
La fissa della trasparenza produce solo liste di proscrizione e oligarchie
Se l’ideale di democrazia diventa la trasparenza per liberare il mondo da ogni male, stiamo freschi. Ci sarà gente giù nei bunker a controllare che i selezionati in rete e poi gli eletti – secondo l’originale visione di democrazia che ha il comico che spopola nei sondaggi – puntino il mouse dalla parte buona e facciano leggi buone. Soprattutto, niente inceneritori. E, giustamente, viva le sentenze che mandano in galera gli scienziati per complicità con i terremoti! Manca qualcosa? Sì, manca che secondo il nuovo ddl anticorruzione potrebbe presto darsi il caso che dove c’è un ciellino, è sospetto. Dove ce ne sono due, è monitorato. Dove ce ne sono tre, è “traffico di influenze”. Esagerazioni? Prendete il Corriere della Sera che nell’edizione di Bergamo del 17 ottobre scorso ha pubblicato una lista di professionisti ciellini “affiliati” al “sistema di potere” formigoniano. In effetti, si sta producendo una bella generazione di gente che sa contare solo fino a due. E credete che l’ossessione a scoperchiare il vaso di Pandora porterà il mondo nel verso giusto? Già nel mito greco accadeva che, scoperchiato ogni male, solo la speranza non fa in tempo a liberarsi prima che il vaso venga chiuso di nuovo.
Ps. La Repubblica esige una stretta di bulloni alla legge anticorruzione approvata in Senato. Il Corriere della Sera la completa tosatura della Casta. Domanda: perché i due club insistono in queste campagne? Credono alla demagogia o puntano a creare filtri all’ingresso dei politici in parlamento e degli investitori in Italia? Il dubbio resta. Perché con l’uno si finisce nell’oligarchia (solo i ricchi possono fare politica), con l’altro in bur(l)ocrazia (solo i matti possono fare impresa).
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2 commenti
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Bergamo Bergamo Bergamo, c’è una cosa che non mi viene in mente….
Ora ricordo! C’è un ospedale, frutto dell’eccellente sistema lombardo, che viaggia con quattro anni di ritardo anche perchè è in costruzione su un terreno paludoso.
Adesso vedo se nel sito di Tempi trovo notizie al riguardo non posso certo cercarle su Repubblica o Corriere, sono troppo di parte.
è logico, anche doveroso, che ognuno presenti le elezioni a modo suo e cerchi di dare criteri per la scelta dei candidati che più sente vicini a sé.
Al di là di questo un po’ di cambiamento credo ci voglia. Un amico mi dice che non serve perché non si presentano loro, ma trovano il modo di fare eleggere un loro amico che dirà e farà le stesse cose. Ma è comunque una persona diversa, forse un po’ di cambiamento comunque si riuscirebbe ad avere.
Quando la CdO darà le indicazioni di voto mi piacerebbe ci fosse scritto:
1) che sia un cattolico normalmente praticante [non solo Natale e Pasqua, per intenderci], sensibile alle indicazioni della Chiesa.
2) che abbia dato prova di sapere reagire alle pressioni di conoscenti, amici e parenti.
3) Comunione e Liberazione è un movimento ecclesiale la cui preoccupazione fondamentale è quella di dar vita ad ambiti in cui sia possibile una reale esperienza cristiana e un lavoro di educazione alla vita della fede. Noi crediamo che l’esperienza della fede non sia un fatto intimistico, relegabile alla sfera della coscienza privata, ma un principio che tende ad informare di sé ogni aspetto della vita. Anche le scelte culturali e politiche, che pure restano scelte storiche, contingenti e modificabili, non possono non essere determinate in modo dialettico a partire dall’esperienza viva della fede. Il cristianesimo infatti, pur non essendo un discorso politico, ha inevitabilmente una rilevanza politica e un’incidenza sul sociale. (don Giussani, 5 febbraio 1975).
Perdonatemi se dico cose sempre un po’ strane. Non completamente allineate con il pensiero di C.L. e CdO. Ma – per me – fare parte del movimento significa partecipare, non obbedire passivamente. Anche perché so che si obbedisce in materia di fede alla Chiesa, non ad altri.