
La crisi morde e gli inglesi sotto i denti non mettono più frutta e verdura ma surgelati e precotti
L’aumento dell’inflazione ha cambiato le abitudini alimentari degli inglesi, che ora riempiono il carrello con i prodotti in offerta e non con quelli che vorrebbero davvero acquistare. Lo rivela un’indagine del Guardian, testimoniando così che le famose “cinque porzioni” di frutta e verdura consigliate dai medici sono ben lontane dall’essere consumate e sono ormai ridotte a due. Di conseguenza, aumenta il consumo di cibi ricchi di grassi o zuccheri.
PIÙ NOODLES. Dal 2010 a oggi, infatti, è cresciuto l’acquisto di cibi già preparati, o in scatola, a discapito di frutta e verdura fresca, molto più cara. Le famiglie che hanno un reddito inferiore alle 25 mila sterline l’anno riempiono i carrelli con spaghetti cinesi già pronti (noodles) da microonde, pollo fritto surgelato, cibi in scatola, fagioli e pizze surgelate. Così la cena è servita, anche sfruttando le offerte che il supermercato offre, come i prendi-due-paghi-uno. Risultato: le classi sociali meno abbienti acquistano sempre meno frutta, verdura e carne fresca, optando per precotti o surgelati. L’esponente dei Tory Laura Sandys ha dichiarato che si dovrebbe cominciare a pensare a vere e proprie politiche sul cibo, visto che i prezzi alimentari salgono ma i redditi delle famiglie si abbassano.
FARE LA SPESA COSTA SEMPRE DI PIÙ. Il Guardian ha anche sottolineato come nel 2008 il numero di consumatori giornalieri di frutta e verdura fossero 7,4 milioni, a maggio 2012 si sono ridotti a 6,3 milioni. Si calcola inoltre che di questo passo il costo di una spesa settimanale continuerà ad aumentare circa del 4 per cento l’anno, tant’è che nel 2012 la spesa media di una famiglia è di 76,83 sterline alla settimana, +5,66 sterline rispetto al 2011.
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