
«La Francia è scesa a patti con gli islamisti, l’islam è il male del nostro tempo»

Parigi. Boualem Sansal è uno dei più grandi scrittori algerini contemporanei. Ha scelto il francese come lingua per i suoi romanzi, è in Francia che ha ottenuto il successo letterario e la consacrazione internazionale, ma continua a vivere nella sua amata Algeria, anche se è minacciato di morte e i suoi libri, laggiù, sono messi al bando perché critici verso l’islam politico e il potere algerino.
L’Occidente è «il motore della progressione dell’islam»
Da diversi anni, Sansal interviene regolarmente nel dibattito delle idee francese: per allertare l’opinione pubblica sui pericoli che sta correndo la Francia a causa del lassismo e dell’arrendevolezza della sua classe dirigente nei confronti dell’islamismo. Autore di 2084. La fine del mondo (Neri Pozza), Sansal ha vissuto in prima persona la guerra civile algerina e teme che la Francia, di questo passo, possa essere travolta dall’islamizzazione.
«La Francia è scesa a patti con gli islamisti: un tempo c’erano dieci moschee nel paese, oggi ce ne sono 3mila. L’Arabia Saudita e il Qatar finanziano le banlieue. Il governo francese ha perso il controllo», ha dichiarato Sansal a Sud Radio. Lo scenario dipinto dallo scrittore algerino fa raggelare i polsi. «In Francia, si è provato a dividere l’islam in due: da un lato il presunto islam buono e gentile, pieno di amore e tolleranza, e dall’altro lo spauracchio chiamato islamismo. Ma in realtà si tratta della stessa cosa», ha sottolineato prima di aggiungere: «Credevo che l’occidente potesse essere una barriera contro l’islamismo. È diventato invece un vettore, un motore della progressione islamista».
«L’islam ha sconvolto e terrorizzato il mondo»
L’autore di Lettre d’amitié, de respect et de mise en garde aux peuples et aux nations de la terre (Gallimard), sempre in questi giorni, ha pubblicato un intervento molto duro sul settimanale Express: come se sentisse che la situazione potrebbe sfuggire di mano nel Paese dei Lumi e più in generale in tutto l’occidente. «Se dovessi scegliere una sola parola per descrivere il male del nostro tempo, direi ‘islam’. Nessun fenomeno ha così tanto trasformato, sconvolto, sfigurato, pervertito e terrorizzato il mondo. Nessuna malattia ha mietuto così tante vittime, gettato così tanti paesi in subbuglio e persone sulla strada dell’esilio».
E ancora: «In questo mondo di pace, amore e tolleranza, il numero di persone che vivono sotto la protezione della polizia perché minacciate in nome dell’islam sta registrando un aumento vertiginoso». A Parigi, la lista dei liberi pensatori sotto scorta per aver criticato l’islam continua ad aumentare. Dal filosofo Robert Redeker all’avvocato Richard Malka, fino all’ex direttore di Charlie Hebdo Philippe Val, sono tanti i “Salman Rushdie francesi”.
Ma chi parla come Sansal è «islamofobo»
«Per parlare solo della Francia», prosegue Sansal, «la polizia presto non basterà più, sarà necessario reclutare battaglioni e compagnie, o meglio formare un nuovo corpo di guardie del corpo che conoscono l’islam e sanno riconoscere sotto quale vestito si presenta. L’elenco degli ‘schedati S’ (la lettera ‘S’ è affibbiata dall’intelligence parigina a tutti gli individui potenzialmente pericolosi per la sicurezza dello stato, ndr) continua a crescere e di questo passo alla fine includerà tutti i musulmani in Francia. Risparmiate tempo e non parleremo più di questa diabolica alternativa ‘islam di Francia contro islam francese’, come Kramer contro Kramer. Ne avremo due in uno, la Francia islamica».
Fino a quando il dibattito delle idee francese darà voce a figure come Sansal, la speranza di un sussulto rimarrà viva. Ma un’ampia fetta del paese, quella che ha votato Jean-Luc Mélenchon, continua a pensare che i veri nemici siano gli “islamofobi”: parola inventata per mettere a tacere tutti i critici dell’islam. Come Boualem Sansal.
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