidente del dipartimento, a prescindere dalla comunità di origine e dall’orientamento religioso. «Notre-Dame è il simbolo della nostra città, la sua protettrice, un patrimonio e un gioiello culturale per cui è rinomata in tutto il mondo», aveva affermato lo scorso gennaio lo stesso sindaco di Marsiglia, Benoît Payan. Ma per la gauche radicale, i soldi che garantiranno il restauro di Notre-Dame, sono soldi buttati.
Ma se c’è di mezzo l’islam va bene usare i fondi pubblici
Curiosamente, quando di mezzo c’è l’islam e non la religione cattolica, la France insoumise si indigna in senso opposto. Come quando si scagliò contro la fine delle sovvenzioni pubbliche al liceo musulmano Averroès di Lille, decisa dalla prefettura locale in ragione dei legami sulfurei tra alcuni professori dell’istituto e i milieu radicali. «Da parte del prefetto del Nord, è stata chiaramente presa una decisione che si iscrive in un contesto islamofobo e di odio contro i nostri compatrioti musulmani», denunciò Paul Vannier, deputato Lfi.
La scorsa estate, l’esponente mélenchonista Ersilia Soudais pubblicò un post da Lagny-sur-Marne, nella banlieue parigina, nel quale manifestava il suo sostegno all’associazione islamista Al Andalus, «che si batte da cinque anni affinché ci sia una moschea nel comune», invocando un sostegno in termini di finanziamenti pubblici. È la solita laicità a geometria variabile di una sinistra francese che, per clientelismo elettorale, è genuflessa solo all’islam.
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