Contenuto riservato agli abbonati
Wissam Youness trascina il passo lento con le mani infilate nelle tasche e lo sguardo indifferente, assorto nei suoi pensieri. Attraversando un tappeto di macerie e vetri rotti, che un tempo chiamava cortile, calpesta un giaccone senza neanche accorgersene. Di chi fosse, non importa: nessuno lo indosserà più. Le sue figlie, protette dalla spensieratezza e dall’incoscienza dell’infanzia, gli corrono attorno schiamazzando e ridendo. «Se Dio non ci avesse protetti», racconta abbracciando con gli occhi le bambine capaci di divertirsi anche tra i detriti, «ora sarebbero morte».
Wissam Youness (a sinistra) con alcuni membri della sua famiglia davanti alla sua casa parzialmente distrutta nel villaggio di Debel, sud del Libano (foto Tempi)
Youness parla con un filo di voce. Guarda a terra l’elegante cancello, ormai distrutto, che una volta delimitava la sua bella casa a Debel, villaggio cristiano nel sud del Libano, a pochi chilometri dal confine israeliano. Poi ci indica una voragine dove do...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno