La comunione del figlio

Di Massimo Camisasca
13 Giugno 2002
Maggio e giugno sono i mesi della prima comunione. In essa risplende l’estrema semplicità del Cristianesimo

Maggio e giugno sono i mesi della prima comunione. In essa risplende l’estrema semplicità del Cristianesimo. Dio, che si è fatto uomo, si china su di noi per attrarci a Sé. Fuenlabrada è una popolosa cittadina alle porte di Madrid. Una delle parrocchie è affidata a quattro preti della Fraternità san Carlo. Anche qui in maggio ci sono state le prime comunioni. Mentre molti genitori pensavano al vestito, al pranzo, all’alloggio per i familiari, ai fiori per la chiesa, don Alessandro ha preparato i bambini a ricevere la prima comunione come una festa. Uno dei ragazzi, di soli dieci anni, ha chiamato per telefono suo padre, scappato di casa quattro anni addietro, e gli ha chiesto di venire in chiesa per confessarsi. Questi, assecondando la richiesta del figlio, si presenta in chiesa. Il piccolo si confessa per primo e, una volta uscito dal confessionale, con una semplicità disarmante, dice al padre: «Dai, adesso tocca a te. Guarda come sono contento!». Il padre, che non riceve i sacramenti da più di vent’anni, rimane incerto sul da farsi per più di cinque minuti. Cammina avanti e indietro vicino al confessionale per poi decidersi. Lo convince il volto del figlio.

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