I missionari della moralità pubblica predicano un cristianesimo che si intenerisce per l’infinito e i delfini, ma dimentica sempre Lui. Contro i sacerdoti dei "valori"
Massimo Cacciari, Duomo di Milano, 3 maggio 2021 (foto Ansa)
C’è gente che va di moda: i paracristiani, sì di gran moda. Lui, invece, il Dimenticato, no. Saggi sulla Madonna firmati da primari filosofi di grido, evocazioni continue ovunque dei valori nati dal cristianesimo (dal perdono alla cura, dalla fratellanza alla gratuità). E omelie o simili si diffondono per l’etere, per la rete, da trasmissioni alla Fazio, fino a festival che ospitano Galimberti che cita san Francesco. Paracristianesmo ovunque. Quasi asfissiante e dolciastro. Anche in molte omelie di preti vescovi cardinali che invitano a tante azioni meritorie, a rispettare o riscoprire valori cristiani in questa “società in crisi”. E si dimenticano di Lui. Già il buon vecchio Charles Baudelaire, vecchio maledetto dalla società ora in putrefazione, lo aveva intuito: «La scuola borghese e quella socialista. Moralizziamo! Moralizziamo! gridano entrambe con una febbre da missionari…». E girava con il suo libro sull’anima contraddittoria e perciò, come scrive lui, «un libro cristiano».
Dina...