La Bielorussia “usa i migranti” come “strumento politico”. Cioè come fa Erdogan

Di Marco Cobianchi
19 Novembre 2021
Solo che l'Europa ha riservato al presidente turco un trattamento di lusso, mentre nel caso Lukashenko si indigna (e ne approfitta per dare una botta alla Polonia)
Migranti al confine tra Polonia e Bielorussia
Migranti al confine tra Polonia e Bielorussia

Ha ragione Mario Draghi: “L’uso dei migranti (da parte della Bielorussia, ndr) è diventato uno strumento di politica estera”. Peccato si sia dimenticato di dire che non è il primo Stato a farlo e non credo proprio sarà l’ultimo.

Prima della Bielorussia a usare i migranti come “strumento di politica estera” è stato Erdogan, solo che a Erdogan l’Europa ha riservato un trattamento di lusso, negato a Alexander Lukashenko, premier bielorusso. Da notare che non vale l’accusa alla Bielorussia di essere sporca, cattiva e soprattutto una dittatura perché sono esattamente le stesse caratteristiche della Turchia.

Soldi spariti

Allora: come è stata trattata la Turchia? Quando Erdogan, nel 2016, ha minacciato l’Europa, e soprattutto quella grande statista (dicono tutti i giornali, sarà vero…) della Merkel di inondarla di profughi curdi e siriani l’Europa, e soprattutto la grande statista, non ha fatto un plissé e ha messo mano al portafoglio.

La Turchia è stata pagata per trattenere sul suo territorio i migranti. L’assegno è stato di 3 miliardi immediatamente che sono da sommare altri 10,6 tra il 2002 e il 2020 finalizzati anche a scopi più nobili di trattenere i migranti tipo, ad esempio “aumentare l’efficacia del sistema governativo” (e all’Europa che c… gliene frega dell’efficacia del sistema governativo turco?).

Nel 2019 l’Ufficio antifrodi della Ue, l’Olaf, è andata a controllare come sono stati spesi i soldi. In una parola: un casino. Nessuna reportistica, nessun obiettivo chiaro, frodi, soldi spariti.

Polonia brutta, sporca e cattiva

Ma questo è un dettaglio, come è un dettaglio che a giugno di quest’anno è stato deciso uno stanziamento di altri 3 miliardi sempre con il preciso scopo di “gestire” i migranti. In sintesi l’Europa ha ceduto al ricatto di un dittatore. Ha pagato il riscatto. Ha ceduto alla minaccia.

È lo stesso tipo di minaccia alla quale è sottoposta l’Europa, attraverso la Polonia, che fino a prova contraria, a differenza della Turchia, fa parte della Ue e quindi avrebbe diritto a ben altra solidarietà da parte di quella cloaca di buoni sentimenti che è Bruxelles. E come si è comportata l’Europa in questo caso? Ha colto la palla al balzo per ribadire non solo e non tanto che la Bielorussia è brutta sporca, eccetera, ma che anche la Polonia di Mateusz Morawieckie è brutta, sporca eccetera perché non fa entrare sul suo territorio i migranti.

Cattiva coscienza

E i soldi? Ah, sì, ci sono anche quelli. L’Europa, in segno di “solidarietà” (mioddio, solidarietà… quante porcate si fanno in tuo nome) ha dato 700 mila euro alla Polonia per affrontare l’emergenza, cioè per dare rifugio ai profughi, un pasto caldo, qualche coperta e un po’ di medicinali.

Conclusione: l’Europa sta usando i migranti che premono al confine tra Bielorussia e Polonia come “strumento di politica estera” per dimostrare al mondo che i polacchi sono persone poco raccomandabili. La cattiva coscienza dell’Europa non ha ancora raggiunto il fondo. Quando l’avrà raggiunto, scaverà.

Foto Ansa

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