«La gente comune è capace di cose straordinarie»: Santorum trionfa nel profondo sud

Di Redazione
14 Marzo 2012
L'italo-americano ha conquistato Alabama e Mississipi, sbaragliando Gingrich e Romney. Ma con il sistema proporzionale il miliardario del Massachusetts ha ancora il doppio dei delegati rispetto a Santorum, che deve sperare in un ritiro di Gingrich.

Rick Santorum è il trionfatore della grande notte elettorale del profondo sud. Il nipote del minatore di Riva del Garda conquista l’Alabama e il Mississippi sbaragliando il suo competitor a destra, Newt Gingrich, il grande sconfitto della serata. «We did again» ha detto emozionato ai suoi fan riuniti a Lafayette, in Lousiana. «La gente comune è capace di fare cose straordinarie. Abbiamo sconfitto chi ha speso una montagna di soldi ed è sostenuto da tutto l’eastablishment, dei grandi media. Lo faremo ancora», ha aggiunto proponendosi come il paladino della working class, che sfida l’establishment, i media e il «big money». «Santo» come lo chiamano in Usa, infatti non ha solo regolato l’ex Speaker, ma ha battuto anche Mitt Romney. Il “front-runner” ha confermato di non avere ancora l’appoggio degli elettori evangelici ultra-conservatori, di non sapersi connettere con gli umori dell’America profonda. Tuttavia, Romney, il “moderato”, il miliardario del Massachusetts che non va giù agli elettori del Tea Party, va avanti per la sua strada. L’entusiasmo, la passione politica è importante, ma alla fine quello che conta per vincere la nomination è ottenere i delegati per la convention di Tampa.

Grazie alle nuove regole che assegnano i seggi in modo prevalentemente proporzionale, lo staff di Mitt Romney, sconfitto alle urne, può comunque tirare un sospiro di sollievo per aver guadagnato anche oggi terreno prezioso. Ora, a seconda delle stime, si trova tra i 470 e i 480 delegati. Santorum, l’uomo del giorno, anche dopo i trionfi di oggi, ne ha sempre la metà, circa 240. E alla fine, vince chi arriva prima alla soglia magica di 1144. Insomma, un po’ com’è accaduto nel Supertuesday della settimana scorsa: Romney malgrado tutti i suoi limiti resta il predestinato. Ma stavolta deve stare attento.

Sino a quando i conservatori disperderanno i loro voti su due candidati, il raggiante Santorum e il malconcio Newt Gingrich, Mitt può dormire sonni tranquilli. Molto diverso se l’ex Speaker si decidesse a ritirarsi. A quel punto veramente la battaglia sarebbe a due. E l’esito non sarebbe più tanto scontato. John King, il capo del politico della Cnn, proiezioni alla mano, ha dimostrato come con Gingrich in partita, Romney potrebbe conquistare la nomination già a fine maggio. Con Gingrich fuori, invece, è tutta un’altra storia. Mitt e Rick potrebbero essere testa a testa alla vigilia delle primarie del New Jersey e della California in programma a giugno. E a quel punto tutto è possibile.

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