
La campagna di Acs a favore delle cristiane rapite in Pakistan

Bianca Berlinguer, Lilli Gruber, Maria Latella, Myrta Merlino, Barbara Palombelli, Paolo Del Debbio, Massimo Giletti, Nicola Porro, Bruno Vespa: è a loro e a tutti i giornalisti italiani che idealmente si rivolge Huma Younus, in una lettera scritta da Aiuto alla Chiesa che soffre e pubblicata oggi sul Corriere, perché venga dato spazio e voce alla sua storia.
Acs ha voluto così lanciare una raccolta fondi in difesa delle oltre mille giovani ragazze cristiane e di altre minoranze religiose che, come Huma, ogni anno vengono rapite in Pakistan da musulmani, convertite a forza all’islam e sposate senza il loro consenso. Le donazioni ricevute saranno utilizzate, in collaborazione con la Conferenza episcopale del Pakistan e la locale Commissione nazionale giustizia e pace, per dare assistenza legale alle vittime e sostenere le famiglie.
L’ultimo di questi casi, in ordine di tempo, riguarda una tredicenne cattolica di Karachi di nome Arzoo Raja. La giovane è stata rapita il 13 ottobre, costretta ad abbandonare la propria fede e a sposare il proprio rapitore 44enne musulmano Ali Azhar, anch’egli residente a Karachi. La legale dell’adolescente rapita, l’avvocato Tabassum Yousaf, ha presentato un’istanza all’Alta Corte del Sindh di Karachi. Anche per lei le spese legali saranno pagate da Acs.
Arzoo, Huma, Maira Shabbaz: sono tante le ragazze cristianecostrette a subire sequestro, stupro, conversione all’islam, matrimonio. E poi, troppo spesso, l’umiliazione in tribunale e in Parlamento. Un nuovo disegno di legge volto a criminalizzare conversioni e nozze forzate è stato recentemente respinto dalla Commissione per gli affari religiosi del Senato. Il “Minority Rights Protection Bill, 2020” introdotto dal senatore Javed Abbasi, coraggioso membro della Lega musulmana del Pakistan, conteneva infatti una serie di misure volte a proteggere le minoranze, tra cui quella di considerare il matrimonio forzato tra un uomo musulmano e una minore di un’altra religione come automaticamente nullo e non valido, prevedendo per il rapimento e la conversione forzata di ragazze minori una condanna fino a sette anni di carcere, nonché sanzioni penali per chi prestasse il fianco all’organizzazione di tali unioni. La proposta suggeriva che il governo dovesse fornire protezione e assistenza alle vittime di nozze e conversioni forzate e introduceva anche una pena detentiva di tre anni e una multa di 50.000 rupie per chiunque incitasse all’odio e alla violenza contro le minoranze religiose, stabilisce che tutti i crimini commessi contro di esse non potessero essere sanati in privato ma sempre processati in tribunale.
Eppure i membri della Commissione per gli affari religiosi hanno respinto la proposta di legge a inizio ottobre, sostenendo non vi fosse alcuna necessità di scrivere norme “specifiche” a tutela di minoranze e che le norme esistenti fossero ben sufficienti a garantirne la libertà e il benessere.
Per maggiori informazioni e per donare è possibile visitare il sito di Acs Italia.
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