Violante e Folli sull’anomalia di una magistratura che compete ormai per «il nudo potere» in tutti i campi. Urge una riforma radicale, ma «senza vendette»
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Ci sono pochi libri che riescono ad essere intellettualmente onesti, realisti, ma senza gettare alle ortiche la possibilità di un futuro cambiamento. È il caso di Senza vendette. Ricostruire la fiducia tra magistrati, politici e cittadini, uscito poche settimane fa per il Mulino. Non c’è però da sorprendersi di questa lucidità costruttiva quando si leggono i nomi dei due autori: Luciano Violante, ex magistrato e presidente della Camera dei deputati, uomo stimato trasversalmente e riconducibile al “partito delle istituzioni” prima che alle file della sinistra da cui proviene; e Stefano Folli, già direttore del Corriere della Sera e da molti anni notista politico di Repubblica, uno dei più profondi conoscitori e raffinati commentatori delle dinamiche del sistema politico italiano.
Il libro è un dialogo tra due personalità di rilievo e ha il gran pregio di partire dalla diagnosi storica del problematico rapporto tra giustizia e politica. Si scrive, infatti, che nella fase di red...