Kim Kardashian e l’epidemia del virus democratico vista mare

Di Caterina Giojelli
02 Novembre 2020
L'influencer prima offre esami e quarantene, poi porta il clan a «fingere che le cose siano normali» ai Tropici. Tanto “siamo tutti sulla stessa barca”, no?

Che Kim Kardashian non fosse esattamente una statista alla Evita Perón lo sapevamo anche prima che decidesse di festeggiare il suo 40esimo compleanno su un’isola privata col suo clan di amici e parenti dove «abbiamo potuto far finta che le cose fossero normali giusto per un breve lasso di tempo». Che il suo parametro di “normalità” ricordasse quello di Maria Antonietta per pane e brioches anche: «Abbiamo ballato, fatto giri in bici, nuotato vicino alle balene, fatto kayak, guardato un film sulla spiaggia e molto altro ancora. Mi rendo conto che tutto questo sia lontano dalla portata della maggior parte delle persone, quindi in momenti come questi, mi viene umilmente ricordato quanto sia privilegiata la mia vita» – e giù servizi fotografici sulla sua umilissima festa intima per 50 persone a beneficio dei suoi 190 milioni di follower, scatti tutti gioielli, bagni di luna e bikini su sabbia bianca perché «girls jus wanna have sun».

PARTY SULL’ATOLLO PER RECUPERARE “NORMALITÀ

Dopo aver ringraziato la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti per aver finalmente riconosciuto il genocidio armeno, «il miglior regalo di compleanno», denunciato la Turchia e devoluto un milione di dollari per aiutare la popolazione del Nagorno-Karabakh, l’imperatrice delle influencer, “famosa per essere famosa”, che quando non si fa i selfie va e viene dalla Casa Bianca per mostrare il suo lato impegnato contro la pena di morte, i diritti civili, la maternità surrogata, è infatti tornata a mostrare il suo lato più umile e descamisado: «Prima del Covid – ha spiegato su Instagram, cioè urbi et orbi – non credo che nessuno di noi apprezzasse veramente il semplice lusso di poter viaggiare e stare insieme alla famiglia e agli amici in un ambiente sicuro. Dopo 2 settimane di controlli sanitari e dopo aver chiesto a tutti di mettersi in quarantena, ho sorpreso la mia cerchia ristretta con un viaggio in un’isola privata dove abbiamo potuto far finta che le cose fossero normali». Ma certamente, chi non penserebbe di regalare tamponi a parenti e amici, sterilizzarli in casa per 14 giorni per poi imbarcarli su un jet privato, tutti belli sanificati e igienici direzione “party sull’atollo ai Tropici” per recuperare un po’ di normalità in vestiti di lino o lamè dorato e correndo a piedi nudi nella sabbia?

LA POLLYANNA DELLA PANDEMIA

Purtroppo, arrivati a un milione di vittime e 4 milioni di americani disoccupati, molti follower di Kim, insieme a parenti, amici e lavoro, hanno perso la voglia di scherzare: «E dove sono le mascherine?», «e il distanziamento?», «qui ci sono ospedali pieni, persone che si ammalano, cancellano il Natale, perdono il lavoro, non abbracciano la nonna da marzo», «sei grottesca, insensibile, vergognati», «qui c’è gente che muore», insomma, “qui” tutto è stato prevedibilmente rinfacciato alla pollyannona Kardashian che le ha prese anche dal Moma: il museo ha commentato il riferimento scandaloso alla “cerchia ristretta” dei Kardashian ripubblicando il quadro La danza di Matisse. Tutto prevedibile? Nanche un po’, il fatto è che più la fuga dalla realtà del clan Kardashian a mollo ai Tropici, dovrebbe preoccuparci il senso della realtà di chi si picca di avere i piedi per terra.

COVID CI FA TUTTI UGUALI, DICE MADONNA NUDA TRA I PETALI DI ROSE

Non più di qualche mese fa Kim, per la precisione il 17 marzo, in piena prima ondata, supplicava i suoi follower di non uscire: «A meno che non lasciate la vostra casa per andare al lavoro, rifornirvi di cibo ed elementi essenziali necessari, per vedere il medico o per aiutare qualcuno che ha bisogno come un vicino anziano, vi preghiamo di non ignorare la gravità degli avvertimenti di rimanere in casa per fermare la diffusione di questo virus. Questo virus non fa discriminazioni di razza, età, genere, ecc». Lo stesso accorato appello condiviso da tanti vip “disarmati”: Madonna, per esempio, ha proclamato «questo è il Covid-19 non importa quanto sei ricco, quanto sei famoso, quanto sei divertente, quanto sei intelligente, dove vivi, quanti anni hai, che storie incredibili puoi raccontare: è il grande equalizzatore. È terribile e fantastico allo stesso tempo. Ci ha resi tutti uguali in molti modi diversi. Siamo tutti sulla stessa barca e se la nave va a fondo andiamo a fondo tutti insieme». Queste altissime riflessioni le ha affidate a un videomessaggio a mollo nuda in una vasca piena di petali di rose.

L’APPELLO DI TERMINATOR DALL’IDROMASSAGGIO

Di quarantena ha parlato Jennifer Lopez, mentre venivano serviti cocktail nel suo giardino, Arnold Schwarzenegger ci ha invitato a “restare a casa” come lui, mentre fumava un sigaro nella sua vasca idromassaggio. «Forse l’errore di Kim non è stato quello di organizzare una festa privata sull’isola, o condividerne le foto, ma provare a relazionarsi con noi», ha notato giustamente il Guardian. Perché dovremmo pretendere il buon esempio da super ricchi a cui non ha tolto niente la pandemia e tanto fuori dal mondo da non rendersi conto che i loro tentativi di relazionarsi col mondo in modo inclusivo – “siamo tutti in questa situazione” – farebbero salire la Corea del Nord a qualunque vittima delle circostanze, cioè delle atrici disuguaglianze rafforzate dall’emergenza sanitaria?

L’OLOGRAMMA DI PAPÀ E LE “PERSONE CHE STANNO MORENDO”

Per capirci, per i suoi 40 anni il marito di Kim, il rapper Kanye West, le ha regalato un “tenero messaggio” del suo amato papà Robert Kardashian: peccato che Robert sia morto il 30 settembre 2003. Grazie all’intelligenza artificiale il compianto è però potuto tornare dall’aldilà sotto forma di ologramma sull’atollo per fare gli auguri alla figlia: «Buon compleanno Kimberly. Hai 40 anni e sei cresciuta, ma rimani bellissima proprio come quando eri bambina. Veglio ogni giorno su di te, su tutta la nostra famiglia. Hai sposato il più grande genio del mondo, Kanye West». Dal far finta che le cose fossero normali giusto per un breve lasso tempo a normalizzare la finzione, facendo di virtuale realtà, il passo è stato brevissimo. Anche la morte viene superata tra un tuffo vicino alle balene e l’altro.

E a proposito, «Kim, ci sono persone che stanno morendo», è l’ormai celebre gif diffusa durante la pandemia che mostra un frammento di un vecchio episodio della serie Al passo con i Kardashian: durante una vacanza a Bora Bora Kim perde un orecchino costosissimo e dopo aver pianto ed essersi lamentata con tutta la famiglia, sua sorella Kourtney esce dal suo bungalow per riportarla alla “realtà”: «Kim, ci sono persone che stanno morendo». Vogliamo davvero fare la fine di una gif?

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